Un matrimonio e decine di equivoci

Al Teatro Belli tanta follia e spensieratezza cucite in una trama sempre attuale

Il sipario si apre sul salotto di casa Molineaux e mostra una scenografia deliziosa, composta da tavolini d’epoca, vetrate colorate, poltroncine, dormeuse, le “buone cose di pessimo gusto” magnificate in una poesia di Gozzano.
Stefano, un insolito e irriverente maggiordomo, è il primo a entrare in scena e, in degli “a parte”, a rivolgersi al pubblico, quasi a chiedere da subito e con generosità la complicità della platea e una buona dose di comprensione per la sorte del suo padrone, quel dottor Molineaux, donnaiolo impenitente, che tentando di mascherare una scappatella alla moglie innescherà una disastrosa reazione a catena densa di menzogne, equivoci, scambi di persona che metteranno in gioco tutti i presenti: la suocera, il cameriere, l’affittuario invadente, la moglie dell’amico invadente, nonché l’amante, il marito dell’amante, l’amante del marito dell’amante.
Un’architettura teatrale costruita su figure tratteggiate in modo vignettistico, ma rese credibili ed empatiche dalla bravura degli interpreti e dalla messa in scena di Nucci Ladogana (regista scomparso di recente).
Il cast rende onore a un testo impeccabile con un’interpretazione sempre all’altezza delle situazioni paradossali che li riguardano: in questa edizione Molineaux, il protagonista della pièce, è interpretato da Luciano Roman, attore e regista milanese assistito da colleghi di grande bravura come Diana Detoni, Antonio Palumbo, Anna Cianca, Gino Nardella, Anna Casalino, Giorgio Carminati, Monica Belardinelli, team brillante che lo ha già affiancato nelle stagioni precedenti.
In un crescendo che si fa sempre più avvincente, sincopato, condito di continue sorprese e ribaltamenti di fronte, Sarto per Signora costituisce una feroce critica alla società borghese, illustrando con sorriso dolce e amaro l’essere dietro l’apparire, i vizi segreti dietro le pubbliche virtù, la ricerca del piacere carnale che si nasconde dietro il perbenismo che dominava la cultura borghese di fine Ottocento in cui Feydeau visse, ma che è presente tutt’oggi in molti ambiti della nostra “evoluta” società.
Tre atti che filano via veloci mentre alcuni personaggi rivelano la loro doppia natura e altri i loro secondi fini. Obiettivo comune per tutti è la salvezza di quelle apparenze che primeggiano a ogni costo su valori come trasparenza e onestà.

Lo spettacolo continua:
Teatro Belli
piazza di Sant’Apollonia, 11- Roma
fino a domenica 8 gennaio
orario: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.30 (lunedì riposo)
biglietti: intero 18.00 Euro, ridotto 13.00 Euro

Sarto per signora
di Georges Feydeau
regia Nucci Ladogana
con Luciano Roman, Diana Detoni, Antonio Palumbo, Anna Cianca, Gino Nardella, Anna Casalino, Giorgio Carminati, Monica Belardinelli
traduzione e adattamento Roberto Lerici
riallestimento Carlo Emilio Lerici