Un gioco per i grandi

Al Parco della Zucca di Bologna si svolge anche quest’anno l’annuale rassegna dei Teatri della Memoria in commemorazione della strage di Ustica. In quest’ambito abbiamo avuto la gradita occasione di assistere a La stanza dei giochi, spettacolo insignito del Premio Scenario 2014.

Ognuno di noi, durante l’infanzia, ha giocato a fare il grande, l’adulto, imitando ciò che vedeva intorno a lui, in quel mondo di giganti tanto ammirato quanto misterioso, dandone sempre una interpretazione del tutto personale. Una interpretazione che, vista con il senno di poi, suscita nell’adulto tenerezza e ilarità.

Ma se ognuno di noi adulti guardasse attentamente i bambini o ragazzini che giocano a “fare i grandi” si renderebbe conto di quanto questi giochi siano lo specchio della realtà che ci circonda. Osservazione, questa, tutto sommato abbastanza banale, anche se forse non sono molti quelli che vi si soffermano a sufficienza. Non è per niente banale, invece, vederla catapultata su di un palcoscenico abitato da due ragazzini-attori (Emma Frediani ed Elio Ciolfi) dalle capacità sceniche davvero ammirevoli.

Sulla scena si presentano gli oggetti usuali del mondo degli adulti: una casa, un tavolo con delle sedie, ferro ed asse da stiro, non manca nemmeno un mocio vileda. Tutto, ovviamente, a misura di bambini. A cominciare dalla “casa”, regalo dei genitori alla bambina. Una bambina che sembra una femminista in erba, presa da smanie di dominio, ostinata a trattare da schiavo il suo malcapitato compagno di giochi; che a un certo punto – c’era da aspettarselo – non ce la farà più e si ribellerà.
Ed è in questo rapporto di gioco che l’adulto, con tutta la sua seriosità (e magari con un
sorriso di autocompatimento), può vedere riflesso il proprio mondo: le liti coniugali, la lotta per l’affido del bambino, vittima della separazione. E, in questo confronto col mondo dei giochi infantili, non può non riconoscervi anche una caratteristica tutta propria e non condivisa con l’immediatezza e l’autenticità del mondo infantile, cioè l’incapacità di ammettere, dopo i puntigli e i moti d’orgoglio, la necessità di compagni di giochi, di qualcuno che ti faccia compagnia anche stando al “freddo”.

Tutto questo è La stanza dei giochi, spettacolo meritamente premiato, ideato e realizzato dalla Compagnia Scena Madre, un gruppo teatrale che da diverso tempo si adopera non solo nel teatro per ragazzi, ma anche in quello sociale e di ricerca.

Lascia davvero ammirati la cura di ogni singolo dettaglio anche sugli oggetti di scena, non semplici giocattoli ma vere e proprie cose a grandezza bimbo, magistralmente maneggiati dai due piccoli attori, magnificamente diretti da Marta Abate e Michelangelo Frola, alle prese anche un vento davvero inclemente.

Un teatro fatto da ragazzi e diretto ai ragazzi, ma – direi – utile soprattutto agli adulti che hanno perso se stessi.

Lo spettacolo è andato in scena in occasione di:
Dei teatri della Memoria – rassegna teatrale
Parco della Zucca, Bologna
il 29 luglio 2015

La stanza dei giochi
Spettacolo vincitore del Premio Scenario Infanzia 2014
con Elio Ciolfi e Emma Frediani
oggetti di scena Erica Canale Parola
regia e drammaturgia Marta Abate e Michelangelo Frola
produzione Scena Madre
Durata 45 minuti circa