La musica barocca britannica e la rievocazione del passato

All’interno del Festival della Musica Barocca di Lione, è andato in scena il King Arthur di Purcell, opera capitale del XVII secolo inglese.

Quando si pensa alla musica barocca, il pensiero si rivolge immediatamente alla scena italiana e a quella tedesca; a ben vedere però il Seicento è stato un secolo determinante anche per la musica anglosassone, in un regno ancora in via di stabilizzazione dopo l’esperienza repubblicana. La musica di questo periodo in Inghilterra rappresenta una produzione di profondo significato, utile per comprendere alcune sensibilità tipicamente moderne e che ben si coniuga col teatro shakespeariano e con il processo di secolarizzazione che muoveva i suoi primi passi proprio dal conflitto aspro tra parlamento e corona inglese, che sarebbe sfociato nell’instaurazione del Bill of Rights e nella fondazione della moderna idea di democrazia. Tra tutti spicca il nome di Henry Purcell, compositore alla corte di Carlo II, poi messo ai margini da Giacomo II (l’ultimo re cattolico che preferì accogliere alla corte artisti del suo stesso orientamento religioso) e ridotto a mero clavicembalista, e assumendo con Guglielmo III un prestigio incontestabile. Sotto il suo regno, realizza quello che molti ritengono sia il suo capolavoro, ovvero il King Arthur. Dopo questa lunga premessa, non ci stupiamo affatto se al Festival della Musica Barocca di Lione ha trovato spazio questa opera di Purcell; all’interno della splendida Cappella della Trinità di Lione, il collettivo La Fenice ha proposto a un folto pubblico un concerto memorabile. L’opera di Purcell è stata infatti proposta per intero (per quanto non si sia trattata di una messa in scena teatrale), e soprattutto è stato mantenuto l’impegno della fedeltà alle strumentazioni dell’epoca che il festival richiede. Perciò, oltre agli archi e alle trombe, anche i fiati e le chitarre corrispondevano ai modelli del XVII secolo; e assieme all’immancabile clavicembalo, compare una splendida tiorba. Altro protagonista è il flauto dolce, suonato dall’ottimo direttore d’orchestra Jean Tubéry: le partiture per flauto sono fra le cose più notevoli della produzione purcelliana, capaci di proiettare l’opera in una dimensione tra il bucolico e il medievale. Gli ottimi interpreti, voci comprese, rendono al meglio la prospettiva più goliardica dello spettacolo, fortemente voluta da Purcell ma anche da John Dryden, lo storiografo di Carlo II e librettista. Dryden fu da sempre un convinto oppositore di Cromwell, e la restaurazione monarchica fu salutata da lui con grande sollievo, e lo stesso Purcell fu destinato a diventare il compositore di riferimento della Restaurazione. Contemporanea alla Controriforma dell’Europa continentale, il ritorno degli Stuart e la Gloriosa Rivoluzione della casata Orange-Nassau emerge seppur indirettamente dall’opera: la trama sgangherata e surreale intende essere solo un pretesto per una musica dinamica, ritmata, a tratti persino spensierata e gioiosa. È come se quella restaurazione, al contrario di quanto stava accadendo nel resto d’Europa, non fosse operata attraverso la severità e la rigidità, ma nel clima della festa (del resto, tutti volevano lasciarsi alle spalle il puritanesimo oltranzista di Sir Cromwell). Basti pensare al profondo significato politico che va ad assumere il King Arthur, col suo messaggio di speranza per una Gran Bretagna unita, unificata, forte e capace di far convivere tutti i suoi abitanti. Alla straordinaria esecuzione della Chapelle bisogna riconoscere la capacità di aver catturato il pubblico nella rievocazione di questo passato.

Dans le Festival de Musique Baroque de Lyon ne pouvait pas manquer le chef-d’œuvre de la musique anglaise du XVIIIe siècle, le King Arthur de Henry Purcell. L’ensemble La Fenice, dirigé par Jean Tubéry (aussi flûtiste), offre un spectacle extraordinaire, où l’on peut respirer l’air de la Restauration anglaise. Excellents les interprètes, et magnifique le lieu du concert: la Chapelle de la Trinité.

Lo spettacolo è andato in scena:
Chapelle de la Trinité
29-31, rue de la Bourse – Lione (Francia)
domenica 16 dicembre, ore 17.00

Ensemble La Fenice presenta
King Arthur
di Henry Purcell
direzione Jean Tubéry