L’apparenza inganna

teatro-rossiniCon Non è quel che sembra la compagnia Gogmagog porta in scena due racconti di sadismo, violenza e gusto di uccidere, celati da un’apparenza di normalità.

Gogmagog, costituita dagli autori-attori Cristina Abbati, Carlo Salvador e Tommaso Taddei, nasce nel 1998 come compagnia di ricerca, attenta ai nuovi linguaggi teatrali e interessata a un continuo rinnovamento artistico attraverso la cooperazione con altre realtà.
Non è quel che sembra (che ha debuttato nel 2012) si origina da un lavoro precedente, Quanto mi piace uccidere. Storia di un politico toscano (2010), in collaborazione con la compagnia Egumteatro, i cui fondatori Annalisa Bianco e Virginio Liberti curarono regia e drammaturgia (nel 2009 i due gruppi avevano già allestito in comune Questa sera si recita la nostra fine, ispirato alla trilogia sul teatro di Pirandello).
Il nuovo spettacolo si divide in due parti, due storie, due personaggi diversi, interpretati entrambi da Tommaso Taddei. La prima vicenda narra di un manager e uomo politico di grande successo, che ha ricevuto i consensi dei propri elettori grazie ai suoi sughi, i sughi più amati dagli italiani. Accompagnato dall’Inno di Mameli, entra in scena in giacca e cravatta e con sapiente retorica ringrazia gli elettori che lo hanno votato e gli hanno dato fiducia. Dopo questo preambolo, comincia il racconto della sua vita passata: da ragazzino, i genitori gli insegnarono ad allevare gattini per poi ucciderli e cucinarli; la madre morendo espresse il desiderio di essere mangiata dal marito e dal figlio anziché dai vermi; dopo il suicidio del padre e spinto dall’anima della madre, lui stesso commise la prima violenza e il primo omicidio, terminato con un atto di cannibalismo: «Ti bacio, ti bevo, ti mangio, ti amo» (ricordando in parte Norman Bates di Psycho e in parte Anna Cappelli di Annibale Ruccello).
Nella seconda vicenda il performer interpreta un gay che si presenta al pubblico indossando una giacca di pelle pitonata sul torso nudo, e subito, appena entrato in scena, si abbassa i pantaloni, rivelando un paio di mutande nere con un teschio di paillettes argentate. Il giovane inizia la sua storia lamentandosi di un continuo senso di solitudine, che tenta di combattere frequentando le discoteche, dove trova sempre qualcuno che lo avvicina e gli chiede di appartarsi. Una volta in auto, cercano un posto isolato (con particolare predilezione per i cimiteri) e qui, dopo aver fatto l’amore, il protagonista uccide il partner, talvolta spezzandogli il collo, talvolta in modi sadici (si parla di un uomo bruciato vivo, e poi schiacciato ancora agonizzante sotto una pressa).
In entrambi i racconti si vuole dimostrare quanto l’apparenza possa ingannare, quanto in un uomo di successo, sicuro di sé, oppure, al contrario, in un uomo sofferente e d’aspetto mite possano celarsi odio e violenza, così intensi da sfiorare il grottesco.
Nonostante la spontaneità di Tommaso Taddei e la drammaturgia scorrevole di Virginio Liberti, il tema viene presentato in modo fin troppo didascalico e sebbene la scheda artistica ci informi che «Lo spettacolo riflette sul gesto di uccidere e le sue assurde motivazioni psicologiche, familiari e culturali», non vi troviamo alcuna riflessione approfondita sui meccanismi psichici che possono produrre gli spaventosi gesti distruttivi raccontati. La performance si limita a sbatterci di fronte ad angoscianti descrizioni di violenza e sadismo, non diversi dai racconti di cronaca che i mass-media ci presentano quotidianamente in modi sempre più diretti (tramite fotografie, riprese video, registrazioni…); ma quando tali eventi estremi diventano argomento di un lavoro artistico, ci pare legittimo chiedere una diversa e più complessa e significativa rielaborazione, anziché una semplice illustrazione pseudo-veristica.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Rossini – Pontasserchio
venerdì 5 aprile, ore 21.00
 

Non è quel che sembra
di Gogmagog
testo e regia Virginio Liberti
tecnico Antonella Colella
con Tommaso Taddei
produzione Gogmagog con il sostegno di Regione Toscana-Sistema Regionale dello Spettacolo
(durata 1h)