Merini per sempre

Al Teatro Ambra alla Garbatella di Roma lunedì 20 maggio La Compagnia Acquari inseguiti da un Leone ha presentato Merimia. Liberamente ispirato dall’anima tra le righe di Alda Merini attraverso la mia. Monologo poetico scritto e diretto da Gaia Gentile, da un’idea di Patrizia Bernardini.

Gaia Gentile si è ispirata alla poetessa dei Navigli Alda Merini, scomparsa il 1 novembre 2009, per scrivere Merimia, un monologo poetico che nasce e trabocca dall’interiorità di un’anima a colloquio con se stessa. «Un’anima» afferma la Gentile «che si racconta nel suo rapporto con gli altri e con Dio per scoprirsi folle d’amore, assolversi, imparare ad amarsi e a ritrovare la propria unità nella poesia».
Il testo, interpretato dall’attrice Patrizia Bernardini, è stato accompagnato da una miscela di musica e danza curata da Antonella Perazzo (coreografa e danzatrice), Giuseppe Camozzi (musiche e voce) e Piero Cardarelli (direzione musicale e arrangiamenti), in una serata evento, lunedì 20 maggio, sul palco del teatro Ambra alla Garbatella di Roma, dove tutte queste arti – poesia, musica dal vivo, danza e recitazione – si sono unite l’una nell’altra per fondersi nell’unico io del poeta, catapultando lo spettatore in uno spazio atemporale, amalgamandosi con la presenza liquida e pervasiva dei versi dell’autrice.
Non teatro parola alla Gaber-Luporini, né semplice accompagnamento di letture in pubblico e neanche versi in musica, ma poemusica – la definizione è dei due artisti, Gentile e Camozzi – usata per la loro prima collaborazione.
I versi della Gentile dialogano con quelli della Merini e partecipano alle continue metamorfosi del corpo dell’attrice, che innanzitutto è Merimia.
In questa atmosfera in bilico, in attesa, Merimia fa la sua entrata alla ricerca di una bambola di nome Piero. Piero e Merimia, figure che si intrecciano, si compenetrano e si confondono fino a fondersi in un’unica voce, un unico io, un’unica poesia. Entrambe tenute al guinzaglio, destinate ad amare nonostante tutto, ad aver bisogno del bisogno degli altri, guidate e mosse da altre mani, esse rappresentano se stesse semplicemente.
La coscienza di Merimia, che pensa e ancora non sa, si incontra con la conoscenza di Piero che sa, ma non può pensare. Tra le righe emerge così la dissoluzione di un io che non vuole capire, ma solo sentire, un io che lotta con Dio per sgretolarsi e ritrovarsi. L’io di Merimia si nascondeva nella poesia, nelle parole sussurrate, nelle note a lei dedicate che irrompono libere dalle gabbie, non più equilibriste traballanti, non più tormenti e abbandoni, non più folli evanescenze, ma rime capaci di lasciare il palco in una valigia, abbandonando l’uomo, gli uomini della sua vita, soli, indifesi e a cantare la sua assenza divenuta ormai presenza unica, unita nella sua Poesia. Sullo sfondo il Muro degli Angeli di Alda Merini, disegnato e ricostruito da una nuova donna che si fa domanda, mai risposta, unico testimone di un Verbo che non trasforma, ma crea la verità dell’anima di Merimia, in malattia, follia e vera poesia.
Merimia è dunque uno spettacolo emozionante nel quale la poetessa e regista Gaia Gentile unisce la rappresentazione caleidoscopica delle arti attorno al mito eterno della poesia, come fossero rifrazioni di un unico prisma. Poesia che non è né uomo né donna, ma una presenza altra e superiore, una concrezione assoluta.
Merimia è anche un testo che verrà pubblicato nel mese di giugno da Infinito Edizioni e che racchiude tutta l’essenza della performance, che permette di avvicinare il pubblico alle parole di una donna la cui vita è stata segnata dalla malattia mentale, ma anche di ritrovare quelle di un’artista di ieri e di oggi in grado di scavare in profondità nell’animo umano.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Ambra alla Garbatella
Piazza San Gioavanni da Triora, 15 – Roma
lunedì 20 maggio, ore 21.00
(durata 1 ora circa senza intervallo)

La Compagnia Acquari inseguiti da un Leone presenta
Merimia. Liberamente ispirato dall’anima tra le righe di Alda Merini attraverso la mia
regia e testo Gaia Gentile
da un’idea di Patrizia Bernardini
con Patrizia Bernardini
musiche e voce Giuseppe Camozzi
direzione musicale e arrangiamenti Piero Cardarelli
coreografie e danza Antonella Perazzo
costumi Antonella D’Orsi Massimo
scenografie Guglielmo Senepa
disegno luci Mauro Memmolo