Pirandello e gli uomini mimetici

teatro-pergola-firenzeAl Teatro della Pergola di Firenze il regista Giuseppe Dipasquale e il Teatro Stabile di Catania recitano L’uomo, la bestia e la virtù.

Considerato il massimo drammaturgo italiano del Novecento e Premio Nobel per la letteratura nel 1934, Luigi Pirandello ha sempre posto molta attenzione nello scavo psicologico dei suoi personaggi. Questo sia nei romanzi che nelle opere teatrali. Come non ricordare Il fu Mattia Pascal o Uno, nessuno, centomila – emblematici di quella crisi esistenziale e sociale di inizio XX° secolo. Il medesimo torno di tempo in cui Freud e la psicoanalisi suscitavano grande attenzione e l’essere umano veniva finalmente preso in considerazione anche per la sua interiorità. Non a caso, la maschera e l’apparenza borghesi sono state un punto fermo nella produzione maggiore di Pirandello: un’esteriorità da mantenere, nonostante le vicissitudini quotidiane e i bisogni individuali.
L’uomo, la bestia e la virtù fu portato in scena per la prima volta a Milano nel 1919 e fa parte di quella fase della composizione teatrale pirandelliana detta teatro umoristico o grottesco. Dopo le prove di matrice verista, scavando più a fondo nella psicologia dei suoi personaggi, l’autore punta il fuoco sulla loro vera natura, dietro alla maschera perbenista delle apparenze. I personaggi, caricatura di loro stessi, si muovono in un teatro-specchio, dove gli spettatori possono rivedersi nelle pecche e nelle distorsioni agite dagli attori. Ed è questo che si vuole rappresentare nell’opera pirandelliana forse più comica, messa in scena a Firenze sotto la direzione di Giuseppe Dipasquale.
Tre i personaggi principali: la signora Perella/la Virtù (Marianella Bargili); il capitano Perella/la Bestia (Marco Messeri); e il professor Paolino/l’Uomo (Geppy Gleijeses). Tutti travolti da una concitata vicenda di tradimenti e parvenze da salvare, che interpretano brillantemente come si confà a una commedia ironica e incalzante. La signora Perella, moglie virtuosa e fedele, è tradita dal marito, capitano di lungo corso, che si è rifatto una seconda vita familiare a Napoli e disdegna rapporti intimi con lei, trovando ogni pretesto per litigare. Paolino finisce così per diventare l’amante della signora, mentre il destino prende una strada inaspettata e la borghese madame si scopre ad aspettare un pargolo. Come si potrà escogitare per salvare le apparenze?
«Certo, il destino…», recita Geppy Gleijses, nei panni del preoccupato professore con un eclettico gilet di plastica trasparente: «un attimo di debolezza in tanta disperata solitudine». Si cerca un espediente per indurre il capitano, in arrivo nel giro di poche ore, a consumare una notte con la casta consorte. Bisogna salvare la situazione, la rispettabilità della signora Perella. Sullo sfondo di una scenografia minimalista, composta quasi esclusivamente da tavoli e sedie, le scene cambiano atmosfera grazie soprattutto a un’interessante combinazione di fondali luminosi colorati.
Le maschere dei personaggi si confondono. Del resto, chi interpreta davvero la Virtù e chi l’Uomo – oppure la Bestia? Le maschere sono molteplici nell’essere umano, si sovrappongono e si interscambiano, influenzate dagli eventi e dagli obiettivi che si vuole raggiungere, al fine di mantenere quella certa forma obbligatoria – imposta dalla società del tempo. L’uomo è un essere mimetico e occorre scavare nell’essenza per trovare la verità, l’identità autentica – sempre che si sia certi che esista davvero. Molte le battute ironiche e altrettante le risate degli spettatori. Un’esilarante interpretazione; una trama sempre più intrigante; e un finale che ribalta le aspettative.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro della Pergola
via della Pergola – Firenze
venerdì 4 dicembre, ore 20.45

L’uomo, la bestia e la virtù
di Luigi Pirandello
regia di Giuseppe Dipasquale
con Geppy Gleijses, Marianella Bargili, Marco Messeri, Vincenzo Leto, Renata Zamego e Francesco Benedetto
costumi Adele Bargili
scene Paolo Calafiore
musiche Mario Incudine
luci Luigi Ascione
coordinamento Mariano Anagni
produzione Gitiesse Artisti Riuniti/ Teatro Stabile di Catania