Tra Schubert e Mozart vince Paganini

Al Teatro Dal Verme è di scena Massimo Quarta in veste di solista e in quella, meno consueta, di direttore, per un programma di grande caratura, centrato su due figure titaniche quali Mozart e Schubert – ma a far breccia nel cuore del pubblico è il bis.

Massimo Quarta è uno tra i tre italiani che, nella storia, hanno vinto il prestigioso 1° Premio al Concorso Paganini di Genova – forse l’unico che valga ancora la pena di ascoltare con grande interesse. Un suo concerto è sempre fonte inesauribile di idee che – condivisibili o meno – risultano comunque chiare, e giustificate da un livello musicale e tecnico davvero ai vertici.
Al Dal Verme di Milano, però, Quarta si propone non solo come solista, ma anche come direttore, aprendo il concerto con una poco eseguita Ouverture nello stile italiano D 591 di Schubert, opera giovanile in cui si sentono distintamente le eco del melodramma italiano, rielaborate dal compositore: un brano che è difficile classificare – ottimo per iniziare e profondamente diverso da quello che poi andrà a chiudere la serata, ossia la Sinfonia n. 4 D 417 detta Tragica.
Declinata in quattro tempi, la Sinfonia – oltre a essere di una bellezza incredibile – presenta tutti gli aspetti della musica schubertiana, una sorta di summa del suo universo musicale. Quarta evidentemente la conosce molto bene e la dirige con sicurezza – ma, a volte, è come se alcune finezze fossero volutamente tralasciate a favore di una lettura scorrevole e di ampio respiro. Purtroppo non sempre l’orchestra appare al pubblico del tutto a suo agio, specialmente nel terzo movimento – Menuetto: Allegro vivace – ma la sensazione è fugace.
Racchiuso tra le succitate perle si ha il Concerto per violino e orchestra n. 1 KV 207 di Mozart. L’aspettativa, come naturale, è alta. Scelta intelligente del violinista è di suonare il Tutti per guidare gli orchestrali, anziché dirigere – come fanno altri. In questo modo si ha un senso di compattezza migliore e, probabilmente, ne guadagna anche la chiarezza.
L’inizio non è impeccabile, qualcosa di intonazione sfugge, ma è un peccato facilmente perdonabile: il suono è morbido e pieno – forse, parte del merito va anche al fatto che il violino è un Guadagnini del 1765 – e la resa del primo tempo è ottima. Sorprende invece che l’Adagio seguente sia in pratica un Andante con moto – e un po’ dispiace: certo il discorso musicale non sarebbe stato così scorrevole, ma più cantabilità non avrebbe fatto altro che avvalorare questa esecuzione. Del resto, i secondi movimenti, nelle opere di Mozart, raramente sono degli “adagio”, perché quindi tale scelta? Condivisibile o meno, in entrambi i casi ci sono dei pro e contro, e se l’Adagio è fin troppo scorrevole, il Presto – a seguire – è davvero presto. La proporzione è quindi rispettata: Quarta è oltremodo preciso, e riesce a tenere un discorso musicale concitato sempre di grande qualità.
Il caloroso apprezzamento del pubblico spinge il solista a offrire un bis non annunciato che lascia tutti con il fiato sospeso: il Capriccio n. 24 di Paganini. Sono tanti e affollati i pensieri che attraversano la mente di un attento ascoltatore in questo momento: chi conosce bene le difficoltà tecniche e musicali di questo capriccio sa esattamente dove porre maggiore attenzione, dove tendere l’orecchio. Sebbene, probabilmente, Quarta lo presenti da anni in tutto il mondo, la freschezza e la semplicità con le quali lo esegue sono davvero rare, mentre l’infallibilità tecnica fa impallidire. Di sicuro questi 7 minuti valgono l’intera serata e Quarta si riconferma un violinista eccelso.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Dal Verme
via Giovanni sul Muro, 2 – Milano
giovedì 7 marzo, ore 21.00

F. Schubert: Ouverture nello stile italiano D 591
W. A. Mozart: Concerto per violino e orchestra n. 1 KV 207
F. Schubert: Sinfonia n. 4 D 417 (Tragica)

Direttore e solista Massimo Quarta
Orchestra I Pomeriggi Musicali