Piacere di gogna più che piacere agognato

metastasio-pratoEnrico Frattaroli porta in scena Sade. Opus contra naturam al Fabbricone di Prato. Intenzioni più che encomiabili, risultati che non esaltano alcuno dei cinque sensi.

Il Fabbricone di Prato si conferma uno tra i luoghi più alternativi e controcorrente del panorama teatrale italiano. All’altezza della sua fama, ecco quindi i riflettori accendersi (o, più esattamente, uno stuolo di candele) per Sade. Opus contra naturam – firmato da Enrico Frattaroli, che recupera un pensatore altrettanto controcorrente e “scomodo” quanto il divin marchese in versione philosophe.

“Il teatro di Sade non può essere assimilato a un ‘teatro della crudeltà’ ma inscritto, per sua natura, nella prospettiva di un ‘teatro del piacere’”, afferma non a caso – nelle note di regia – lo stesso Frattaroli e noi condividiamo, salvo poi renderci conto che tali aspettative sono completamente disattese dalla forma teatrale dello spettacolo stesso. Sebbene, infatti, le azioni in scena vogliano riportare su un piano iconografico preciso le frasi sadiane estrapolate dal loro contesto e, quindi, spesso non riconducibili a un unico filone di pensiero (natura madre o matrigna?, ci si chiede, ad esempio), le stesse azioni mai inducono nel pubblico convitato quel piacere che non può essere disgiunto dal pensiero filosofico del suo autore.

Più che di fronte a Le 120 giornate di Sodoma sembra di trovarsi di fronte alle sevizie di Abu Ghraib con un finale alla Lorena Bobbitt.

Sebbene sia sempre difficile trasporre un testo pensato per la lettura privata e ragionata – e, quindi, con tempi dilatati di fruizione – in una forma assai diversa come quella teatrale (basata sull’unità di azione, agita in scena, e sulle immagini rafforzate dalla presenza fisica dell’interprete, a pochi metri dallo spettatore) e malgrado Le 120 giornate di Sodoma siano rimaste incompiute e, quindi, ancora più difficili da utilizzare come materia prima; nel lavoro teatrale di Frattaroli non risultano dovutamente evidenziati sia l’accento di violenta critica sociale proprio dell’originale e, soprattutto, del capolavoro pasoliniano, sia quel sottile andare Aldilà del principio del piacere, quella pulsione di morte di freudiana memoria che permea e illanguidisce atti che possono essere, ancorché meno plateali, sublimamente erotici.

Lascia altresì stupiti il finale: il divin marchese non finì sulla ghigliottina – seppure imprigionato da qualsiasi regime sotto il quale si ritrovò a vivere – e se Frattaroli (come egli stesso spiega) non impersona Sade bensì il lettore convitato, perché sia lui sia il prete/vittima sono comunque decapitati? Si può parlare di un j’accuse contro il potere costituito – sia esso religioso o laico – che si oppone alla natura umana, castrandone le pulsioni di Eros e Thanatos, o a una semplice trasposizione visiva dell’unità inscindibile tra sadico e masochista che traduce in accettazione consapevole il piacere del dolore e il dolore insito nel piacere?

Domande, queste, che affastellano la mente dello spettatore di fronte a uno spettacolo che potrebbe essere seducente e del quale c’è più che mai bisogno in tempi di oscurantismo sessuale e politico, ma che mostra troppo senza lasciare nulla all’immaginazione – tradendo così proprio quello spirito sadiano di etica dell’irriverenza e, nel contempo, allontanando dal pubblico la possibilità di quell’orgasmo che si raggiunge coi modi dell’immaginazione, che trasformano il “mondo in sé” in “cosa per noi”. Perché, saccheggiando Nietzsche: “Non esistono fenomeni morali, ma solo un’interpretazione morale dei fenomeni” in quanto “Ciò che si fa per amore lo si fa sempre al di là del bene e del male”.

Lo spettacolo continua:
Fabbricone
via Targetti, 10/12 – Prato
venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 maggio
orari: feriali ore 21.00, festivo ore 16.00
 
Sade. Opus contra naturam
Voyage en Italie, Prato
di e con Enrico Frattaroli
dall’opera del marchese De Sade
regia Enrico Frattaroli
con Franco Mazzi, Anna Cianca, Galliano Mariani, Catia Castagna, Mariateresa Pascale e Viviana Mancini
live electronics Enrico Venturini
tecnico all’argano elettrico e alle luci Tibo Gilbert