Due veronesi a Lione

Nella Città delle Luci il dramma di Shakespeare non è solo teatro, ma musica, danza, persino circo.

Les Subsistances è uno splendido teatro di Lione, che si affaccia sulla Saona e che contribuisce a formare le due file di luci che sfavillano, magicamente, su ambo le rive. Non a caso Lione è detta Città delle luci, ma oltre a ciò è anche la sede della Biennale della Danza; giunto alla sua quindicesima edizione, il festival sta animando la città con una serie di eventi di prim’ordine, con una programmazione che coinvolge tutte le strutture culturali e i teatri più importanti della città. Les Subsistances non è solo un teatro, ma anche un laboratorio internazionale di creazione artistica, dove si incontrano diverse modalità espressive, come il circo, il teatro, la musica e la danza, per dare vita a percorsi di sperimentazione inediti. Questa è d’altronde la strada seguita per la realizzazione dello spettacolo in programmazione dal 13 settembre e giunto ieri sera al suo termine, in una sala gremita di pubblico. Si tratta di Roméo & Juliette, l’immortale capolavoro shakespeariano portato in scena da David Bobee e dalla compagnia Rictus, che assieme alla Biennale e a un mucchio di sponsor e coproduttori – che nel nostro Paese ci sogneremmo – hanno dato vita a una versione animata e travolgente del dramma.
Approcciarsi a edizioni “attualizzate” e modernizzate delle opere di Shakespeare è sempre un tormento, e d’altronde la maggior parte delle volte conduce a essere ben poco lusinghieri nel giudizio, perché ciò a cui si assiste altro non è che una concessione straziante che l’arte fa al mercato, snaturandosi e plasmandosi secondo le esigenze e le richieste della massa. All’inizio lo spettacolo non promette nulla di buono: sembra di assistere a una versione ingenua da musical interpretata dai ragazzini di Amici della De Filippi. Ma lo spettacolo poi cresce, riuscendo a convincere per la forza e l’ottima interpretazione. Soprattutto, a dominare è la straordinaria scenografia curata dallo stesso Bobee, che sfrutta i giochi di luce e i riflessi con indubbio talento, con trovate geniali semplici ma comunque efficaci (come i corpi senza vita di Tebaldo e Mercuzio che iniziano a danzare avvolti da una carta alluminio dorata, oppure i grandi parallelepipedi di legno sfruttati per dare anima e dinamicità espressionista alla scena). La luce perciò è l’elemento più pregevole dell’opera, e altrimenti non poteva essere nella città soprannominata in suo onore.
Bobee non è nuovo a operazioni di “ammodernamento” di questo tipo, dove i classici vengono ambientati nei nostri giorni giovandosi di coreografie di danza, di equilibristi, di musiche; e d’altronde già nel 2010, nello stesso teatro, aveva portato in scena l’Hamlet. Ma torniamo allo spettacolo: tra performance di danza moderna, numeri circensi, ma anche brani eseguiti dal vivo e proiezioni, il rischio è quello di smarrire l’organicità del racconto riducendo il Romeo e Giulietta a un frivolo pretesto. Ebbene, per merito non solo delle sapienti regia e scenografia, ma anche dell’interpretazione vibrante e precisa di Mehdi Dehbi (Roméo), Sara Llorca (Juliette), nonché del resto della compagnia (in evidenza una strepitosa e divertentissima Nutrice, Véronique Stas), la convergenza delle varie discipline e prospettive artistiche può dirsi riuscito in un’opera finale che, pur mantenendo integra la lunghezza originale (altra nota di merito), non annoia e trascina lo spettatore, chiunque esso sia, fino al tragico finale.

Lo spettacolo è andato in scena:
Les Subsistances
8 bis, Quai Saint-Vincent – Lione (Francia)
fino a sabato 22 settembre, ore 20.45

Rictus e la Biennale della Danza presentano
Roméo & Juliette
di William Shakespeare
regia, adattamento, scenografie David Bobee
con Mehdi Dehbi, Sara Llorca, Véronique Stas, Hala Omran, Jean Boissery
collaborazione artistica e luci Stéphane Babi Aubert
musiche Jean-Noël Françoise
costumi Marie Meyer