Memorie di un artista morto

La satira in Italia raccontata attraverso le vicende personali di un giovane attore che non teme di metterci la faccia

La storia di Saverio Raimondo è emblema non solo delle numerose vicende di giovani attori italiani, ma del più vasto e precario mercato del lavoro. Saverio è un comico-satirico di ventotto anni, uno stand-up comedian, «l’unico bravo» come è stato definito, di piccola statura, con una voce squillante e una viva intelligenza che gli permette di sondare con ironia e sarcasmo i vizi e le scarse virtù degli italiani e della politica nostrana. Dagli esordi, con Serena Dandini, sono passati dieci anni e in questi anni Saverio ha affinato la sua arte diventando, a volte, anche una minaccia per il potere costituito. È il caso di Raimondo Visione, il pungente format che gli è costato “la cacciata” dalla rete che lo ospitava, ma anche un invito in un’importante trasmissione di La7. In Italia per diventare qualcuno devi fare qualcosa che dia scandalo. Questa storia e molte altre, che costruiscono un intricato viaggio nel mondo della televisione e dello spettacolo italiano, fanno parte di Raimondo Show – Dieci anni di lavoro senza carriera. Un’antologia di sketch e folcloristiche esperienze lavorative che lui stesso ama definire le «memorie di un artista morto». Macabra definizione, ma facile da comprendere dal momento che, nel mondo dell’arte, per diventare artista di successo devi essere… morto. Solo allora si rimpiangerà e scoprirà il talento dello scomparso. Il sarcasmo dell’attore non si ferma certo davanti alla perdita delle funzioni vitali. Bersaglio prediletto è il Bel paese, esplorato nei suoi luoghi comuni con l’esortazione a «schifarsi insieme» e ad aprire gli occhi sulle debolezze di un’intera comunità. Così nasce la figura dell’italiofobo, il razzista mascherato da ben pensante, e Altrovia, un luogo ideale dove curarsi dall’essere italiano, da quei modi di fare che lo rendono unico e riconoscibile in tutto il mondo. Un’idea originale per la televisione, in cui chiunque può riconoscersi, ridendo degli altri e di se stesso poiché la satira è anche e soprattutto «sputare nel piatto dove si mangia». Ma in questo periodo, probabilmente, c’è più la voglia di riscoprire un Paese unito e forte, piuttosto che evidenziare le proprie mancanze.
Con questa antologia, Saverio Raimondo è voluto tornare alle origini teatrali per raccontare l’odissea di chi pur avendo tante e originali proposte, si vede affossato dalla mediocrità e staticità dei media broadcasting.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Ygramul
via N. M. Nicolai, 15 – Roma
sabato 10 marzo, ore 21.00

ArteaCatena presenta
Raimondo Show – Dieci anni di lavoro senza carriera
di e con Saverio Raimondo