Maschere e fiori di una diva decadente

teatro-sala-fontana-milanoElisabetta Pozzi torna al Teatro Sala Fontana con La diva, testo scritto nel 1897 dal drammaturgo William Somerset Maugham e riadattato da Laura Sicignano.

Elisabetta Pozzi scava dentro la forza e la fragilità di una grande attrice alle prese con il proprio declino.

All’interno di un camerino-salotto borghese, pieno zeppo di fiori e di vecchie fotografie viene presentato il personaggio di Julia Lambert, vecchia attrice venerata e osannata da tutti, che deve fare i conti con gli anni che passano e con una vita affollata da ammiratori e da nessun affetto autentico.

Lo spettacolo è anche un pretesto per analizzare il dramma di una donna rassegnata alla consapevolezza di un marito che non l’ha mai amata sul serio, di un figlio distante e del vero amore che, però, l’ha presto sostituita con un attore più giovane. Unica persona rimastale accanto è la sua fedele cameriera, interpretata da Sara Cianfriglia, che forse non è nemmeno un persona vera, ma solo la materializzazione di una delle tante personalità di Julia, quella più coscienziosa e razionale. Proprio lei, infatti, vorrebbe impedire a Julia di rispondere al telefono al giovane amante Tom, presagendo che ciò le avrebbe inevitabilmente spezzato il cuore. Così come è lei a non voler che faccia uso di farmaci e tranquillanti per poter tenere sotto controllo le proprie emozioni. Lo spettacolo si sussegue come un lungo monologo in cui Julia si confessa e ricorda le situazioni del passato, come l’incontro con il marito e il giorno in cui capì che non si amavano.

La diva non è solo un dramma sulla decadenza di una mente ancora giovane in un corpo non più disposto ad assecondarlo, ma è anche un discorso filosofico sul teatro e sul valore della finzione. Tema centrale dello spettacolo sono, infatti, le maschere e l’infinito numero di personalità che Julia è costretta a indossare, sino ad arrivare al punto che sembra vivere ed essere più credibile nella finzione dell’arte anziché nella vita vera. Il palcoscenico ricoperto di fiori assume così un doppio significato: non è solo la dimostrazione del successo dell’attrice ma «incornicia anche la lapide di una persona crocifissa al proprio personaggio». Tutto questo si esemplifica nella scena in cui chiede a Tom di perdonarla per averlo offeso ostentando la sua ricchezza, nella quale, con occhi gonfi di lacrime, recita le battute di una delle sue commedie. O quando parla del dolore di donna ferita, citando a memoria le battute Fedra di Racine.

Elisabetta Pozzi riesce, con una grande prova d’attrice, a creare un personaggio dalle molteplici sfaccettature che è al contempo forte e fragile, cinico e dolce, che riesce a vivere solo sulla scena, divenendo vuota nella realtà, splendente e piena nella finzione. La confessione della protagonista termina in un finale dolce-amaro in cui la protagonista si ricompone e si infila in un suntuoso abito bianco; una volta indossata la sua maschera da diva è pronta a rialzarsi, a nascondere la sua disperazione e la sua solitudine e a continuare la sua formidabile recita.

Lo spettacolo continua
Teatro Sala Fontana

Via G.A. Boltraffio 21
fino al 9 novembre 2014
sabato alle ore 20.30 e domenica alle ore 16.00

La diva
Di William Somerset Maugham
Regia di Laura Sicignano
Con Elisabetta Pozzi e Sara Cianfriglia
Tradotto da Franco Salvatorelli
Adattato per il teatro da Laura Sicignano
Costumi: Maria Grazia Bisio
Musiche originali: Matteo Spanò, Giacomo Gianetta
Luci: Tiziano Scali
Assistente alle regia e organizzazione: Marta Caldon
Assistente alle scene: Francesca Mazzarello
Assistenza tecnica: Laura Serra
Produzione: Teatro Cargo