Napoli, mille colori

Malìa Napoletana, un recital- concerto con la voce protagonista di Massimo Ranierie e una sinfonia jazz che incanta, affascina e colpisce una platea carica in pieno clima pre-natalizio. Ancora in replica al Teatro Quirino fino al 31 dicembre.

Massimo Ranieri è una certezza e un punto di riferimento nel panorama della musica italiana e il concerto Malìa Napoletana ne è una prova lampante. Il concerto è in chiave jazz con musicisti di alto livello, Enrico Rava alla tromba e flicorno, Stefano Di Battista al sax alto e soprano, Rita Marcotulli al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria.

Si inizia con la presentazione e brevi assoli di questi grandi jazzisti con dediche alla grande musica degli anni ’50 e ’60, al grande autore Ennio Morricone (presente in sala) e a Pino Daniele, altro grande musicista che ha fatto conoscere, un po’ come lo stesso Ranieri, la Napoli al mondo: «Muiono i poeti, ma non muore la poesia, perchè è infinita come la vita» come diceva Aldo Palazzeschi.

I pezzi sono i classici della canzone napoletana (e non solo) e dei suoi autori, grande spazio a Peppino di Capri, Renato Carosone, Domenico Modugno, Sergio Bruni, Pino Daniele, Renato Rasce per terminare con tre grandi classici, Perdere l’amore, Vent’anni e Rose rosse.

Più che di un semplice concerto, si può parlare di un vero e proprio recital, nel quale Ranieri racconta aneddoti della propria vita con l’eleganza di un presentatore e con l’estrosità di uno scugnizzo. Dalla mitica Roberta Flack che volle cantare a tutti i costi insieme a lui, al Carnagie Hall di New York, un grande classico di Peppino di Capri, Anema e Core, ai versi più celebri della canzone Resta ccu me di Domenico Modugno al tempo censurati e cambiati: da «non mi importa di chi ti avuto» in « non mi importa del passato».

Ogni canzone nasconde dettagli di una vita vissuta da un grande showman che ha scalato il successo, come nel sogno americano. Figlio di una famiglia di operai, riuscì a entrare nel mondo della musica notato da Giovanni Polito, mentre da bambino, alle prese con il lavoro da posteggiatore, cantava per i vicoli di Napoli, per poi arrivare in pochi anni sui palchi più importanti non solo d’Italia, ma anche degli Stati Uniti con Vienimi in sogno, quando, ancora guaglioncello, si trovò all’Academy di Brooklin insieme a Sergio Bruni con il compito di ascoltare il suono della sua voce nella platea e nelle varie gallerie. Una carriera fatta di piccoli passi che lo hanno portato a un successo clamoroso.

Colpisce di un uomo così estroverso e sicuro di sé, come ogni volta sia riuscito a circondarsi di grandi musicisti e di attori così differenti con estrema umiltà e classe. E anche in Malìa napoletana, più di una volta, abbiamo esempio di questa contaminazione alta con un jazz che spazia e si avvicina al funkie, al rock, al neomelodico, mandando gli spettatori del Quirino in visibilio.

Amato e stimato, Massimo Ranieri è un grande uomo di spettacolo, ballerino, attore, cantante, che si muove, con velocità e scioltezza, come un contorsionista ed equilibrista, come se il palcoscenico fosse la propria casa, come se fosse una strada dell’amata Napoli. E probabilmente è proprio così, Ranieri ha passato più tempo sul palcoscenico che a casa e i risultati sono evidenti.

Il concerto continua
Teatro Quirino

via delle vergini 7, Roma
fino al 31 dicembre
lunedì, mercoledì, venerdì e domenica ore 21.00
martedì, giovedì e sabato ore 17.00

Malìa Napoletana
Massimo Ranieri voce e direzione artistica
tromba e flicorno Enrico Rava
sax alto e sax soprano Stefano Di Battista
pianoforte Rita Marcotulli
contrabbasso Riccardo Fioravanti
batteria Stefano Bagnoli
light designer Maurizio Fabretti
organizzazione generale Marco De Antoniis