Cinismo in agrodolce

Al Teatro Ambra Jovinelli fino al 21 dicembre è in scena Qui e Ora, uno degli spettacoli cult di Mattia Torre, che ha per protagonisti Paolo Calabresi e Valerio Aprea. Un testo forte, che parte in quarta, emoziona e non lascia scampo se non ai vigliacchi.

Qui e ora è il primo di tre spettacoli che porta la firma riconoscibilissima di Mattia Torre, che con i suoi testi riesce sempre a tracciare un profilo veritiero del nostro paese attraverso dei personaggi che si nutrono di pane e cinismo.
Un esempio sono proprio Aurelio Sampieri e Claudio Aliotta, interpretati rispettivamente da Paolo Calabresi e Valerio Aprea, in scena attualmente all’Ambra Jovinelli, che grazie alle loro straordinarie capacità attoriali, divertono e soprattutto offrono diversi spunti di riflessione lungo tutto il corso della pièce.
Qui e ora è infatti uno di quegli spettacoli che parte col botto, in tutti i sensi. A sipario chiuso, infatti, si avverte l’urto tra due veicoli e subito dopo sul palcoscenico ben visibili i rottami di due scooter con accanto i corpi feriti di due uomini. È il 2 giugno, quindi è un giorno festivo e, a Roma soprattutto, il tempismo dei soccorsi non è dei migliori. Ecco subito uno dei punti su cui l’autore gioca con sarcasmo affidando battute a raffica al bravissimo Calabresi, che quest’anno ha sostituito Valerio Mastandrea nel ruolo e che, in modo sorprendente, inizialmente recita un monologo molto articolato, tutto d’un fiato, che frena anche un applauso per la grande attenzione che ruba alla platea.
Aurelio Sampieri riesce quasi subito ad alzarsi da terra, una gamba è compromessa, ma di più sembra esserlo la diretta che a breve deve fare col proprio programma di cucina, Qui e ora appunto. L’uomo che invece sembra averlo colpito non si muove. È ancora a terra, ci vorrà un po’ prima che riprenda conoscenza, nel frattempo la diretta è cominciata e Aurelio senza copione elargisce ricette improvvisate, stuzzicando l’appetito e innervosendo il suo compagno di sventura, che cerca il suo vecchio cellulare per una richiesta d’aiuto. Dei soccorsi nel frattempo neanche l’ombra.

È il conflitto, lo scontro tra uomini, il fulcro di tutti gli spettacoli di Mattia Torre e in particolar modo di questo, nel quale l’incidente è solo un pretesto per mettere a confronto due individui con esperienze e provenienze diverse. Un duello fatto di insulti, pieno di cattiveria e di invidia, in cui la rabbia prende il sopravvento e lascia lo spettatore basito di fronte a un finale angosciante. Le risate, i cenni con la testa di approvazione e i tanti applausi lasciano improvvisamente il posto al silenzio. Un brivido e ancora quelle carcasse sul palcoscenico che non fumano più.
Figure come queste purtroppo le troviamo quotidianamente in giro per la strada, alla fermata del tram o semplicemente fanno parte della nostra cerchia di amici. Forse è proprio questo il motivo per cui lo spettacolo fa così male, è il palcoscenico della vita quello in cui vanno in scena simili situazioni, ma solo su quello teatrale l’uomo riesce a riconoscere la realtà. Questo è il successo di Torre e degli attori, che in modo sconvolgente danno e ricevono emozioni.

Qui e ora resterà in scena fino al 18 dicembre per lasciare il palcoscenico, direttamente a gennaio, a un altro spettacolo di Torre, Migliore, per non perdere quel filo rosso che tiene legate le tante sensazioni di stupore.

Lo spettacolo continua:
Teatro Ambra Jovinelli

via Guglielmo Pepe, 43 /47 – Roma
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00
(durata 1 h e 30 minuti senza intervallo)

Qui e ora
di Mattia Torre
regia Mattia Torre
con Paolo Calabresi, Valerio Aprea
disegno luci Luca Barbati
assistente regia Annagaia Marchioro
costumi Antonella D’Orsi
scene Beatrice Scarpato
suono Cristiano Paliotto