love your sin and you will be innocent

tertulliano-teatro-milanoAllo spazio Tertulliano, I blues di Tennesse William diventano un carillon grottesco di parossismi viventi nella versione disturbante della Phoebe Zeitgeist. Perchè “l’esistenza non è per gli esistenti” e l’illusione la più estatica tra le umane consolazioni.

Un Tennessee Williams come non è facile vederne in giro, quello proposto dalla Phoebe Zeitgeist e da Giuseppe Ingrò che ne cura la regia.


(Rather than) blues
è il titolo di questa interessante performance il cui primo merito è di aver accuratamente scansato la resa didascalica del testo di Williams.

Una scelta coraggiosa che esaspera lo scollamento tra realtà e immaginazione per personaggi alla deriva che alla disperazione preferiscono la vitalità, a tratti mostruosa e amorale, ma di cui è impossibile non cogliere una certa sinistra poesia.

Si entra in sala e già ci troviamo in casa Pocciotti, con la madre indolente che non smette di spazzare mentre l’assistente sociale, una sorta di marionetta schizoide, indaga sulle inquietanti abitudini della famiglia. E si ride, finchè non si realizza tra un parossismo e l’altro che la figlia – probabilmente quindicenne, ma la cui età è ignorata dalla madre – vive nella sua stanza, al buio, talvolta imprecando, aspettando nuda nel letto le visite del suo “fidanzato” – sposato con un’altra donna. E ci si sorpende a non biasimarla affatto, nel suo mostruoso nido d’illusione amorosa, mentre intorno vigono l’idifferenza e il degrado più nero.

Poi c’è la prostituta bambina Willie, che si trascina sulle rotaie, angosciante nei vecchi orpelli con cui è agghindata, mentre si vanta dei suoi “innamorati” ferrovieri – “sono fidanzata con uomini che hanno delle resposabilità” – ereditati dalla sorella di cui riproduce morbosamente le discutibili scelte di vita.

E c’è zia Rose, magistralmente interpretata da Elena Russo Arman, la minuscola e curva vecchietta che cura le sue rose piena di rapita beatitudine, tra palpitazioni e risolini senza senso. Il tutto mentre gli amati “figlietti” Archie Lee e Baby Doll (Margherita Ortolani e Fabio Paroni) pensano a come sbarazzarsene, prima che la malattia e il funerale pesino sulle proprie tasche.

E poi, protagonisti almeno quanto loro, ci sono musiche e rumori, cigolii e contrappunti sonori che commentano l’azione in un continuo dentro-fuori la scena. Ora scherzosamente – come in un cartone animato – ora con chiari rimandi al thrilling cinematografico. Una sorta di reinterpretazione di quella presenza sonora che in Williams era soprattutto espressione di stati d’animo e atmosfere e che qui è martellante rimando alla follia. Alla tragedia travestita da motteggio.

Le didascalie recitate in voice over, così come il personaggio di Tom nel secondo blues, amplificano quel senso di straniamento suggerito dalla partitura sonora.

E ancora, il valore incantatore degli oggetti, accatastati sulla scena, che a volte riproducono iperrealisticamente quelli del tempo della pièce e in altri momenti virano decisamente verso l’iperbole (le sinistre bestiole di pelusche lanciate in casa Pocciotti, i fiori di cartone di zia Rose).

Efficaci i cambi a vista e l’uso della luce come strumento di definizione dei quadri scenici, isolando le aree dedicate di volta in volta all’azione.

Una messinscena che ha molto di concettuale anche sul piano recitativo, nel suo dissociare gesti e parole dagli impulsi che dovrebbero averli generate. E così le attese del pubblico sono tradite, i segni allontanati dal loro abituale significato, e Williams stravolto e ritrovato.

Lo spettacolo è andato in scena:
Spazio Tertulliano

via Tertulliano 68 – Milano
da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno 2013
orari: da mercoledì a sabato ore 21.00; domenica ore 16.00

(Rather than) blues
Da Tennessee Williams e altri pretesti

regia Giuseppe Isgrò
dramaturg Francesca Marianna Consonni
con Elena Russo Arman, Margherita Ortolani, Fabio Paroni
voci registrate Sara Borsarelli, Nicola Russo
musiche Alessandra Novaga
suono Giovanni Isgrò
scene Giovanni De Francesco, Giuseppe Isgrò
costumi Giuseppe Isgrò
disegno luci Giuseppe Marzoli
bambole e pupazzi Francesca Cianniello, Francesca Frigoli
proiezioni pellicola Francesco Tartaglia
assistente alla regia Rossana Abalsamo
attrezzista, tecnico Gilles Ielo
assistenti ai costumi Vito Bartucca, Rossana Abalsamo, Alberto Baraghini
immagine Giovanni De Francesco
grafica Francesca Cianniello
produzione Phoebe Zeitgeist Teatro