Di attivismo, poesia e musica

teatro-colosseo-torinoAl Teatro Colosseo di Torino è andato in scena il sodalizio efficace di musica e parole di Erri De Luca accompagnato da una band d’eccezione.

Su di un palco dalla scenografia semplice, composta solo da strumenti musicali e una panchina, il quieto e incisivo Erri De Luca viene accompagnato dalla voce di Nicky Nicolai e dalla musica dei suoi compagni di viaggio. Uno spettacolo di Musica Provata perché provati si rimane dagli eventi, dalle sensazioni e dai pensieri emozionali, così come dalla vitalità degli stessi atti della composizione e realizzazione e dal luogo dove tutto è nato. Dal palco, infatti, gli artisti ci raccontano la genesi di questo progetto, parlando dello scantinato dove si riunivano per  scambi di idee e improvvisazioni. Ed è proprio in questo clima di intimità e sintesi emotiva che lo spettacolo sembra essere venuto alla luce e con lo stesso spirito si vuole trasmettersi sul palco. Gli artisti, infatti, sono informali, si rivolgono spesso direttamente al pubblico di Torino, città legata all’attivismo di Erri De Luca.
Lo scrittore napoletano porta in scena un testo originale per rendere omaggio alla combinazione creata da parole e musica, partendo proprio da una riflessione sui concetti di parola e della potenza del parlare.
Per De Luca, infatti, la parola è salvifica e pericolosa, esplicita o criptica, chiara e rischiosa di fraintendimento. Da un’aula di tribunale al palco del Colosseo Erri rivendica la necessità dell’atto del parlare, fino a spingersi oltre e sostenere con serafico sorriso la forza della musica e del canto, perché sia la musica a rendere immuni e leggere le parole. E così accade nello spettacolo, dove poesie e pensieri di De Luca vengono musicati e cantati con tono lieve e incisivo.
La ricerca della nota giusta per accompagnare i pensieri di carta sembra ben adattarsi a un jazz sperimentale e vorticoso, con picchi ilari a motivi più introspettivi. E intanto la voce non si spegne, Erri non arresta il suo ruolo di poeta, rivolgendosi con sguardo attivo e curioso ai delicati affari del mondo.
Lo scrittore sul palco si racconta ora lanciando qualche provocazione, ora lasciandosi guidare da un assolo di sax che miagola e graffia. Allora, alternando momenti in cui si siede su una panchina a godersi lo scenario musicale e momenti recitativi, lo scrittore affronta diversi argomenti, discute e poeteggia su concetti come la bellezza, che è sinonimo di forza in grado di spingere dall’alto verso il basso a dispetto della gravità. Si sofferma poi sulla sua Napoli, descrivendone con perizia di particolari il composito territorio, fatto di vulcani assopiti e terre tremanti.
«Ad esempio, la tarantella io la vedo come il ballo del suolo» dice lo scrittore con una potenza che si sprigiona dalle viscere e che si asseconda come a esorcizzare una qualche eruzione. Ballare noi pur di non far ballare il suolo. Continuando questo excursus, si rivolge a Salvatore Di Giacomo, grande poeta napoletano, citandone le parole per elogiare la meraviglia dell’esistenza e l’essenzialità e verità delle cose. Recita poi alcuni versi del poeta sul sole che matura i campi, riscalda «e non è d’oro, perché l’oro è niente, e senza sole nun sarrìa lucente». Ancora sul sud, adesso sul mare, il Mare Nostrum. Sebbene l’aggettivo nostrum sembri regalare un forte senso di appartenenza, De Luca, chiamando in causa passeggeri della necessità, sostiene che non si possa però parlare di un’appartenenza condivisa. Calandosi nell’atmosfera dell’aneddoto, ci racconta con dettagli, talvolta anche crudi, le sue chiacchierate con i pescatori di Lampedusa, ombelico di accoglienza e vera capitale del Mediterraneo. E recita una preghiera laica: «Mare nostro che non sei nei cieli … Accogli le gremite imbarcazioni senza una strada sopra le tue onde».
La poesia di De Luca non può che apparire poesia del nostro tempo, in grado di guardare al secolo passato, pennellando quadri e scene di vita quotidiana nei quali la parola si eleva a compagna simbiotica.
In chiusura, con un chiaro rimando a quel fattaccio che lo ha reso protagonista di tanta cronaca giudiziaria e civile negli ultimi mesi, De Luca trova l’occasione per ammonire il suo pubblico a non mollare mai la presa, come si sta facendo nella battaglia No Tav, alla quale lo scrittore non sembra voler proprio rinunciare, come si deve fare per tutte le battaglie della vita. E allora ancora, restare e condividere. Segue un ovvio scroscio di applausi.
Sembra che la musica sia davvero riuscita a provare e a saggiare le parole del nostro Erri.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Colosseo

via Madama Cristina, 71, Torino
30 ottobre 2015

Musica Provata
di e con Erri De Luca
con Nicky Nicolai, Stefano Di Battista, Roberto Pistolesi, Andrea Rea, Daniele Sorrentino