“Non chiediamo la luna… abbiamo già le stelle”

Quante frasi, come quella recitata da Bette Davis in Perdutamente tua, scandiscono, suggellano, cadenzano e raccontano la nostra vita? In fondo «il mondo non è che un palcoscenico, dove ognuno deve recitare la sua parte».

La voce di Roberta Bosetti si racconta. E usiamo il termine voce perché è soprattutto l’attrice, l’interprete di mille vite che possono riflettersi – come frammenti di uno specchio infranto – nella sua, che va in scena per raccontare la propria éducation sentimentale alla vita.

Uno srotolarsi del tempo, non lineare, nel quale si innestano come accidenti i momenti di un’esistenza banale, quotidiana, ma icasticamente descritta da quelle citazioni filmiche, che hanno contrassegnato l’immaginario di intere generazioni. E dietro ogni frase celebre, un volto, uno sguardo, un bianco e nero indimenticabili – perché i tempi raccontati sono quelli del noir, della grande Hollywood, delle femme fatale, di Nora Desmond in Viale del Tramonto: “Non esiste altro: solo noi e la macchina, e nell’oscurità il pubblico che guarda in silenzio”.

Frammenti, scrivevamo, accompagnati da oggetti disparati, raccolti su una scrivania (l’unico elemento scenografico presente) che Renato Cuocolo inquadra, in diretta, facendo da contrappunto visivo alle parole di Roberta. Le immagini riprese si stagliano su un telone alle spalle dell’interprete, che sminuisce in certo modo ancora di più l’enunziato reale. Come se, dinnanzi al volto siderale della Garbo, agli occhi magnetici di Bette Davis o all’espressione ironicamente tragica de La signora di Shanghai (una Rita Hayworth bionda per volere del marito/regista/Deus ex machina Orson Welles), nessuna vita, nessun corpo possa avere mai quella consistenza, quella tangibilità insieme immanente ed eterna del formato celluloide.

Ed è interessante come l’oggetto più banale si carichi di significati altri quando, nella mente dello spettatore, si ricollega a un’inquadratura, una trama, un colpo di scena. Basti un esempio, delle forbici da cucito potrebbero non dirci nulla. Eppure, se sono posate accanto a una M, ecco che rimandano immediatamente a Dial M for Murder (Il Delitto Perfetto), di Alfred Hitchcock, e d’un tratto ci sembra di vederle, in 3D, nelle mani di Grace Kelly mentre le conficca nella schiena dell’uomo che sta cercando di ucciderla. E se, al contrario, le accostiamo a un occhio, ecco spuntare l’immagine della donna di Un chien andalou, quando un rasoio affilato – nelle mani di un uomo – ne affetta la pupilla.

Unica pecca di questo gioiello per cinéphile, l’aver descritto l’esperienza di Roberta bambina che guarda alla tv Biancaneve di Walt Disney, mentre perde il padre (che muore nella stanza accanto). Peccato che i capolavori Disney non siano arrivati in tv che in anni recenti e i bambini, almeno fino al vhs, potevano canticchiare con i sette nani solo nelle sale cinematografiche.

Lo spettacolo è andato in scena:
Magnolfi Nuovo

via Piero Gobetti, 79 – Prato
mercoledì 30 settembre e giovedì 1° ottobre, ore 21.30

Cuocolo/Bosetti presentano:
MM&M
Movies, Monstrosities, and Masks

di Renato Cuocolo e Roberta Bosetti
con Roberta Bosetti e Renato Cuocolo
regia Renato Cuocolo
produzione IRAA Theatre, Il Funaro di Pistoia, Festival delle Colline Torinesi