Aristofane, nostro contemporaneo

La stagione 2014/2015 del Teatro Romano di Ostia Antica prosegue con uno spettacolo ormai consolidato, nato nel 1992 e ancora capace di riscuotere grande successo nel pubblico. La Compagnia Castalia, con la regia di Vincenzo Zingaro, riporta in scena il suo cavallo di battaglia: Le nuvole di Aristofane.

La stagione estiva teatrale di Roma e dintorni, la cosiddetta Estate Romana, offre una innumerevole rosa di opportunità culturali. Una di queste è offerta dalla suggestiva ed evocativa cornice del Teatro Romano di Ostia Antica. Palcoscenico, questo, dove hanno modo di rivivere testi degli antichi commediografi, in adattamenti più o meno fedeli, accanto a spettacoli della nostra contemporaneità.
In questa stagione torna in scena lo spettacolo che ha messo in luce il percorso di ri-scoperta della commedia classica antica da parte della Compagnia Castalia, fondata e diretta da Vincenzo Zingaro, che dal 1992 promuove «il recupero delle nostre radici culturali, evidenziando e valorizzando l’eredità del Teatro classico antico nella cultura europea contemporanea».
La scelta ricade quindi sul testo di Aristofane, Le nuvole, che vede per protagonista il contadino Strepsiade messo ormai alle strette dai numerosi creditori con i quali si è indebitato per via della passione per i cavalli del figlio Fidippide. Quale migliore maniera per vincerli se non recarsi dal grande filosofo Socrate e imparare i segreti del Discorso Minore, quello che, attraverso cavillosi ragionamenti, riesce a ribaltare anche le posizioni palesemente in torto? Così Strepsiade si reca al Pensatoio dove viene accolto da Socrate come nuovo discepolo. Ma, nonostante l’invocazione delle Nuvole, le divinità adorate dal filosofo e che assurgono alla funzione di Coro e rappresentano la nuova sofistica ridicolizzata da Aristofane, Strepsiade viene mandato via. Non rimane che convincere Fidippide a imparare l’arte del Discorso Minore. E così sarà: Fidippide impara la lezione, ma questo, alla fine, si ritorcerà contro Strepsiade che diventa vittima dei ragionamenti cavillosi del figlio, volti a giustificare qualsiasi comportamento indegno. La soluzione finale per Strepsiade sarà quella di dare fuoco al famigerato Pensatoio.
Tra lazzi, improperi e volgarità riportate in scena fedelmente dal testo originario, si palesa al pubblico la critica di Aristofane verso le nuove filosofie. Quindi, verso il suo diretto rappresentante Socrate, colpevole, secondo il nostro autore, di una decandenza dei valori morali, poiché il Discorso Minore è riuscito a vincere il Discorso Migliore, portatore dei valori e delle virtù della tradizione. L’aperta polemica contro il dilagare del malcostume dell’epoca, fra la classe politica e fra i cittadini, è di straordinaria attualità. Di conseguenza viene quasi spontanea una riflessione che vuole solo essere uno spunto per il lettore: ci si chiede se allo stato attuale sia possibile rintracciare, tra gli autori e scrittori di teatro e non solo, delle personalità che sappiano tracciare con lucida precisione dei quadri relativi alla nostra contemporaneità in grado di sopravvivere all’inesorabile scorrere del tempo e agli inevitabili cambiamenti di usi e costumi della società occidentale.
Se l’intento è quello di riportare a teatro la comunità cittadina tout court, proprio come era ai tempi della polis greca, la Compagnia Castalia può ritenersi sicuramente soddisfatta nell’aver perseguito con tenacia tale scopo. Grande è infatti il successo di pubblico nonché l’interesse e la partecipazione dimostrata dalle istituzioni – la Compagnia infatti è stata riconosciuta «organismo di produzione teatrale di interesse nazionale» dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – e dagli organi scolastici, partendo dall’Università La Sapienza e continuando con diversi Licei di Roma e del Lazio.
Dunque seppure la regia e l’allestimento nella sua totalità risultino piuttosto elementari, l’aggettivo assume una connotazione assolutamente positiva data la capacità di coinvolgere, interessare, incuriosire e, in un certo modo, educare un pubblico non esclusivamente composto di appassionati e studiosi della materia. Un’educazione non soltanto rivolta ai padri del nostro teatro, ma anche ad una presa di coscienza di quanto poco siano, purtroppo, cambiate le cose da duemila anni a questa parte.
Se uno dei compiti riconosciuti al teatro è quello di risvegliare le coscienze del semplice cittadino, ci auguriamo allora che la Compagnia Castalia e i suoi allestimenti continuino ad avere lunga vita.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Roma di Ostia Antica
Via dei Romagnoli, 717 (scavi archeologici Ostia Antica) – Roma
26 luglio 2014, ore 21.00

Teatro Arcobaleno presenta
Le Nuvole
di Aristofane
adattamento Vincezo Zingaro
regia Vincenzo Zingaro
con Fabrizio Passerini, Ugo Cardinali, Rocco Militano, Piero Sarpa, Laura De Angelis, Erika Puddu, Carmen Landolfi
maschere Carboni Studio
musiche Giovanni Zappalorto
scene Vincenzo Zingaro
costumi Paola Iantorni
luci Giovanna Venzi
organizzazione Barbara Gai Barbieri