Partorirsi

Dal 19 al 22 ottobre al Teatro della Contraddizione di Milano, la compagnia Phoebe Zeitgeist presenta RePRODUCTION, uno spettacolo che seziona e analizza le varie declinazioni dello spinoso tema della riproduzione.

È una nuova nascita, quella di Giuseppe Isgrò e Francesca Marianna Consonni – in arte Phoebe Zeitgeist – che per la prima volta presentano un’opera con una drammaturgia completamente propria. Dopo lavori come BAAL, Adulto e Kamikaze Number Five – solo per citare i più recenti – in cui il corpo brechtiano sudava e si fondeva con gli echi pasoliniani e la penna appuntita di Dario Bellezza, il duo Isgrò-Consonni partorisce, finalmente, la propria voce.

Non a caso, il tema dello spettacolo è proprio quello della nascita. Tema complesso e pervasivo, in un tempo, quello della contemporaneità occidentale, in cui sembra esserci una scissione tra la madre e la donna, come in una lotta sacrificale dell’una sull’altra, come se la vita dell’una dovesse, per forza, dare luogo alla morte dell’altra.

Nello spettacolo queste due figure sono incarnate dalle bravissime Francesca Frigoli e Chiara Verzola, rispettivamente Fratta e Artyparty. La prima è un’artista che cerca in ogni modo di colmare un vuoto esistenziale (e, dunque, suo e nostro malgrado, strutturalmente incolmabile) attraverso il giardino, le piante di rose rosse, il cane, sparsi sulla scena. Ma non bastano, non possono bastare, Fratta vuole un figlio, un amore incondizionato. Vuole, di fatto, partorire il proprio specchio.
Al lato – apparentemente – opposto si situa Artyparty, donna tutta d’un pezzo, dedita al lavoro, a una produzione artistica che non lascia spazio ad alcuna possibile ri-produzione umana. Una sorta di Crudelia De Mon postmoderna e intellettuale che isterizza se stessa e i propri schiavetti in nome di Hanna Arendt e Gertrude Stein.

Attorno a loro, a zompettare come bianconigli nel giardino allucinato di una – o meglio, due – Alice dei tempi nostri, ci sono Leprotto, Conigliotto e Zebrotto – rispettivamente gli eccellenti e simpaticissimi Matteo Giacotto, Davide Gorla e Diego Giannettoni. Un coro di “froce” – come vengono definiti i tre per la loro connotazione decisamente femminile – in pantaloncini e magliette a righe che saltella intorno alle due protagoniste, sfumandone i contorni e confondendo le parti. Il primo, fragile ed emotivo, vorrebbe tanto una famiglia, o più probabilmente un ritorno nell’utero materno. Conigliotto, invece, finisce per accoppiarsi con una gazzella dalla quale ha un figlio canguro e un nipote bigodino. Nel tempo libero, dismessi i panni del leproide bigotto, si trasforma in un onirico Gatto con lo zaino blu, uno strano figuro che segue Fratta e il suo Cicciobello ascoltando le considerazioni esistenziali della donna, come una sorta di psicoanalista sui generis. Infine Zebrotto, un erotomane il cui unico oggetto fallico è un piccolo xilofono da cui escono sì e no due note.

Sulla scena si alternano scorci di una maldestra vita familiare, con bambolotti che piangono e pisciano e poi diventano barbie, in un continuum tra maschile e femminile che si fondono l’un l’altro e, al tempo stesso, non si toccano mai. Sullo sfondo piante con fiori rossi, come resti di sangue rappreso penzolanti sulle nostre vite.

L’atmosfera che circonda i personaggi, che li fa muovere, urlare e respirare, è la firma di Phoebe Zeitgeist: un ritmo sempre pulsante, new wave, dark ed elettronico. Tra gli Smiths, i Cure e Prince che fanno da colonna sonora e punteggiano le scene insieme alle luci che si accendono e si spengono a intermittenza, i corpi e il sanguinamento intellettuale, emozionale ed esistenziale che il duo Isgrò-Consonni produce (artisticamente) e ri-produce (umanamente) in ogni opera.

Non c’è soluzione e forse neanche dicotomia tra produzione e ri-produzione, tra la donna e la madre. C’è un tenere insieme, un tenersi insieme, una creazione desiderante che va partorita, amata e cresciuta. E, forse, la riproduzione è proprio quello che il lavoro di Phoebe Zeitgeist ci mostra anche al di là dei contenuti, in questa sua nuova nascita: dare una forma inedita a qualcosa che c’è già, a qualcosa che siamo sempre stati. Darsi un nome, scriversi e scrivere- saltellanti di gioia e insieme madidi di sangue – la propria storia.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro della Contraddizione
via privata della Braida 6 – Milano
dal 19 al 22 ottobre 2017, ore 20.45

RePRODUCTION
regia Giuseppe Isgrò
drammaturgia Francesca Marianna Consonni, Giuseppe Isgrò
da un soggetto di Patrizia Moschella
con Francesca Frigoli, Diego Giannettoni, Matteo Giacotto, Davide Gorla, Chiara Verzola
grafica Alessandro Tonoli
collaborazione alla promozione Giuseppina Borghese
produzione Phoebe Zeitgeist
in collaborazione con Teatro della Contraddizione