La strana storia del cane messo sotto ogni dieci minuti in Honduras

elfo-pucciniIn Nessi, Bergonzoni si scatena in fiume di parole che dura oltre un’ora: un circo di surrealismo dominato da una logica ferrea.

Si rivolge soltanto agli uomini, Alessandro Bergonzoni, nel suo ultimo monologo, Nessi. Si appella, pur con la sua solita ironia, al loro senso di responsabilità. Resta il dubbio se ritenga che per le donne non serva o si sia dimenticato di occuparsi anche di loro, benché la scena sia dominata da tre incubatrici vuote, nelle quali l’autore ficca le mani come in un sacco da cui estrarre parole, sensi. E appunto nessi. L’invito al pubblico è di tenersi in contatto. Ma non via Internet. Tanto che l’autore-attore rifiuta le interviste sul web, anche se usa Internet e per esempio sul suo sito c’è un contatore perenne (e poco chiaro) di chi sta nascendo e chi sta morendo in tempo reale. Il contatto, comunque, è, per lui, quello con il mondo circostante, con i proprio figli e i proprio padri, finché sono in vita (perché, suggerisce per esempio, non organizzare una veglia del vivo anziché quella del morto: così non resterebbero rimpianti per tutte le cose che non ci si sono dette, le domande non fatte, i ricordi non più condivisi). Di fatto, un Bergonzoni malinconicamente accorato, nonostante scateni un’ilarità senza sosta e anche piuttosto paradossale perché, vista la rapidità delle battute e la loro non immediatezza il pubblico, è sempre un po’ in ritardo, come se seguisse una traduzione. Raccontare il monologo è di fatto impossibile, come per tutti gli spettacoli di Bergonzoni. Il rischio, certo, è la monotonia della formula. Ma lui è bravissimo e la sua creatività verbale (e di pensiero) è così inesauribile che è impossibile annoiarsi. Portarsi qualcosa a casa, visto il ritmo, è abbastanza difficile, a parte alcune battute (come quella, più facile: ogni dieci minuti un cane viene investito in Honduras… sempre lo stesso, non fa in tempo a rialzarsi, che zac…). Divertimento a parte, resta anche l’ammirazione non solo per la capacità affabulatoria, ma anche per quella puramente clownesca. Magrissimo, con una chioma da Einstein impazzito, Bergonzoni si muove sulla scena come una marionetta di gomma. Per sapere dove andrà, ci sarebbe il suo sito (http://alessandrobergonzoni.it): occorre un po’ di pazienza per navigarlo.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Elfo Puccini – Sala Shakespeare
Corso Buenos Aires 33 – Milano
www.elfo.org
dal 3 al 13 giugno 2014
Visto il 10 giugno alle 21,00

Nessi
testo di Alessandro Bergonzoni
regia di Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
interpretato da Alessandro Bergonzoni
produzione Allibito
(durata: 1 ore e 20)