L’Avaro di ieri, il dio denaro di oggi

Al Teatro Niccolini di San Casciano Val di Pesa, arriva Alessandro Benvenuti nei panni di Arpagone. Alla regia, il drammaturgo Ugo Chiti.

Ugo Chiti da diversi anni si sta dedicando a una rivisitazione dei classici del teatro borghese, dopo avere già affrontato Molière con Il Malato immaginario. Questa volta il confronto è con L’Avaro. E lo affianca nell’avventura, come di consueto, l’Associazione Arca Azzurra Teatro, la Compagnia che gli consente di tornare alla sua identità registica, dopo il lungo peregrinare, nelle vesti di sceneggiatore, nel mondo del cinema.
Al Teatro Niccolini di San Casciano Val di Pesa, residenza di Arca Azzurra, L’Avaro rivisitato da Ugo Chiti debutta in prima regionale nel fine settimana dal 2 al 4 dicembre. La trama è sostanzialmente quella dell’originale. Arpagone vuole dare in sposa la figlia Elisa a un vecchio nobile, e a sua volta sposare Mariana, giovanissima fanciulla di nobile famiglia senza padre e priva di mezzi. Ma la giovane è innamorata di Cleante, il figlio di Arpagone, che la ricambia; e seppure il vecchio padre intuisce i sentimenti dei ragazzi, decide di procedere con le sue trame. Nel frattempo, Elisa – l’unica che riesce a sottrarsi alla volontà del padre, sebbene non abbia il coraggio di confessargli i sentimenti che prova per il nuovo servo, Valerio – cerca di aiutare Cleante e Mariana. Dal canto suo, Valerio riesce a conquistare la fiducia del padrone con furbizia e abili giochi di parole, nella speranza di vedere coronato il suo sogno d’amore.
Alla fine, come in ogni commedia che si rispetti, arriva il lieto fine per le coppie di innamorati. E l’amarezza nel vedere un Arpagone assolutamente indifferente ai sentimenti, ma ben attento al ritrovamento dei suoi 10.000 ducati smarriti.
Le due ore e i due atti scorrono bene. Gli attori intrattengono il pubblico – entusiasta per Alessandro Benvenuti che dimostra di possedere i ritmi comici giusti, l’asciuttezza nelle battute e la schiettezza propria della toscanità di cui lui stesso, Salvianti e Chiti sono degni rappresentanti. Tutto il cast merita un applauso e, in particolare, Gabriele Giaffreda nel duplice ruolo di servo e innamorato.
Lo scopo di Chiti, ossia quello di mostrare l’attualità dei testi del commediografo francese – senza sovrapposizioni e cambiamenti eccessivi – risulta evidente. La comicità di Molière è sempre verde dato che, pur basandosi su storie di tempi passati, dimostra come meno passati siano i principi etici a cui si ispirano. In questo caso, il dio denaro che comanda le nostre vite tra consumismo, materialismo, banche, usurai e governi nelle mani della grande finanza.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Comunale Niccolini

via Roma, 47 – San Casciano Val di Pesa (FI)
da venerdì 2 a domenica 4 dicembre

Arca Azzurra Teatro presenta:
L’avaro
di Molière
adattamento, ideazione spazio e regia Ugo Chiti
con Alessandro Benvenuti
e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Ciotti, Gabriele Giaffreda e Desirée Noferini
costumi Giuliana Colzi
luci Marco Messeri
musiche Vanni Cassori