XII edizione di Orizzonti – Festival delle nuove creazioni nelle arti performative

All’interno del contesto urbano di Chiusi città, splendida dalle nobili origini etrusche, come da decennale tradizione, nella prima metà di Agosto va in scena la dodicesima edizione di Orizzonti – Festival delle nuove creazioni nelle arti performative.

Festival emblematicamente dedicato alle nuove crezioni nelle arte perfomative, sul magnifico crocevia tra Umbria, Lazio e Toscana che vale da sé il prezzo del biglietto, nell’edizione di quest’anno si presenta ricco di novità e particolarmente ambizioso.
«Artisti di levatura nazionale e internazionale [..] otto diversi ambiti performativi [..] prodotti o coprodotti dalla Fondazione» sono la testimonianza di come questo territorio, dalle istituzioni alla cittadinanza, senza dimenticare le compagnie presenti con totale disponibilità, abbia saggiamente deciso di investire in cultura con uno sforzo meritevole soprattutto perché fatto in tempi di crisi. Parafrasando il genio di Dostoevskij, la cultura salverà, se non il mondo, almeno questo paese che più di ogni altro può vantare nel passato e nel presente un percorso artistico capace di ambire al futuro. Investire in cultura, un leitmotiv che spesso si sente ripetere come un mantra a reti unificate e che le amministrazioni culturali, politiche e civiche di Chiusi hanno deciso di provare a realizzare sul serio, attraverso un bouquet di eventi di artisti e compagnie di indubbia qualità. Una offerta, forse priva del grande nome popular che in passate edizioni serviva anche da volano per le straordinarie risorse artistiche locali, ma il cui apprezzamento pensiamo e speriamo possa comunque andare oltre quello probabilmente scontato degli addetti al settore, per la presenza di cult come Socìetas Raffaello Sanzio, Fortebraccio, Compagnia Sieni e non solo.

Fino al sette agosto, Persinsala sarà presente al festival, focalizzando la propria attenzione sui singoli spettacoli per cercare di rendere criticamente uno sguardo complessivo sulla nuova direzione di «un Festival dedicato alla Città stessa [..] che ha accettato il cambiamento», come dichiarato dal direttore artistico Andrea Cigni e dalla presidente della Fondazione Orizzonti Arte, Giovanna Rossi.

Uno sguardo che, dunque, sarà parziale a questa stagione e limitato nel tempo, ma che presterà la propria attenzione al quadro d’insieme di questo nuovo progetto, che fin dall’accoglienza da parte di una organizzazione nata all’insegna dell’efficienza, rappresenta una nota lieta da non sottovalutare.

All’interno di diverse location, tutte diversamente suggestive, i primi spettacoli cui assistiamo sono Il gatto con gli stivali. O della povertà che si riscatta della compagnia Ca’ Luogo d’Arte nel Prato di Piazza Vittorio Veneto in compagnie di numerose e splendide farfalle, Esercizi di primavera di Virgilio Sieni presso il Teatro P. Mascagni e il collettivo Grimm’s Anatomy nell’aperto di Piazza Duomo.

Quest’ultimo rappresenta la nota dolente, se non proprio stonata, di questa prima giornata.
Un allestimento che tenta di «coniugare tre differenti punti di vista [..] sul mondo delle fiabe [..] dei fratelli Grimm» attraverso il succedersi di tre monologhi.

L’esperimento di questa pièce – costruita coralmente da tre diversi registi alla ricerca di una coerenza narrativa e semantica – sembra ancora lontana da un equilibrio drammaturgico, nonostante i tre registi siano legati da lunga collaborazione (Compagnia del Teatro Povero di Monticchiello) e la generosità con cui gli interpreti hanno tentato di restituire parti costruite scenicamente con inopportuna staticità.
Al di là dell’eccesso di ambizione testuale, trattandosi di una prima nazionale siamo propensi a ipotizzare una crescita nel tempo, a patto di superare con chiarezza la percepibile confusione drammaturgica tra l’organicità voluta e una omogeneità davvero eccessiva nella lunga durata che lo caratterizza.

Una vera e propria urgenza, essendo Grimm’s Anatomy l’unica presenza di artisti locali al festival e l’intenzione da cui nasce (o a cui si volge) quella di costituire «il primo tassello per la creazione, in loco, di una compagnia stabile di Orizzonti», come dichiarato da Carlo Pasquini in un’intervista.

Andando a ritroso, ritroviamo la stessa problematica, trasportata su ben altro piano concettuale ed esecutivo, nella coreografia di Virgilio Sieni, esplicitamente «ispirata alla conferenza tenuta il 6 ottobre 1951 alla Buhlerhohe da Martin Heidegger Poeticamente abita l’uomo, riflessione su una poesia tarda di Holderlin».
Conferenza ormai definitiva sulla svolta dell’ontologia heideggeriana. Famosa perché portò alla sostituizione della filosofia a favore di un pensiero poetante quale sede del dis-velarsi di un Essere da ascoltare attraverso un linguaggio non più tecnico e che l’uomo può solo custodire come pastore, non come protagonista.

Coerentemente accompagnata dal vivo dal seducente violoncello di Naomi Berrill, la coreografia si presenta dunque dis-armonica, non trasparente e corrispondente a quel dettato che vede gran parte della danza contemporanea celarsi dietro una voluta non immediata comprensione razionale. Una prospettiva che omaggia, tra gli altri debiti culturali, di certo anche quella differenza ontologica tra Essere ed ente che secondo il filosofo tedesco spiegherebbe la partecipazione del secondo al primo (l’Essere è in ogni ente) e l’irriducibilità del primo al secondo (nessun ente identifica l’Essere).

In questo senso, la proiezione di un cinematografico countdown in crescendo sullo sfondo nero del palco è sembrata efficacemente tradire quell’ansia di tempo che caratterizzerebbe l’esistenza contemporanea, ignara di abitare l’Essere che lo sovrasta, presuntuosa di poterlo dominare attraverso la tecnica e per questo motivo autodestinatasi all’inautenticità.

Nonostante la buona as-soluzione dello step teorico, la potenza concettuale di Esercizi di primavera non si accompagna a quel radicale ribaltamento ermeneutico che caratterizzerebbe la parte più feconda dell’eredità heideggeriana.

L’intersoggettività rimane visivamente intellettualistica e il piano emotivo disperde così la propria potenzialità comunicativa per l’ossessiva reiterazione di quadri fisici stilisticamente e volutamente disordinati, tuttavia freddi, lontani da ogni calore poetico e – di conseguenza – incapaci di andare oltre l’affermazione di principio heideggeriana – tra esistenzialismo e ontologia – «l’uomo è colui che può pensare».

Concludiamo questo nostro primo contributo da Chiusi con il delicato Il gatto con gli stivali. O della povertà che si riscatta.
«Nella baracca classica, che raccontano fedelmente la favola di Perrault» si materializza un splendido momento di teatro popolare. Un testo semplice, messo in scena da una attrice e dalla compagnia di maschere Teste di legno, in grado di coinvolgere con grande maestria la numerosa platea di bambini presenti. Ennesima alta manifestazione del potere ironico e maieutico di questa forma d’arte. Che – quando non si contorce in inutili e sofisticati mentalismi – riesce a volgersi sincera al pubblico, senza distinzioni di età alcuna, e a fare della sua attenta partecipazione il tesoro più prezioso.

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno di Orizzonti Festival 2014:
Domenica 03 agosto 2014

Il Prato, Piazza Vittorio Veneto, ore 18:00
Il gatto con gli stivali. O della povertà che si riscatta
testo Marina Allegri
regia Maurizio Bercini
con Francesca Bizzarri, Francesco Grossi, Donatello Galloni
produzione Ca’ Luogo d’Arte e Fondazione Orizzonti

Teatro P. Mascagni, ore 20:00
Compagnia Virgilio Sieni
Esericizi di primavera
Nuova Creazione
coreografia e regia Virgilio Sieni
interpretazione e collaborazione Giulia Mureddu, Sara Sguotti, Jari Boldrini, Nicola Cisternino, Paul Pui Wo Lee, Davide Valrosso
musica composta ed eseguita dal vivo da Naomi Berrill (violoncello)
disegno luci Fabio Sajiz
costumi Giulia Bonaldi
Produzione 2013 ITeatri di Reggio Emilia / Thèȃtre de Liege (Belgio) / Compagnia Virgilio Sieni
sostenuta da Ministero per i Beni e le Attività Culturali / Regione Toscana / Comune di Firenz

Piazza Duomo, ore 21:30
Grimm’s anatomy
Compagnia Orizzonti
scene Valeria Abbiati
costumi Vittoria Bianchini, Noemie Grottini
produzione Fondazione Orizzonti d’Arte

Anna Calacchi, cerca che la trovi
Regina di Biancaneve
di Carlo Pasquini, Daniela Comandini
con Chiara Savoi

Emily
Emily è Giovanni e Giovanni è Emily
Cenerentola
di Laura Fatini
con Pierangelo Margheriti

Bell’addormentata
di Gabriele Valentini
con Giacomo Testa