L’incontro di due grandi anime risorgimentali

ensemble7esensIl direttore Jean-Philippe Dubor ha scelto la Messa di Requiem di Giuseppe Verdi per concludere l’intensa stagione concertistica dell’Ensemble 7e sens. Una scelta azzeccata che ha visto la chiesa di Saint-Bonaventure di Lione riempita come non mai per una perfetta esecuzione della Messa.

È noto che Giuseppe Verdi, colpito profondamente dalla scomparsa di Alessandro Manzoni, avvenuta nel 1873, si mise al lavoro per comporre quella che poi divenne la Messa di Requiem, o semplicemente Requiem, una delle composizioni in assoluto più famose di tutto il repertorio romantico. Verdi che, in una lettera con l’editore Ricordi, si definì “un po’ ateo”, compose un’opera intrisa di grande religiosità nonostante la profonda inquietudine religiosa scaturita da perdite importanti (anche la morte di Gioachino Rossini lo colpì profondamente e a lui dedicò un’importante Messa) e da un rapporto sempre problematico, ma estremamente proficuo, che il “cigno di Busseto” ebbe sempre con la religione cattolica.

Il Requiem si apre con il coro che tesse una struttura crepuscolare, intensa, sulla quale tutta la composizione successiva poggerà. Il Dies Irae, che rappresenta la parte principale della messa, debutta con un movimento dove l’esplosione musicale e corale iniziale segna un’apoteosi drammatica di rara intensità. I toni epici della prima sezione ritornano con insistenza durante tutta la composizione, scandendo il tempo e marcando dei precisi punti di ancoraggio. L’esplosione iniziale lascia poi spazio a sezioni come Tuba mirum, Liber Scriptus o il Quid sum Miser che addolciscono il tempo e mostrano il lato maggiormente riflessivo della composizione. Il Rex Tremendae, aperto su un drammatico incipit dei bassi del coro, è un dialogo tra tutti i quattro solisti e la parte corale, là dove la musica si limita a sottolineare la carica maestosa tratteggiata dalle voci. Se nel Recordare, sezione che apre alla classicità, le due voci femminili si intrecciano, giungendo quasi ad abbozzare toni da bel canto, nei successivi Ingemisco e Confutatis vi è una preponderanza di tenore e basso. Lacrymosa, annunciata dal ritorno del movimento impetuoso iniziale, chiude il Dies Irae e vede uno straordinario e delicato connubio tra il soprano e il mezzosoprano.

Basterebbe l’esecuzione di questa prima parte per avvalorare la tesi che l’Ensemble 7e sens rappresenti uno dei fari dell’interpretazione del repertorio romantico in Francia e non solo. Un’esecuzione perfetta, intensa, ricca e corale che il direttore Jean-Philippe Dubor ha condotto con il suo abituale piglio energico e preciso.

Ma, ovviamente, la Messa non è finita e si riprende con l’Offertorium, luogo dove i solisti hanno campo libero e, in assenza del coro, essi creano una melodia dai toni sognanti, quasi cinematografici. Il Sanctus vede il ritorno dell’impetuoso tumulto iniziale mentre il coro organizza una fuga cavalcante che si indirizza verso il cielo.

La sezione della Lux Aeterna incorona definitivamente la straordinaria bravura del soprano Catherine Manandaza che dà una prova della finezza e dell’intelligenza vocale nel confronto, quasi da corpo a corpo, con le due voci maschili (quest’ultimi creano un gioco vocale di sapore quasi medievale). Finezza che si ripete nel Libera me finale, una conclusione grandiosa per una messa che il barone e direttore d’orchestra tedesco Hans Guido von Bülow definì come un «melodramma in abiti ecclesiastici».

E con questa Messa di Requiem si chiude la straordinaria stagione concertistica dell’Ensemble 7e sens. Appuntamento a dopo l’estate con una nuova stagione della quale anticipiamo solo alcuni nomi: Mozart, Gossec, Von Suppe, ma che vedrà anche il ritorno di Verdi, di Wagner e di Beethoven.

Le Requiem de Giuseppe Verdi a conclu magistralement l’intense saison des concerts de l’Ensemble 7e sens. La parfaite exécution de la messe a eu lieu à l’Eglise Saint-Bonventure de Lyon. Encore une démonstration de l’intelligence et de la bravoure du directeur Jean-Philippe Dubor.

Lo spettacolo è andato in scena:
Sanctuaire de Saint-Bonaventure
7, place des Cordeliers – Lione
martedì 24 e mercoledì 25 aprile 2014, ore 20.00

L’Ensemble 7e sens presenta
Requiem de Verdi
direttore d’orchestra Jean-Philippe Dubor
Catherine Manandaza – Soprano
Marie-Lys Langlois – Mezzosoprano
Patrick Garayt – Tenore
Philippe Fourcade – Basso
orchestra sinfonica e coro dell’Ensemble 7e sens

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