La mia possibilita’ di immaginare finisce quando inizia la tua

teatro-ringhiera-milano-80x80Al Teatro ATIR Ringhiera la Compagnia Babygang porta in scena il suo paradosso Noi non siamo qui, partendo dal punto in cui Beckett ci aveva lasciato: e infatti Godot è arrivato.

La bugia sta alla base di tutte le arti, ed entusiasma la capacità che fornisce all’artista come al fruitore di sentirsi autonomo dal suo presente e finalmente, veramente libero. D’altra parte, il meccanismo della bugia e dell’autoinganno non è soltanto una misura estrema contro l’insopportabilità dell’esistenza, ma un’arma di difesa della psiche antica come l’uomo stesso.

E, ci fa notare la drammaturga e regista Carolina De La Calle Casanova, la menzogna è alla base anche di moltissimi settori della nostra vita, dalla politica alla pubblicità ai rapporti umani. Le bugie con le quali comunichiamo ci parlano di noi più di quanto non facciano le nostre azioni.

Se facessimo un bilancio delle nostre esperienze immaginate o reali, scopriremmo che siamo fatti soprattutto dalle prime.

“Mia nonna mi diceva sempre” ricorda la regista “che i baci immaginati sono sempre più belli di quelli accaduti”. Perchè inevitabilmente la mente ci porta a sopperire a ciò di cui il reale ci priva. E’ la finzione a renderci davvero artefici della nostra vita.

Noi non siamo qui: curioso titolo per uno spettacolo sostanzialmente nato dall’improvvisazione e dall’imminenza del qui e ora.

Noi non siamo qui, ci dice il quartetto di attori della Compagnia Babygang, eppure a noi sembra che siano presenti più di ogni altro in sala.

Noi non siamo qui. Noi preferiamo la menzogna, la nostra personalissima bugia, a una realtà che non ci riflette, che ci lascia orfani di senso.

I quattro personaggi, senza psicologia e senza identità, hanno semplicemente scelto di non esserci. Si sono tolti dall’imbarazzo del reale, con tutti i suoi dati, le sue interpretazioni il più possibile obiettive, la sua gravosa oggettività.

E non a caso, i principali riferimenti testuali, comprese le numerose citazioni sceniche, provengono proprio da Beckett.

In scena anche un musicista, che con i suoni interviene nell’azione come gli interpreti con gesti e parole. Una gang bislacca che ha scelto di non stare nel mondo, di sabotare il reale preferendogli l’immaginato.

Interessante oltre alle derive tematiche della performance il percorso creativo che l’ha generata: un’operazione drammaturgica libera, fatta a ridosso della scena, che ha visto il gruppo partire da stralci testuali presi da Beckett uniti a materiali disparati prodotti da Carolina De La Calle Casanova. Materiali poi profondamente trasformati grazie all’interpretazione degli attori che fanno di ogni replica una rappresentazione a se stante.

Ne risulta una drammaturgia perfettamente integrata alla dimensione recitativa, che dell’autorialità fa il proprio credo, nonostante si tenga sempre in mente una linea guida che incanala parole e gesti entro un comune obiettivo.

La Babygang, compagnia pluripremiata e guardata con attenzione da pubblico e critica come una delle realtà più interessanti della scena milanese, in occasione della Festa della donna sarà in scena al CAM Lessona di Quarto Oggiaro sabato 9 marzo alle ore 20.30 (ingresso gratuito) con il monologo, in forma di lettura, Zia Severina è in piedi che fa parte del Progetto Alveare.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro ATIR Ringhiera
Via Boifava 17 – Milano
Da giovedì 28 febbraio a domenica 3 marzo 2013
ore 20:45; domenica ore 16:00

Noi non siamo qui
testo e regia di Carolina De La Calle Casanova
movimenti scenici a cura di Giorgio Rossi
con Federico Bonaconza, Mario Fedeli, Andrea Pinna, Valentina Scuderi
musiche originali eseguite dal vivo da Francesco Arcuri
disegno luci Sarah Chiarcos
produzione Compagnia Babygang