Per uscire dalla merda

Al Teatro Franco Parenti va in scena Pali, della compagnia Scimone-Sframeli. Una dolorosa e ironica istantanea sul mondo contemporaneo.

Originale, intenso, metaforico, spiazzante già dai primi dialoghi. In piedi sopra i pali, due personaggi, la Bruciata e Senzamani, si riparano dalla pioggia con ombrelli colorati. Poi la pioggia finisce e davanti a loro si estende un mare, che però non è vero, bensì un mare di merda. La poesia si trasforma subito in realtà.

Lo spettacolo Pali, della coppia Scimone-Sframeli, costringe la platea del Franco Parenti a tenersi ben salda alla poltrona fin da subito. L’atmosfera è beckettiana e la scenografia sfiora il simbolismo – tre pali di legno alti e resistenti – rimandando immediatamente alla crocefissione de La Ricotta pasoliniana. Ma pasoliniani sono anche i quattro personaggi, la Bruciata, Senzamani, il Nero e l’Altro che, per smettere di mangiare la merda del mondo contemporaneo e inventarsi una nuova identità, più poetica e meno utilitaristica, scelgono di vivere sopra i pali. Basta trovarne uno libero e ci si può stare per sempre.

I dialoghi dei personaggi sono surreali e attuali al tempo stesso, alludono al precariato, alla sconfitta dei sindacati e delle lotte sociali, allo sfruttamento operaio, alla fine della solidarietà. In un mondo dove nessuno ti dà più una mano non c’è salvezza. La divertente e dolorosa, continua invocazione della Bruciata a un redentore che venga a salvare e dare una mano al suo popolo non trova risposte ultraterrene o messianiche, bensì umane. Alle sue invocazioni risponde sempre e solo l’operaio Senzamani, con il suo cinismo e la sua disillusione.

La fotografia è quella di un Paese, l’Italia, allo sfascio, raccontato dalle voci dei perdenti, degli emarginati, di chi “non ce l’ha fatta ma si è fatto solo un culo così” – per citare il meraviglioso testo di Scimone. Testo spregiudicato, provocatorio e intenso, che nel 2009 ha vinto il Premio Ubu come Miglior Novità Italiana e che oggi, nel 2012, pare ancora più attuale.

Pioverà? Cosa pioverà? Qualcosa pioverà. Qualcosa pioverà? In un tempo di ingiustizie, vuoto, scandito da inutilità e disperazione, i personaggi di Scimone sperano che un tempo metaforico cambi le cose.

Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti

via Pier Francesco Lombardo,14 – Milano
fino a domenica 12 febbraio
orari: da martedì a venerdì, ore 20.30 – sabato, ore 19.45 – domenica, ore 16.00

Pali
di Spiro Scimone
regia Francesco Sframeli
con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Salvatore Arena e Gianluca Cesale
scene e costumi Lino Fiorito
disegno luci Beatrice Ficalbi