Titanismo e malinconia

L’orchestra Roma Sinfonietta e l’Università Tor Vergata chiudono il ciclo la stagione 2017 con un magistrale concerto, dove il flusso mahleriano trascina il pubblico attraverso emozioni contrastanti.

Comprendere lo sviluppo della storia della musica moderna e il passaggio dal sinfonismo ottocentesco alla musica del XX secolo sarebbe impresa impossibile senza tener conto di un autore come Gustav Mahler, ponte di collegamento tra il wagnerismo e le rivoluzioni stilistiche della musica atonale e dodecafonica della Scuola di Vienna. Come sosteneva il filosofo e musicologo Theodor W. Adorno, infatti, Mahler fu in grado di portare alle estreme conseguenze i principi costitutivi della musica tonale e le norme della tradizione compositive raggiungendo il punto di rottura estremo, senza mai però varcare quel confine che sarebbe poi stato superato da quello che divenne l’allievo più significativo di Mahler, ovvero Arnold Schoenberg. Mahler, soprattutto attraverso le sue sinfonie, tese al massimo le convenzioni compositive sperimentando a livello di struttura e di armonie, annunciando i mutamenti novecenteschi e l’avvento della Nuova Musica. In questo ordine di discorsi, un’opera come la Prima Sinfonia, conosciuta anche col titolo Il titano, assume un valore fondamentale: scritta e concepita come Poema sinfonico, Il titano venne poi accreditata in tutto e per tutto come Sinfonia, ma non è raro fruirla nella sua versione da camera (firmata da Iain Farrington) modellata sulle esigenze di un’orchestra ridotta rispetto alla maestosa formazione sinfonica prevista dall’autore.

Questo è stato il caso dello straordinario concerto di chiusura della stagione 2016-2017 organizzata dalla Roma Sinfonietta presso l’Auditorium Ennio Morricone della Macroarea di Lettere e Filosofia dell’Università Tor Vergata di Roma: dopo un anno di grandi proposte, il commiato e l’invito per la ripresa delle attività prevista per l’autunno prossimo proviene dal maestro Fabio Maestri, che ha diretto con passione ed energia l’Orchestra Roma Sinfonietta, realtà che dal 1993 propone in giro per il mondo esecuzioni di altissimo livello e che proprio negli ultimi anni ha avviato una fruttuosa collaborazione con l’Università Tor Vergata.

Probabilmente uno dei migliori concerti della stagione: l’opera di Mahler, che alterna momenti impetuosi e, non a caso, titanici a brani più intimisti e raccolti, scorre perfettamente tra gli archi e i fiati, che come prevede la partitura si rimbeccano continuamente irrompendo gli uni nel flusso sonoro degli altri. L’opera infatti è ricca di quelle che sempre Adorno definiva “irruzioni”, elemento tipico e caratteristico della scrittura di Mahler, come tipica è l’attenzione nei confronti di elementi provenienti dalla musica popolare ungherese (testimonianza dello spirito cosmopolita dell’allora Impero austroungarico, in cui confluivano la tradizione continentale viennese e l’immaginario popolare slavo); a tal proposito incantevole è stata l’esecuzione del Terzo Movimento, dove l’inarrivabile marcia funebre si sviluppa per poi fiorire e tramutarsi in danza cadenzata e poi ancora ripiegarsi malinconicamente in se stessa, fino a esplodere nell’ultimo movimento.
Roma Sinfonietta non avrebbe potuto salutare meglio il proprio pubblico, perché la sinfonia di Mahler è un flusso di emozioni e un’esperienza unica, in grado di concentrare stimolazioni opposte, stili contrastanti e suggestioni molteplici.

Lo spettacolo è andato in scena:
Auditorium Ennio Morricone – Università di Roma Tor Vergata
Via Columbia, 1 – Roma
mercoledì 12 aprile, ore 18.00

Associazione Roma Sinfonietta presenta
Sinfonia n. 1 Il titano
di Gustav Mahler