I nuovi amanti

Dopo la prima nazionale dello scorso agosto nell’ambito del Festival Orizzonti, Romeo e Giulietta 1.1 – la sfocatura dei corpi, l’ultima produzione della Compagnia Zappalà Danza, va in scena a Scenario Pubblico.

Questa nuova versione di Romeo e Giulietta sposta la messa a fuoco dalla coppia di innamorati alla loro individualità, proponendo di una storia nota, un’interpretazione in cui la pulsione di morte è sublimata solo da se stessa, ed è vinta e contrapposta dalla passione e dal rispetto nei confronti della vita.
Gli attori sono due. Pelle bianco latte lui, scura lei. Mettono in scena, in modo volutamente disgiunto, il loro vissuto attraverso la danza. Il palco è vuoto, riempito solo di timida nebbia. Gli oggetti creano scene oniriche, una maschera da sub, una bicicletta a rotelle, uno specchio e poco altro. I costumi sono t-shirt e pantaloncini, passi rumorosi quelli delle scarpe rosso Ferrari di lui e delle semplici Puma per lei, finché scalzi l’uno veste l’altra di bianco.
La luce è fondamentale, non è un caso che Roberto Zappalà – regista e coreografo di questo spettacolo – è colui che ne tempera l’intensità. Sono le luci che fanno il mare inesistente in cui Romeo, boccheggiando, nuota all’inizio dello spettacolo. Il tocco dei pensieri e dei corpi avviene attraverso una luce riflessa da specchio tenuto in mano da Romeo, pian piano lo muove e lo direziona verso il corpo distante di Giulietta: come farebbero delicatamente le dita di un uomo, così la luce la sfiora il viso dell’amata, la sua schiena e in lungo le gambe. La scena è a tratti colorata solo da rettangoli di luce netta sul pavimento; sfocati ed equidistanti, Romeo e Giulietta vi danzano dentro. Sono invertiti orizzontalmente, le pose plastiche si alternano ai ritmi contorti. Maud de la Purification e Antoine Roux-Briffaud ballano come fossero flussi di pensieri sulle musiche dei Pink Floyd, di John Cage e di Sergei Prokofiev.
Provano singolarmente ogni dolcezza e tormento, il loro è un amore a specchio e a distanza, sono entrambi presenti sulla stessa danza senza accorgersi mai che l’una sta viaggiando sullo stesso passo dell’altro.
Il racconto è la coreografia, si snoda sui significati del desiderio, della ricerca, della solitudine, della sofferenza, dell’ansia, dell’annullamento, dell’immaginazione. Lo spettatore è condotto a guardare entrambi, gli occhi devono andare verso le loro scie opposte, sono tanto discosti quanto combinati nei movimenti, connessi in ogni sentimento in scena. Alimentano in chi li osserva il desiderio di una congiunzione che raramente accade.
Come due treni viaggiano su due binari inversi, gli attori danzano sulle loro rotaie e vanno avanti, sfocati e spediti, senza infrangersi, conoscono bene la direzione.
Da lontano con lo sguardo si intersecano, a tratti i corpi prima separati arrivano finalmente a essere una coppia; il contatto è calamitoso e pieno finché li trascina di nuovo a distanza.

«Cosa ci fa sentire sfocati? La sfocatura è una questione di distanza tra il centro focale dell’obiettivo e l’oggetto inquadrato – spiega Zappalà – Quando questa distanza è inferiore o superiore ad una certa misura, l’oggetto risulta sfocato. Riportando tutto ai due amanti di Verona ci sentiamo sfocati quando percepiamo che la distanza tra noi e il mondo, tra noi e l’amato non è quella giusta; quando la distanza che ci separa dall’essere amato è condizionata dal proprio essere nel mondo; quando siamo, ci sentiamo, crediamo di essere troppo vicini o troppo lontani».
Lo spettacolo offre un’interpretazione molto contemporanea del mito e fa parte di un nuovo progetto di Roberto Zappalà, Antologia, che intende proporre con una nuova chiave di lettura i lavori più interessanti, quelli che hanno lasciato un segno nel tempo e nella costruzione della sua linea coreografica.

Lo spettacolo continua
Scenario Pubblico

via Teatro Massimo 16, Catania
7 e l’8 ottobre , 15 ottobre alle ore 20.45 e domenica 16 ottobre alle ore 19.00

Romeo e Giulietta 1.1 – la sfocatura dei corpi
di Roberto Zappalà
interpreti e collaborazione alla costruzione Maud de la Purification, Antoine Roux-Briffaud / Gaetano Montecasino, Valeria Zampardi
regia, coreografia, luci e costumi di Roberto Zappalà
musiche S.Prokofieff, J.Cage, Pink Floyd
testi di Nello Calabrò
direzione tecnica di Sammy Torrisi
management di Maria Inguscio
ufficio stampa di Desirée Miranda