Un viaggio nella tradizione mitica della lirica italiana

Nessun luogo sarebbe più appropriato dell’affascinante Salone Margherita per donare ai turisti di Roma l’esperienza indimenticabile di far parte della magia dell’opera verdiana.

Fin dalla fine dell’Ottocento, il Salone Margherita ricopre un ruolo di esclusività nella scena culturale della capitale: esemplare traduzione in Italia del café-chantant parigino, capolavoro dello stile Liberty, il Salone è stato testimone di alcune delle pagine più significative dell’arte italiana, dal momento che sul suo palco si sono succeduti, tra i tanti, anche Ettore Pretolini e Tommaso Marinetti. La grandezza di questo ambiente e il suo immenso fascino risiede nella sua tradizione poliedrica, che grande risalto ha dato soprattutto al cabaret e al teatro di rivista; basti pensare alla lunga stagione che il teatro ha vissuto come avamposto e quartier generale del Bagaglino, fino ad anni recenti, quando la dimensione del caffè parigino, caratterizzato da palchi privati e tavoli dove mangiare mentre si assiste allo spettacolo, è stata pienamente recuperata. Nell’ultimo periodo, il Salone Margherita ha dato vita a innumerevoli serate dedicate al Tango, al Burlesque, ma soprattutto è diventato un punto di riferimento essenziale per chi, come i turisti, vuole un’esperienza in prima persona della Roma mondana; a questo va aggiunto, ed è il punto più importante e degno di nota, che il Salone Margherita ha contribuito fortemente alla valorizzazione dell’opera e della lirica italiana.

Potrebbe sembrare un oltraggio affiancare in un cartellone il Burlesque e l’opera di Verdi, oppure mangiare in un tavolino mentre è in scena uno dei suoi capolavori, ma questo atteggiamento mortificherebbe la tradizione operistica stessa. Per quanto infatti insistiamo nel dire che la musica lirica sia uno dei patrimoni più importanti della cultura e dell’orgoglio italiani, nella città di Roma il numero dei posti dove è possibile assistere a un’opera non arrivano neppure alle dita di una mano, e molti turisti stranieri che soggiornano nella città eterna farebbero di tutto per riportare al loro ritorno con loro il ricordo di un’esperienza unica e irripetibile come quella di aver assistito a un’opera italiana in un luogo esclusivo e storico. A questa esigenza risponde da vari anni il Salone Margherita, che propone per quest’estate fino al prossimo autunno, come negli anni passati, una bellissima versione della Traviata di Verdi, la madre dell’opera italiana, capolavoro che compone la base del linguaggio universale che l’arte italiana parla in tutti gli angoli del mondo. Si tratta di un servizio a cui il Salone adempie grazie a una pluriennale collaborazione con la compagnia dei Virtuosi dell’Opera, e che quest’anno si avvale della regia calibrata e intrisa di storia di Pier Francesco Pingitore, che propone una Traviata in tutta la sua autenticità, capace di carpirne l’atmosfera magica. Si tratta di recuperare il senso intimo e profondo dell’opera, quando ancora non era un’esclusività dell’alta borghesia ma la forma più diffusa e condivisa dall’immaginario popolare: il Salone Margherita e i Virtuosi donano ai romani e soprattutto a chi vive Roma nei pochi giorni di una visita turistica l’emozione di un passato mitico e di una tradizione immortale.

Lo spettacolo continua:
Teatro Salone Margherita
via dei Due Macelli, 75 – Roma
fino a giovedì 10 Novembre, ore 20.30

I Virtuosi dell’Opera di Roma presentano
La Traviata
di Giuseppe Verdi
libretto Francesco Maria Piave
regia Pier Francesco Pingitore
direttore Adriano Melchiorre
con Carmela Maffongelli, Marina Tiberi, Pierpaolo Pascucci, Giancarlo Pera, Guido Bernonii