Un piano ai piedi del Tempio di Apollo

tempiettoL’Associazione Concerti al Tempietto promette un giugno 2013 all’insegna della grande musica, nella magica atmosfera della Roma antica.

La cornice sono gli scavi archeologici del Teatro di Marcello, tra il Portico di Ottavia e l’imponente rudere del Tempio di Apollo che la sera, illuminato sotto al cielo stellato, acquisisce ancora più fascino; la scena è un piano a coda, nero, al cospetto delle vestigia, circondato da sedie; l’artista è un talentuoso ventitreenne romano, e il repertorio comprende Beethoven, Brahms, Prokofiev e Skrjabin. Sono gli ingredienti che compongono una serata splendida, all’insegna della grande musica, che si è svolta il 7 giugno all’interno della rassegna Notti romane al Teatro Marcello del Festival Musicale delle Nazioni – Ohrid te Sakam Summer Festival, organizzata dall’Associazione Concerti al Tempietto e patrocinata dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico della Città di Roma. Si è trattato di uno degli appuntamenti che proseguiranno per tutto il mese di giugno, dove vengono proposti i diplomandi di alta specializzazione del 2013 dell’Accademia di Santa Cecilia; questa è stata la volta di Luca Oddo, classe 1990, già interprete per le iniziative del Tempietto e attualmente allievo del maestro Stefano Fiuzzi di Santa Cecilia. La sua interpretazione è perfettamente adeguata alla situazione: precisa, lucida, e al contempo trascinante. Ovviamente, la selezione dei brani eseguiti non è un dettaglio trascurabile, tutt’altro: il concerto si è aperto con l’ultima sonata per pianoforte scritta da Ludwig Van Beethoven, ovvero la celebre op. 111, Sonata in do Minore n. 32, un’opera dal significato imprescindibile per comprendere la storia della musica e l’avvento della musica moderna. Come sapeva bene Thomas Mann, che ne parlò largamente nel suo Doctor Faustus, l’op. 111 è la dichiarazione della fine della tradizione classica, ovvero la fine della “forma sonata”, ed è questa la ragione per cui, in maniera anomala, Beethoven si fermò nella composizione a due movimenti piuttosto che ai canonici tre; oltretutto, il genio tedesco adottò tutta una serie di soluzioni melodiche e strutturali mai sentite fino ad allora, e che in un certo senso inaugurarono il pieno romanticismo (l’opera è del 1821). Oltretutto è ben nota la difficoltà dell’esecuzione dell’op. 111: Oddo la interpreta con grande maestria senza semplificazioni, così come accade per la seconda opera in programma, ovvero le Quattro Ballate Op. 10 di Jhoannes Brahms, la cui arte deriva proprio da quella linea inaugurata dall’ultimo Beethoven. Nella parte finale del concerto, invece, due composizioni ben più brevi, e più vicine a noi: si tratta della Sonata n. 3 in La Minore Op. 28 di Sergej Prokofiev, e della Sonata n. 4 in Fa maggiore Op. 30 di Aleksandr Skrjabin, entrambe opere di complessa esecuzione. Oddo, elegantemente, non si sottrae a ben due esecuzioni extra in omaggio al pubblico venuto ad ascoltarlo.

Le attività concertistiche del Tempietto proseguono, come detto, con un fitto programma giornaliero al Teatro di Marcello, e da luglio presso la Casa delle Civette di Villa Torlonia, e consigliamo di consultare sul sito dell’Associazione i vari appuntamenti, tutti di indubitabile valore e tutti occasione per trascorrere una serata romana all’insegna dell’arte e della bellezza.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro di Marcello – Parco archeologico
via del Teatro di Marcello, 44 – Roma
venerdì 7 giugno, ore 20.30

Concerti al Tempietto presenta
Notti Romane al Teatro di Marcello
Sonata in Do Minore op. 111 di Beethoven, Quattro ballate Op. 10 di Brahms, Sonata n. 3 in La Minore Op. 28 di Prokofiev, Sonata n. 4 in Fa Maggiore Op. 30 di Skrjabin.
piano Luca Oddo