Applausi e risa a scena aperta per il brillante e sempreverde testo di Eduardo Scarpetta, nell’adattamento di Geppy Gleijeses, ospitato dal Teatro Franco Parenti.

Un grande libro polveroso campeggia al centro del palcoscenico. Una ragazza e un giovane uomo ne sfogliano le pagine, “liberando” i personaggi di una favola ancora non raccontata dalla loro prigione di carta e di polvere. Lo Scarfalietto (Lo Scaldaletto), opera del celebre autore ottocentesco Eduardo Scarpetta, rivive così sul palcoscenico del Teatro Franco Parenti, nell’adattamento ideato e diretto da Geppy Gleijeses.
Come in un curioso ed enorme libro pop-up, uno di quei libri tridimensionali con i meccanismi e le sagome in cartoncino che “saltano su” dalle pagine, così prende vita la pièce che ruota attorno a Felice Sciosciammocca – una delle più celebri maschere di Scarpetta, qui interpretata da Lello Arena – e al suo burrascoso matrimonio con Amalia, una sorta di burbera e rigida creatura di Frankenstein, resa abilmente da Marianella Bargilli.
A far traboccare il vaso di un matrimonio già in bilico, la rottura accidentale di uno scaldaletto – una bottiglia piena d’acqua calda – tra le lenzuola del letto nuziale. La situazione peggiora ulteriormente quando fa capolino sulla scena lo scanzonato e spocchioso signor Papocchia, interpretato brillantemente da Geppy Gleijeses, deciso ad affittare uno degli appartamenti del palazzo della coppia per la sua amante, la soubrette Emma Carcioff.
Sotto gli occhi curiosi di una giovane cameriera e di un furbo maggiordomo, marito e moglie iniziano a consultare i rispettivi avvocati, cercando di capire come fare per mettere fine alle nozze facendo ricadere la colpa sull’altro coniuge.
Tra una lite furibonda e l’altra, i capricci da diva della soubrette e le comiche prove generali di un improbabile balletto, si voltano via via le pagine del libro e, passando dal foyer del teatro che ospita lo spettacolo della frivola ballerina, si finisce tra i banchi di un bizzarro tribunale per discutere la causa di separazione di Felice e Amalia.
Ed è proprio davanti al giudice che la questione si ingarbuglia ancora di più per poi trovare finalmente soluzione, chiarendosi una volta per tutte nel divertente finale.
La ben congegnata scenografia “mobile” – interamente imperniata sul grande libro che, pur facendo saldamente da sfondo a tutte le scene, si trasforma con esse – e gli splendidi costumi conferiscono all’opera un’aria che trasmette perfettamente il fascino magico della Napoli ottocentesca, dandone un curioso spaccato sociale e culturale.
Ispirata al testo francese La Boule, l’opera di Scarpetta rappresenta un autentico gioiello della tradizione teatrale dialettale partenopea, a cui il sapiente adattamento di Gleijeses, condito dalla proverbiale verve di Lello Arena, ha reso pienamente giustizia.

Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti

via Pier Lombardo, 14 – Milano
fino a domenica 19 febbraio
orari: mart. – giov. – ven. ore 21.15; merc. – sab. ore 19.30; dom. ore 16.30

Lo Scarfalietto (Lo Scaldaletto)
di Eduardo Scarpetta
adattamento e regia di Geppy Gleijeses
con Lello Arena, Marianella Bargilli, Gennaro Cannavacciuolo, Geppy Gleijeses
scene Paolo Calafiore
costumi Sabrina Chiocchio
musiche Matteo D’Amico
luci Luigi Ascione
produzione Teatro Quirino e Teatro Stabile di Calabria