Angelo del focolare o puttana

La donna come strumento sessuale: dal burqa ad Asia Argento passando per Arthur Schnitzler.

La donna borghese di fine Ottocento/primo Novecento, inutile vezzo, frivola idiota che può solo aspirare a essere madre devota e moglie gingillo di qualche borghese altrettanto ricco e inutile – ma dotato, almeno, di una professione o di una rendita – non è molto diversa, nel suo essere oggetto sessuale, merce di scambio tra padri e mariti, carne a buon mercato nella fiera delle vanità del matrimonio, dalla donna che, oggi, per fare carriera (ma anche per passare un esame all’università o per comprarsi uno smartphone) si trova di fronte alla scelta se prostituire il proprio corpo o meno. Della mente e del tempo della vita, inutile discutere – dato che, quelli, li prostituiamo tutti per il corrispettivo economico di uno stipendio.
Un ritratto anche impietoso di questa giovane borghese educata a non saper far nulla e della società che l’ha generata (non solamente la sua famiglia di ipocriti egoisti, ma un’intera classe con i suoi riti laici di frivolezza e promiscuità, rispetto esteriore dei costumi e spregio profondo dei desideri e dei sentimenti individuali), quello che Schnitzler tratteggia nella sua novella, e che è alla base della drammaturgia di Sandro Lombardi, Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi (anche regista di questo La Signorina Else).
Molti i temi dell’opera originale che possono, quindi, trovare appigli nella contemporaneità, dalla mercificazione del corpo della donna al problema del gioco d’azzardo (che rovinava le persone allora, come oggi). Anche se è ovvio rintracciare la profonda differenza tra l’abuso che subirebbe Else (sebbene esporsi nuda, oggi, potrebbe sembrare un’occasione più che una perdita di dignità) perché imposto da altri (e, anzi, dai genitori: coloro che dovrebbero avere cura dei figli) da quello che le donne stesse, a volte, scelgono come naturale merce di scambio per altri favori. E oggi, la diva come la donna in carriera – e non più la figlia psicologicamente ricattata – se ci si pensa bene, non è molto diversa dall’atleta che usa una sostanza dopante per vincere la gara: in entrambi i casi, si frodano soprattutto gli altri partecipanti alla corsa della vita. E vendere il proprio corpo – se si esula da discorsi moralistici o puritani – è profondamente diverso dal subire una violenza carnale.
Esistono analogie, quindi, tra la giovane borghese viennese di Schnitzler e la donna occidentale di oggi, ma non del tutto calzanti. E Tiezzi regista non crea agganci con la contemporaneità. La signorina Else, sebbene lavoro nitido, ben recitato, supportato a livello iconografico da una scena stilizzata (firmata da Gregorio Zurla e ben illuminata da Gianni Pollini), che rimanda sia all’obitorio che all’ospedale psichiatrico (il crollo psicologico di Else e la sua morte motivano perfettamente tale scelta), non si allontana abbastanza dal testo originale e, anzi, ritrae proprio quella società viennese di inizio Novecento, pusillanime e stantia, ormai lontana anche nei suoi riti e nei suoi credo dalla nostra.
Un lavoro comme il faut che, purtroppo, resta troppo ancorato a vizi e virtù ormai privi di senso.

Lo spettacolo continua:
Piccolo Teatro Mauro Bolognini
via del Presto, 5 – Pistoia
da giovedì 26 a domenica 29 ottobre e martedì 31 ottobre, feriali ore 21.00, festivo ore 16.00

La Signorina Else
di Arthur Schnitzler
traduzione Sandro Lombardi
drammaturgia Sandro Lombardi, Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi
regia Federico Tiezzi
con Lucrezia Guidone e Martino D’Amico
Dagmar Bathmann (violoncello), Omar Cecchi (pianoforte e percussioni), Dusan Mamula (clarinetti)
voci Gianna Deidda, Francesca Della Monica, Sandro Lombardi, Giusi Merli e Giovanni Scandella
scena Gregorio Zurla
costumi Giovanna Buzzi
luci Gianni Pollini
movimenti coreografici Giorgio Rossi
regista assistente Giovanni Scandella
produzione Compagnia Lombardi – Tiezzi/Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale
con il sostegno di Regione Toscana e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
foto Luca Manfrini

Il Teatro si racconta
sabato 28 ottobre, ore 17,30
Incontro con la compagnia
coordina Gabriele Rizza, critico di teatro
(ingresso libero)