Il nuovo respiro di Nora

La Genova bene si mobilita per Ronconi e Ibsen rivive sul palcoscenico del Teatro della Corte in una versione più moderna che mai.

Luca Ronconi mantiene la promessa e mostra al pubblico lo scheletro del teatro dando vita a uno spettacolo che si forma nel momento stesso in cui avviene, correndo il rischio di rendere la fruizione limitata e accessibile a un pubblico di soli addetti ai lavori; se al cinema, infatti, realizzare un’opera per i registi non esclude necessariamente lo spettatore, a teatro è più difficile mantenere un equilibrio del genere. In sede di conferenza stampa, Ronconi aveva affermato: «La mia presenza, in quanto regista, non sarà avvertita», ma proprio come il maestro del giallo, Alfred Hitchcock, i particolari, solo ai più attenti, raccontano un’altra versione.

La scenografia è minimal: tramite l’uso di una pedana girevole e di binari, gli oggetti entrano ed escono dalla scena autonomamente. Gli stessi attori interagiscono con il palcoscenico muovendo i pezzi a seconda delle necessità e sempre presente sono le classiche sedie da regista.

Densa e convincente, la performance degli attori maschili: Riccardo Bini (il procuratore Krogstad), Giovanni Crippa (il dottor Rank) , Paolo Pierobon (Torvald Hemmer) che portano in scena personaggi articolati, intrisi di una morale complessa e sfaccettata.

Diversa è l’interpretazione dei personaggi femminili. Durante la conferenza, alla Melato è stato chiesto quale dei due caratteri, da lei interpretati, preferisse; l’attrice ha risposto che la sua affezione verso Nora o Kristine cambiava a seconda della resa che dava. La sera del debutto l’attrice ha mostrato una decisa preferenza verso Kristine – che ha reso in modo sublime con tutta la forza, la rassegnazione e la consapevolezza del suo ruolo di donna piuttosto che di persona. Più convincente, nella parte di Nora, la giovane Barbara Moselli che ha regalato alla protagonista un’allegria e una spensieratezza misurate e convincenti. Personaggio composito, Nora sembra una moglie-bambina egoista ma, grazie alle confidenze all’amica Kristine, rivela di conoscere bene il sacrificio e confessa come l’aver aiutato segretamente il marito l’abbia resa orgogliosa, iniziandola a quel percorso che la condurrà alla comprensione di sé. Tramite la confessione di Krogstadt scopriamo invece un interessante parallelismo tra lui e Nora: non sono poi tanto diversi, loro due, costretti a indossare delle maschere a causa delle troppe bugie e dei segreti. Due immagini sono significative del cambiamento di Nora: la prima, raffigura una ragazza seduta sulle ginocchia di suo marito che trilla felice come un uccellino in gabbia; la seconda è quella di una donna stoica, con valigia in mano, pronta a lasciare la famiglia per cominciare la propria educazione personale. Come dice Nora tramite la Melato: «Sono prima di tutto una creatura umana» e, proprio in questo momento di responsabilizzazione, comincia il suo percorso di libertà.

Il nuovo spettacolo di Ronconi vanta un enorme potenziale, anche se non del tutto espresso, ma proprio come ha detto Mariangela Melato: l’organismo del teatro reagisce a seconda del contesto in cui respira. Speriamo, quindi, che il meglio debba ancora venire.

Lo spettacolo continua:
Teatro della Corte di Genova
piazza Borgo Pila, 42, Genova
fino a mercoledì 21 aprile
orari: feriali ore 20.30 – domenica ore 16.00

Nora alla prova
tratto da Casa di bambola di Henrik Ibsen
versione italiana Anita Rho
regia di Luca Ronconi
con Mariangela Melato, Riccardo Bini, Giovanni Crippa, Barbara Moselli, Orietta Notari, Paolo Pierobon e Irene Villa
scene e costumi Margherita Palli
luci Sandro Sussi
produzione del Teatro Stabile di Genova in collaborazione con Santacristina Centro Teatrale