Storia epistolare di un’amicizia al femminile

All’interno della rassegna Her.S, al Teatro dell’Orologio va in scena – in una riduzione ad hoc per l’occasione -Tamara Bartolini con L’ultima parola è dei pavoni: una cavalcata che ripercorre la vita della scrittrice americana Flannery O’Connor, raccontata attraverso gli occhi di una giovane ammiratrice.

Scrittrice americana nata nel 1925 in Georgia, Flannery O’Connor è uno di quei nomi diventati cult nell’immaginario letterario americano e non solo. Nel 1952 esordisce col suo primo romanzo (Wise Blood) e la strada per il successo le si apre immediatamente: tre dei suoi successivi racconti le consegnano il prestigioso O’Henry Award e diventa protagonista di numerose conferenze nelle università del sud degli Stati Uniti.
Flannery O’Connor è un personaggio particolare, dalla vita affascinante seppure lontana da quegli eccessi di mondanità che possono contraddistinguere altri grandi nomi della sua epoca. Trascorre tutta la sua vita a Milledgeville dove, dopo la morte del padre, si dedica con passione e dedizione al suo allevamento di pavoni. Colpita dal lupus eritematoso, è costretta a vivere una vita tra cure estenuanti e in perenne compagnia delle sue stampelle. Il presentarsi di un tumore ne aggrava ulteriormente la situazione che la porterà alla morte a soli 39 anni.
Le sue opere rispecchiano pienamente le contraddizioni della sua terra. I personaggi traggono ispirazione da figure locali e forti sono il tema religioso e quello delle tensioni razziali, affrontati però sempre con un tono ben lontano da facili moralismi: «ai gusti perbenisti dei bigotti oppone anzi storie a tinte forti e senza finali consolatori, ben consapevole della sua problematica missione di narratrice cattolica nel territorio del diavolo» (Minimum Fax).
Una donna complessa e coraggiosa che, tra i tanti ammiratori e sostenitori, ha suscitato particolare interesse e coinvolgimento in una giovane donna che a un certo punto deciderà di scriverle una lettera alla quale, inaspettatamente, la O’Connor risponderà. È su questo prezioso carteggio che si basa il testo teatrale di Maria Francesca Destefanis (L’ultima parola è dei pavoni), interpretato dalla sempre brava Tamara Bartolini. Il testo, presentato per la prima volta nel 2004 presso il Centro Studi Americani in occasione di un convegno per i quarant’anni dalla morte di Flannery O’Connor, è stato vincitore del XXXI Premio Flaiano Drammaturgia under 35.
Lo scambio di lettere tra Flannery e la ragazza – conosciuta dai lettori dell’epistolario come A. – apre una finestra che consegna un ritratto della scrittrice sotto una luce diversa, che in qualche modo la completa. La Bartolini passa con disinvoltura – oltre che con un entusiasmo travolgente – dai racconti di A. alle interpretazioni di una Flannery sempre più affaticata dalla malattia, ma che non si consegna a un atteggiamento rinunciatario nei confronti della vita. Forti e importanti sono le tematiche che le due donne si trovano a discutere nel carteggio: una fra tutte, quella che più rimane impressa nel testo della Destefanis, è quella religiosa. I dubbi e le perplessità di A. stimolano nella stessa Flannery riflessioni sempre più profonde le quali, a loro volta, portano A. a una nuova comprensione della fede religiosa. A questo si unisce e mescola anche l’anacronismo rappresentato da due donne estremamente moderne e forti che, però, si trovano a vivere in un’America degli anni Cinquanta ancora piuttosto provinciale e colma di pregiudizi.
Un testo stimolante, che porta alla luce interessanti riflessioni ancora molto attuali, un’interpretazione fresca e profonda al tempo stesso: tutte queste componenti rendono lo spettacolo piacevolmente fruibile da un pubblico sicuramente eterogeneo.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro dell’Orologio
Via dè Filippini, 17/a – Roma
8 e 9 novembre 2014
sabato ore 21.30, domenica 0re 18.00

Sycamore T Company presenta
L’ultima parola è dei pavoni
scritto e diretto da Maria Francesca Destefanis
con Tamara Bartolini