Odissea che svuota l’anima

Prodotto da Teatro Stabile dell’Umbria e Officine della Cultura, al Morlacchi di Perugia va scena Occident Express, cronaca del viaggio di un’anziana di Mosul in fuga con la nipotina. Ottavia Piccolo e l’Orchestra Multietnica di Arezzo diretta da Enrico Fink sorprendono il pubblico con il racconto di una migrazione costretta dalla guerra.

La stagione del teatro Morlacchi incontra una delle attrici decane del panorama italiano, Ottavia Piccolo. Dopo 7 Minuti, storia di lotta per i diritti sul lavoro precario delle donne, ed Enigma, centrato sulle conseguenze della caduta del Muro di Berlino che porta instabilità e insicurezza, in cui l’attrice bolzanina aveva già lavorato con Stefano Massini, la Piccolo presenta uno spettacolo inusuale e allo stesso tempo coraggioso, la trasposizione di una struggente storia vera raccontata da una donna irachena in fuga.

Con alcuni membri dell’Orchestra Multietnica di Arezzo seduti ai lati e la dinamica dell’attrice nel mezzo, Occident Express si offre all’interno di un allestimento minimale e perfetto per calare il pubblico privatamente nelle vicende narrate, rendendo tangibili emozioni, esperienze e speranze di un viaggio fuori dagli schemi, senza mai mettere lo spettatore nella condizione di doversi sentire estraneo o come se stesse spiando dal buco della serratura.

Il dialogo con i musicisti e le note è costante ed efficace nel rafforzare il recitato della protagonista, oltre che a regalare sfumature, suoni e sensazioni dirette dai luoghi descritti, ed è impossibile – gettando un suggestivo parallelismo con la vicenda di Haifa che, in fuga dalla Siria verso la Svezia seguendo la rotta balcanica, sarà costretta ad affrontare prove di assoluto coraggio e sprezzo del pericolo – non notare come la storia rammenti al popolo italiano che esso stesso fu partecipe di una migrazione, quella verso le Americhe, in cui furono coinvolti milioni di nostri concittadini. Accompagnata nel suo lungo viaggio da insivibili evocati dall’Orchestra, Haifa scopre viaggiatori determinati a raggiungere la meta al pari di lei e, come lei, costretti a essere trafficanti (di droga) come trafficanti (di uomini) erano coloro i quali li aiutavano ad avanzare verso l’agognata Svezia.

Nonostante non sia immediato capire se Haifa sia riuscita o meno nel proprio intento (portare a termine il viaggio) e se sia ancora viva, la genialità di Stefano Massini è stata quella di eliminare il racconto a intrigo, ossia lo scontro umanitario e ideologico, a favore dell’esplorazione narrativa di esistenze tanto caotiche e diverse, quanto unite nel cammino, così permettendo al pubblico di elaborare analogie con storie a lui prossime e di indagare i dettagli più in generale della condizione umana occidentale.

In questo approccio, un ruolo essenziale di enfatizzazione di un lungo percorso verso ciò che ancora molti credono sia l’Eden, quando questo sogno non è tale nemmeno per chi riesce ad arrivare alla fine, è stato svolto dal contributo jazzistico di Enrico Fink e dei membri dell’Orchestra, mentre la messa in scena equilibrata e precisa, senza invasioni di campo, quasi fredda e priva di storture critiche, si è volta diretta allo stato delle cose per prendere le distanze dal caso specifico e raccontare nel complesso un fenomeno ormai planetario.

Quella di Haifa, secondo la stessa protagonista, non è allora una impresa, ma una storia sbagliata che tanti hanno vissuto e stanno continuando a vivere. E ciò che alla fine resta è un vuoto interiore contro il quale tutti siamo o saremo chiamati a prendere posizione.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Morlacchi
Piazza Morlacchi 13, Perugia
da mercoledì 18 a lunedì 23 ottobre

Occident Express (Haifa è nata per star ferma)
scritto da Stefano Massini
uno spettacolo a cura di Enrico Fink e Ottavia Piccolo
con Ottavia Piccolo e l’Orchestra Multietnica di Arezzo
Gianni Micheli clarinetti e fisarmonica, Massimo Ferri oud, cümbüş, bouzouki, chitarra, Luca Roccia Baldini basso e contrabbasso, Mariel Tahiraj violino, Leidy Natalia Orozco viola, Maria Clara Verdelli violoncello, Massimiliano Dragoni salterio e percussioni, Enrico Fink flauto.
musica composta e diretta da Enrico Fink
disegno luci Alfredo Piras
una produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Officine della Cultura