Il caos dell’amore tra Shakespeare e Battisti

Al Teatro Libero una rilettura moderna di La dodicesima notte, commedia del drammaturgo inglese che la portò in scena per la prima volta nel 1602.

Fino a giovedì 5 aprile sono di scena, al Teatro Libero, gli allievi di Teatri Possibili con due spettacoli: La dodicesima notte e Acido Solforico. Arriva così a compimento il percorso del TPLab, un laboratorio progettato per permettere agli attori più avanzati di confrontarsi con la messa in scena di uno spettacolo.

La dodicesima notte ripropone frammenti della commedia di Shakespeare, scritta a cavallo tra Cinque e Seicento: i fratelli Sebastian e Viola fanno naufragio e sbarcano sull’isola del duca Orsino. Questi è innamorato di Olivia, presso la quale invia come messaggero proprio Viola, entrata al servizio del duca travestita da uomo.

Tuttavia la trama originale ha ben poca importanza in questa rappresentazione in quanto sono sì ripresi i vari personaggi – Antonio, Viola, Sebastian, Orsino, Malvolio – ma non si mette esattamente in scena la vicenda. Piuttosto, sono riproposti soltanto alcuni frammenti che permettono a tutti gli allievi di mettersi in mostra ma che, allo stesso tempo, limitano la linearità e la continuità dello spettacolo.

La rappresentazione ruota intorno a un passo iniziale del testo, in cui Orsino recita: «Se la musica è l’alimento dell’amore, seguitate a suonare». E, infatti, si suona e si canta molto: spesso gli attori intonano delle canzoni; talvolta sono diffusi, attraverso le casse, brani più o meno contemporanei, da Confusione di Lucio Battisti a Rosso Relativo di Tiziano Ferro – in un’occasione, la musica di un flauto traverso è eseguita direttamente in scena. Tutto ciò serve a attualizzare la commedia, riuscendo a restituire i temi cardine dell’originale shakespeariano – il caos sentimentale, gli intrighi, i corteggiamenti, l’amore e la passione – in un’alternanza di musica, ballo e un’intensa interazione attorale col pubblico.

Talvolta, la prospettiva tra interprete e spettatore sembra addirittura capovolgersi: all’inizio dello spettacolo, quando le luci sono ancora accese, i dieci attori si accomodano sulle siede – unico elemento scenico – e paiono commentare lo spettacolo che sta per iniziare; i personaggi di Orsino e Viola sono interpretati per pochi istanti grazie alla sola presenza di due comparse scelte in platea; una decina di persone è invitata a ballare insieme ai protagonisti sulle note di Battisti; e verso la conclusione, un’attrice si rivolge direttamente agli spettatori della prima fila – e non solo – chiedendo: «Per te, cos’è l’amore? E la passione?» con tanto di microfono – suscitando sorpresa e divertimento nei non intervistati, e imbarazzo nei malcapitati coinvolti.

Indimenticabile la penultima scena con la moltiplicazione delle rappresentazioni degli innamorati al balcone – chiaro anche il riferimento a Giulietta – che non si scambiano effusioni («O Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?»), bensì irripetibili insulti reciproci dal tono estremamente comico. Lo spettacolo si chiude con la lettura di una sorta di lettera che non elenca, tuttavia, storie d’amore con happy ending, quanto una serie di omicidi passionali. Tutto ciò serve, appunto, per ragionare, riflettere e fantasticare sull’essenza dell’amore (anche omosessuale), sulla sua profondità e banalità, sulla relazione tra passione e sentimento e sulla loro degenerazione, oltre che sulla centralità del corteggiamento. In breve, su che gran confusione – ed ecco spiegato Battisti – sia l’amore.

Una prova a tutto tondo, quindi, per gli allievi del TPLab che – seppur con qualche perdonabile sbavatura – mostrano le loro qualità spaziando dalla recitazione al ballo, dalla musica al canto. Da segnalare che qualcuno sembra già spiccare sugli altri, soprattutto grazie a una notevole mimica facciale.

Spettacolo originale, anticonvenzionale e lontano anni luce dalla tradizione che, paradossalmente, perde di efficacia proprio nel momento in cui recupera in maniera irregolare i frammenti del testo shakespeariano.

Curioso.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Libero
via Savona, 10 – Milano
fino a martedì 3 aprile, ore 21.00

La dodicesima notte
da William Shakespeare
con gli allievi del Tplab
docente Sandro Mabellini

Lo spettacolo continua:
mercoledì 4 e giovedì 5 aprile, ore 21.00
Acido Solforico
da Amélie Nothomb
con gli allievi del laboratorio permanente?
docente Monica Faggiani