Magma di passioni

Al Teatro Cantiere Florida la Stagione danza si fa intensa. Arriva Roberto Zappalà con la rilettura di uno tra i suoi classici, Romeo e Giulietta. La versione 1.1 appassiona nel finale ma suscita anche qualche perplessità.

Il primo tassello del progetto Antologia, che rimette in scena ma altresì attualizza e verifica – con maggiore consapevolezza e maturità – alcuni tra i lavori più significativi del coreografo e regista Roberto Zappalà, è proprio Romeo e Giulietta 1.1. A distanza di dieci anni dal suo debutto, senza alcuna scenografia tranne i perfetti giochi di luce e il fondale di mattoni, insieme suggestivo e caldo, del Teatro Florida, i corpi dei danzatori diventano i protagonisti assoluti della tragedia shakespeariana – e del dramma che ognuno può vivere, ancora oggi, in un universo di senso che ha perso i suoi parametri e sta cercando faticosamente di crearne di nuovi.

La nota vicenda dei due tragici amanti (giusto per utilizzare un refrain ormai abusato) è qui riproposta con una freschezza, soprattutto nei primi quadri, che la rendono insieme attuale e di una tenerezza quasi infantile. I giochi da bambini che, anche a livello metaforico, già presagiscono il gioco amoroso e, poi, quello del destino, ci propongono due mondi contrapposti che stanno per collidere. L’adolescenza, scandita (con un gioco di scambio dei ruoli, in esatta confutazione della distinzione di genere) dal sentimentalismo di Romeo, e dalla consapevolezza sociale di Giulietta (che canticchia Cara Maestra di Luigi Tenco); ebbene, l’adolescenza termina in quel ballo in maschera che farà incontrare Capuleti e Montecchi, un uomo e una donna. Fin qui, il discorso è lineare e la freschezza dei movimenti, sottolineata dal tema musicale e da un disegno luci in delicato equilibrio tra effetti floreali e luci stroboscopiche da discoteca, conquista e seduce.

A questo punto, però, si inseriscono nel discorso alcune interferenze. La “sfocatura dei corpi” (sottotitolo del lavoro del 2006) si traduce in una serie di movimenti astratti su musiche di John Cage, che forse vorrebbero tradurre in immagini lo straniamento dell’innamorato, la difficoltà della relazione con l’altro da sé, le peripezie degli amanti (shakespeariani o attuali), il desiderio di comunicare e l’incapacità di esprimersi, il bisogno di centrarsi nella propria esistenza prima di spiccare il volo insieme a un altro gabbiano. Questa serie di quadri, purtroppo, è quella che convince meno. I movimenti spesso hanno una fluidità approssimativa, che non traduce in immagini la tensione fisica ed emotiva; il coordinamento fra i due interpreti non è sempre preciso; e anche la successione dei movimenti non dimostra quella consequenzialità necessaria alla creazione di un climax, in quanto indulge spesso nella ripetitività.

Il finale, al contrario, su musiche di Prokof’ev, è un autentico magma di corpi che fluiscono come lava sulle membra. Membra che, nella fusione passionale, acquisiscono sempre nuove forme, componendo e devastando se stesse e l’altro da sé in quel gioco, diventato ormai mortale, che nell’ultima immagine, sfocata, appare confutato, rinnegato, così come il topos di amore e morte, Eros e Thanatos. Perché è giusto cantare, insieme a W. H. Auden: “But I must bless, I must praise/That you, my swan, who have/All gifts that to the swan/Impulsive Nature gave,/The majesty and pride,/Last night should add/Your voluntary love”. (“Ma devo benedire, e devo lodare/che tu, mio cigno, avendo/tutti i doni che al cigno/l’impulsiva Natura ha dato,/la maestà e l’orgoglio,/ieri notte vi aggiungessi/il tuo amore volontario”, t.d.g.).

Applausi calorosi e prolungati da un teatro quasi sold out, composto prevalentemente da giovani.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Cantiere Florida

via Pisana 111r – Firenze
mercoledì 16 novembre, ore 21.00

Compagnia Zappalà Danza presenta:
Romeo e Giulietta 1.1
La sfocatura dei corpi
coreografia e regia Roberto Zappalà
musiche John Cage, Sergej Prokof’ev, Pink Floyd
interpreti Gaetano Montecasino e Valeria Zampardi
testi a cura di Nello Calabrò
luci e costumi Roberto Zappalà
direzione tecnica Sammy Torrisi
management Maria Inguscio
produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza – Centro di Produzione della Danza
in coproduzione con Orizzonti Festival. Fondazione
in collaborazione con Le Mouvement Mons Festival (Belgio)
con il sostegno di MiBACT, Regione Siciliana Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo