Meraviglioso Giuseppe

Teatro-sistina-romaPenso che un sogno così…, che ha già visto Beppe Fiorello trionfare nelle ultime due stagioni, sarà in scena fino al 29 novembre a Roma. Un racconto familiare legato a un mito della canzone italiana, che alla prima ha visto sul palco un ospite d’onore, come l’attore, di origine siciliana.

Penso che un sogno così non ritorni mai più, cantava Modugno intonando Nel blu dipinto di blu, invece per Giuseppe Fiorello, questo sogno continua e si ripete a teatro.
Dopo due clamorose stagioni che hanno sfiorato le trecento serate, e la candidatura alla V edizione del Premio le maschere del teatro italiano nella sezione miglior interprete di monologo, Beppe Fiorello, arriva quest’anno sul palcoscenico del Sistina con Penso che un sogno così… per omaggiare due uomini che hanno segnato positivamente la sua vita e successivamente la sua carriera: il padre Nicola e Domenico Modugno.

L’episodio in cui il padre alla guida dell’automobile, cantava, allargando le braccia, le canzoni di Modugno, impiegando ore prima di raggiungere una meta, si unisce successivamente a quello in cui, un paio di anni fa, Fiorello ha ricevuto una telefonata dove gli veniva chiesto di interpretare una fiction proprio sul cantautore originario di Polignano.
Un filo rosso, dunque, che da sempre ha legato il suo destino a quello del grande Modugno in modo molto preciso.
Così Beppe Fiorello prende per mano quel picciriddu che da bambino se ne stava sempre in disparte, senza dir niente, e con garbo ed emozione racconta, attraverso un lungo monologo, aneddoti, persone e personaggi che hanno arricchito la sua esistenza.
Accompagnato da due straordinari musicisti come Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma, Fiorello dipinge con le parole quadri familiari che lo hanno visto protagonista, soffermandosi spesso su particolari riguardanti Augusta, la sua città natale. È così che, raccontando la festa di San Giuseppe, si sofferma su un altro personaggio nato in quel contesto, Joe Conforte, siciliano d’origine, ma americano di adozione, che tra varie peripezie riuscì a mettere in piedi il primo bordello legalizzato negli Stati Uniti, nel Nevada per l’esattezza, il Mustang Ranch.

Luci e immagini si sovrappongano straordinariamente al minuzioso racconto, alternato dalle canzoni più popolari di Modugno, che soprattutto i meno giovani conoscono alla perfezione. Le note de La lontananza, e poi quelle de La donna riccia, di Piove, di Tu si’ ‘na cosa grande e di Meraviglioso incantano la platea, che anticipa spesso i ritornelli più famosi, mentre dopo quasi due ore l’attore siciliano continua con nostalgiche emozioni. Il teatro è pieno e Fiorello a fine spettacolo ringrazia di cuore tutti coloro che si sono concessi questa libertà, mettendo da parte la paura, visto il clima di terrore che si sta vivendo in queste settimane. Dedica dunque la serata alla famiglia di Valeria Solesin, la ragazza rimasta vittima dell’attentato al Bataclan e, tra gli applausi, quando ormai il sipario si sta per chiudere, Pippo Baudo fa il suo ingresso sul palcoscenico, complimentandosi con l’attore.

L’inossidabile presentatore, che aveva già visto lo spettacolo all’Ambra Jovinelli, insieme a Fiorello ha riproposto una versione di Vecchio frack, ricordando alcuni aneddoti della canzone.
Penso che un sogno così… in scena su quel palco, dove lo stesso Modugno recitò con Rinaldo in campo, fino a domenica 29 novembre, arriva a toccare tutte le corde di quei mille violini suonati dal vento continuando a Volare.

Lo spettacolo continua:
Teatro Sistina

via Sistina, 129 – Roma
fino a domenica 29 novembre
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00
(durata 2 h circa senza intervallo)

Penso che un sogno così…
regia Giampiero Solari
di Giuseppe Fiorello, Vittorio Moroni
con Giuseppe Fiorello
musiche Daniele Bonaviri, Fabrizio Palma