Rapsodia amorosa per un dessert

Lo spazio del Teatro Ambra alla Garbatella si trasforma, per una serata speciale, nel retrobottega di una pasticceria di alta scuola, per la performance gastronomico-teatrale di Roberto Abbiati e Leonardo Capuano, Pasticceri. Io e mio fratello Roberto.

Nella cucina, ricreata ad arte sul palco, due fratelli pasticcioni si sfidano a suon di torte (preparate dal vivo), musica e riflessioni sull’amore, rievocando le vicende e le suggestioni poetiche del Cyrano de Bergerac.

Leonardo e Roberto sono gemelli. Diversi. Opposti, come Cyrano de Bergerac e il fido Cristiano. Lavorano in una pasticceria e trascorrono le ore notturne fianco a fianco, tra vapori alla crema e nuvole di zucchero a velo. Adorano la musica e hanno una foto di Frank Zappa appesa alla parete, tra i mestoli e il sac à poche; ed è proprio la musica gustosamente selezionata ad interrompere, di tanto in tanto, le elucubrazioni dei due pasticceri: dialoghi frammentati e intimi sulla famiglia, sulla tradizione e sulla passione per il loro lavoro, che sarebbe meglio definire un’arte. Amore è l’altra parola chiave dei loro discorsi, associato ineluttabilmente ai dolci di ogni guisa; la cucina è il luogo dove il bacio diventa un bignè, e la crema pasticcera si trasforma nella chioma bionda di una donna da conquistare. Nell’attesa di ricevere in bottega l’oggetto amoroso del desiderio (che poi si scoprirà essere la donna dei sogni di entrambi) i due lavorano alacremente alla preparazione di un gran numero di torte e dolci, mentre le padelle fumano e lo zucchero si solleva dai tavoli di lavoro, spandendo nell’aria effluvi golosi che arrivano dritti alle narici del pubblico. Il progetto dei due autori-attori è ambizioso: la performance vuole essere una mescolanza sapiente di tre arti intramontabili, quali la cucina, la poesia e la musica. Gli attori sono molto simpatici e preparati, oltre a essere ottimi cuochi (la prova del nove, a fine spettacolo, è l’offerta al pubblico dei dolci preparati) ma il ritmo narrativo è poco fluido, a tratti slegato e un po’ lento. L’impressione è che il filo del discorso si perda, proprio per il doppio sforzo di portare avanti la memoria dei dialoghi e contemporaneamente di prestare doverosa attenzione alla preparazione dei dolci. Tralasciando il giudizio sui molteplici guasti tecnici avvenuti durante lo spettacolo e amnesie sul copione (non minimizzate ma portate a vista con intelligenza, per creare un momento di comicità) la performance ha saputo regalare un’ora e mezza di ilarità e fascinazione, coinvolgendo mente e sensi nella giusta misura, con una dose di autoironia che risulta essere l’ingrediente jolly, strappa consensi e fa dimenticare qualche piccola défaillance. Pollice in su.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Ambra alla Garbatella
piazza Giovanni da Triora,15 – Roma
mercoledì 22 febbraio, ore 21.00

PASTICCERI. Io e mio fratello Roberto
di Roberto Abbiati, Leonardo Capuano
con Roberto Abbiati, Leonardo Capuano
tecnica Matteo Rubagotti
assistente alla regia Elena Tedde