Sulla cattiva strada

Sala gremita per la lectio magistralis di Marco Paolini al Teatro Era di Pontedera.

L’ultimo lavoro teatrale di Marco Paolini – scritto con Francesco Niccolini – si presenta diverso rispetto a quelli che sono ormai i “classici” del teatro civile a cui ci ha abituati l’attore di Belluno.
L’excursus biografico sulla vicenda di Galileo (e dei suoi rapporti con Aristotele e la Chiesa, allora autorità assolute in campo etico e scientifico) si presenta, infatti, soprattutto come uno spettacolo capace di suscitare risate e applausi per tutta la sua lunga durata.

Pur affrontando una tematica “seria” e “urgente” (l’analisi del rapporto tra l’audacia della ragione e la sicurezza della tradizione che sfocia in superstizione), alla preponderante componente riflessiva dei suoi spettacoli Paolini preferisce, questa volta, il registro umoristico (nell’accezione pirandelliana del termine). Via allora quel religioso e partecipato silenzio suscitato dalla visione della toccante e complessa decostruzione scientifico-culturale di Ausmerzen o dalla potente denuncia sociale e politica di Vajont. Questa volta con Paolini si ride “a scena aperta”.

La consueta e documentatissima profondità dei suoi testi lascia il posto a una ricostruzione “leggera” – seppur corretta anche nei dettagli, grazie alla supervisione dello storico Giovanni De Martis, già “ammirato” nei Miserabili, e del filosofo della scienza Stefano Gatti.

La scenografia è scarna, costituita semplicemente da un leggio su cui poggia una copia del Dialogo sui massimi sistemi e da un pendolo-mina. Il primo elemento è il simbolo-reale delle vicende storiche narrate, come Paolini stesso “spiega” attraverso un’esilarante (re)interpretazione teatrale del trattato. In omaggio – indossando la maschera dello Zanni – alla Commedia dell’Arte, nata a Padova proprio negli stessi anni in cui il precario Galilei vi esercitava la professione di docente universitario, la discussione in dialetto (l’originale è in volgare) tra Simplicio – aristotelico, quindi sicuro che la Terra non possa girare attorno al Sole – e Filippo Salviati – il seguace di Copernico che, attraverso una “sensata esperienza” (l’esperimento), dimostra la perfetta sostenibilità pratica del movimento del nostro pianeta – è magistrale soprattutto nel suo essere in grado di restituire in maniera chiara e fedele il senso di un testo “letteralmente” incomprensibile («farne una commedia è stato l’unico modo per capirci qualcosa!»). Il pendolo, con cui Paolini interagisce di continuo fino alla liberatoria cavalcata “rock” del finale, rappresenta invece ciò di cui Galilei (quello scienziato pisano, «dal nome uguale al cognome», vanesio al punto da farsi chiamare filosofo, oltre che matematico, pur non essendo laureato in nulla!) sarebbe stato testimonianza: una ragione curiosa, indagatrice e critica.

Se «certe idee sono mine vaganti», allora Galilei ha – di fatto – anticipato quel “sapere aude” da sempre osteggiato dai potenti custodi dell’ortodossia (ieri la Chiesa ma, prima ancora, i colleghi professori universitari, oggi i «maghi dello spread») e svelato l’esistenza di un pensiero non rassicurante, ma unico strumento a disposizione dell’uomo per compiere quel «minuto di rivoluzione» chiesto dall’attore a inizio rappresentazione, ovvero fargli cambiare idea di fronte all’errore (che lo scienziato pisano ebbe il merito di strappare alla sfera del diabolico), indirizzandolo – seppur in «direzione ostinata e contraria» – verso una propria instabile libertà.

ITIS Galileo è forse privo dello spessore dei precedenti lavori, ma testimonia ancora una volta – qualora ce ne fosse bisogno – la qualità del “progetto” artistico di Paolini: usare il teatro, attraverso una sapiente padronanza delle sue tecniche, per ri-mettere lo spettatore di fronte alle proprie responsabilità civiche e strapparlo a quella colpevole ingenuità del voler essere tranquillo e “innocente” – una misera condizione da raggiungere a costo anche di lasciarsi addomesticare, docile, mansueto e omologato.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Era

via dell’Indipendenza, 1 – Pontedera (PI)

ITIS Galileo
con Marco Paolini
di Francesco Niccolini e Marco Paolini
consulenza scientifica Stefano Gattei
consulenza storica Giovanni De Martis
elementi scenici Juri Pevere
consolle audio Gabriele Turra
assistenza tecnica Graziano Pretto e Michele Mescalchin
direzione tecnica Marco Busetto
illuminotecnica e fonica Ombre Rosse
produzione Michela Signori, Jolefilm, 2010
(durata: 130 minuti circa)