Delirio Pop Rock

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Sul palcoscenico del Teatro alle Colonne va in scena l’amore per la vita ed è subito sofferenza.

Mettere in scena il dolore psicologico che afflisse Sarah Kane è opera difficile. Paolo Scheriani, regista e drammaturgo della pièce, inspirandosi alla giovane drammaturga inglese suicida nel 1999 riesce bene in questo intento, scrivendo e regalandoci un monologo tragico, in atto unico, a tinte forti. Io sono Sarah Kane si aggiunge così all’opera dello stesso Scheriani Io sono Salomè e insieme si preparano a far parte di una trilogia che sarà completata a maggio di quest’anno con la messa in scena di Io sono Nelson.
La scena è scarna. Sedie, mele e un paio di scarpe rosse con i tacchi fanno da contorno ai video eterei di Luca Lisci. In questa cornice minimalista, una donna, un’attrice, finge di essere Sarah Kane, urla, si dispera, si strazia, si traveste, provoca il pubblico, si sdoppia come quando finge di parlare al telefono con la madre. Il suo dolore psicologico diventa fisico, il corpo si irrigidisce e poi si fa molle e sensuale su una sedia. È un turbinio di emozioni, quello che interpreta Nicoletta Mandelli. Le musiche dei Depeche Mode, che fanno da sottofondo allo spettacolo, calcano poi l’impatto emotivo delle parole della drammaturga inglese interpretate dalla Mandelli. Le luci basse, durante i cambi di abiti, danno un tocco di sensualità e l’uso dei microfoni rende rock la disperazione che trasuda dalle parole della Kane: «avrei voluto essere Sarah Kane ma in un’altra vita» è il ritornello che rieccheggia più frequentemente. Al microfono è una Kane che sa di Cobain non solo per l’assonanza e per il destino che accomuna i due artisti. Infatti, soffermarsi soltanto sulla disperazione come unico elemento significativo dello spettacolo sarebbe riduttivo. Si va oltre. L’altra faccia della disperazione è l’amore: per il teatro, per l’arte, per la vita (chi è pieno di troppa vita scoppia). Due volti, questi, che spesso convivono e che caratterizzano l’artista nelle sue difficoltà esistenziali (ben rappresentate dalle parole «il mio corpo scompensa, il mio corpo vola in pezzi») e che trovano una soluzione tragicamente catartica solo nell’arte. E così è stato per la Kane e per Cobain.

Il pubblico, in questa liturgia disperata, in questa follia santa e piena d’amore per il teatro e per la vita, è catapultato dentro lo spettacolo, non assiste, ma partecipa al dolore interpretato efficacemente dalla Mandelli. Le sedie sul palcoscenico sono un invito a partecipare, che trova il culmine nella caduta della quarta parete quando l’attrice invita il pubblico a salire. In quel momento tutti ci sentiamo più vicini a Sarah Kane e allo stesso tempo siamo chiamati in causa a dover rispondere e a risponderci.

Nel complesso, uno spettacolo teatrale riuscito, una ballata che parla di follia, arte e vita e che quindi va più in là invitandoci a riflettere sulla condizione esistenziale dell’essere umano.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro alle Colonne
Colonne di San Lorenzo – Corso di Porta Ticinese, 45 – Milano
30 e 31 gennaio, ore 20.45

Io sono Sarah Kane
di Paolo Scheriani
regia di Paolo Scheriani
con Nicoletta Mandelli, Camilla Maffezzoli
video performing Luca Lisci