L’inattualità dell’Edipo re

La stagione Sinfonica 2015/2016 del teatro San Carlo ha proposto l’opera-oratorio in due atti di Igor Stravinsky, l’ Oedipus Rex, avvalendosi della voce narrante di Toni Servillo e della sapiente direzione di Juraj Valčuha. Grande successo per lo spettacolo andato in scena venerdì 15 aprile 2016 e in replica sabato 16 aprile 2016.

Quando si pensa all’Edipo re si è subito proiettati in un tempo indefinito, sospeso, i cui limiti cronologici sono vaghi, quanto intrisi di arcaicità. Edipo rappresenta il mito per eccellenza: fa parte della nostra preistoria culturale, ma è sempre pronto a balzare fuori, talvolta in maniera fin troppo forzata, ogni qual volta si parli di letture psicanalitiche volte a spiegare la contemporaneità. Eppure, nelle intenzioni di Stravinsky, quest’opera doveva del tutto espungere la contemporaneità e rappresentare, mediante l’universalità del mito, qualcosa di lontano e inattuale, avvalendosi per conseguire tale scopo della lingua latina. Opera di punta del neo-classicismo stravinskyano, l’Oedipus Rex è infatti un’opera-oratorio in due atti, il cui libretto, a opera di Jean Cocteau, fu tradotto in latino da Jean Daniélou.

Non lingua morta, ma pietrificata, la lingua latina, resa dal tempo simile al marmo con cui si modellano le statue, è la materia prima mediante cui il compositore plasma il suo Edipo. Toni Servillo, reduce da La grande bellezza – film che ha conquistato l’Oscar per il miglior film straniero nel 2014 -, si tuffa ora in una grande impresa teatrale: fare da guida all’ascoltatore che difficilmente comprenderebbe il testo senza narratore. Servillo ci presenta la situazione di Tebe messa in ginocchio dalla peste e la promessa di Edipo: salvare la città, e pertanto, come suggerito dall’oracolo, vendicare l’uccisione di Laio.

Edipo, sottoposto al giogo del destino, non sa che in realtà è egli stesso l’assassino di Laio, ucciso presso un trivio. Sarà proprio la parola “trivio” a mettere in allarme Edipo che ricorderà di aver ammazzato un vecchio proprio a un incrocio di tre strade. Il coro incalza: “Trivium! Trivium”, mentre la realtà restituisce un altro dramma: Edipo non è solo un parricida, ma anche una bestia incestuosa, sentenzia Servillo con glaciale obiettività. Da qui il dramma si dipana, Edipo viene additato dal coro come un mostro e Giocasta, moglie del suo stesso figlio, decide di darsi la morte. L’esecuzione di sabato 16 aprile 2016 presso il teatro San Carlo di Napoli, magistralmente riuscita e guidata dalla sapiente mano del direttore d’orchestra slovacco, restituisce in tutto e per tutto quella che è l’idea del compositore russo: il ritorno al classicismo mediante la summa di più caratteri propri della classicità. L’uso del latino, il rimando al teatro sofocleo, la scultura greca evocata dall’assenza di azione e dalla statica oggettività presente nel tono del narratore, lavorano proprio per suscitare tale effetto nell’ascoltatore.

La serata, introdotta dalla Sinfonia n. 5 di Prokof’ev, si è conclusa tra fragorosi applausi, a dimostrazione che la mediazione di Servillo, amato dal pubblico napoletano, ha reso fruibile un’opera complessa e monumentale.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro di San Carlo
Via San Carlo, 98, Napoli
Venerdì 15 Aprile 2016 h. 20.30 e Sabato 16 Aprile 2016 h. 18.00

Sergej Prokof’ev, Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore, op. 100
Igor’ Stravinskij, Œdipus Rex, opera–oratorio in due atti su testo di Jean Cocteau
Direttore: Juraj Valčuha
Maestro del Coro: Marco Faelli
Voce recitante: Toni Servillo
Œdipus: Brenden Gunnell
Jocasta: Sonia Ganassi
Créon: Marko Mimica
Tirésias: Alfred Muff
Il pastore: Matteo Mezzaro