La maschera di Shakespeare

Nel suggestivo scenario dell’ex chiesa di Sant’Andrea va in scena l’essenza di alcune delle tragedie di William Shakespeare, ovvero SDD Shakespeare dead dreams, nato dalla collaborazione tra la Compagnia di danza toscana Versiliadanza e il regista armeno Vahan Badalyan. Un viaggio nella prosa del Bardo in versione coreutica.

Sedendosi, il pubblico si trova di fronte la scena composta da due cerchi e un triangolo. O un viso stilizzato. La scelta di cosa vedere è negli occhi e nella mente dello spettatore.

E ora, comincia lo spettacolo: si indossano le maschere per affrontare quel luogo chiamato mondo, secondo la visione di Shakespeare, che scriveva “Tutto il mondo è un palcoscenico, e tutti gli uomini e le donne semplicemente attori […]”.

Gli interpreti si preparano alla grande recita, in allegria, di fronte al pubblico. E danno il via a una rassegna di personaggi, selezionati da quattro tragedie: Amleto, Macbeth, Otello e Re Lear; le opere più intense del grande drammaturgo inglese, l’artista che riuscì, con rara maestria, a illuminare e descrivere gli aspetti più oscuri della storia e delle dinamiche politiche, ma soprattutto le pieghe più riposte dell’animo umano – specialmente le più tetre. E proprio l’aggettivo “tetro” è quello che meglio definisce la parte centrale dello spettacolo. Compaiono all’improvviso le anime dei personaggi principali: Macbeth e Lady Macbeth, Amleto e Ofelia, Re Lear e gli uomini aspiranti al potere che lo circondano, Otello, Desdemona, Cassio e Roderigo. I vari ruoli non sono sempre ben distinti (anche se sono introdotti da pochi versi declamati in lingua originale) e spesso si intrecciano e si sovrappongono, grazie a una rappresentazione che accentua i tratti comuni: l’ossessione per il potere, l’amore, la passione, la superstizione – magistralmente interpretati dai tre danzatori (Leonardo Diana, Arsen Khachatryan e Angela Torriani Evangelisti, che ha anche curato l’intrigante coreografia).

È  proprio la coreografia a tradurre i contenuti in un intreccio continuo di movimenti tra i danzatori e in rapporto agli oggetti di scena, in perfetto equilibrio tra la trasmissione del significato e l’estetica della forma.  Il resto della messa in scena, curata dal regista armeno Vahan Badalyan, è d’effetto, con cura del minimo dettaglio. L’ossessione per il potere, ad esempio, che divora chi n’è colpito è ben rappresentata da un simbolo scenico che si trasforma – passando da una bocca dentata a una corona e viceversa.

Lo spettacolo è frutto della collaborazione tra la Compagnia Versilidanza e alcuni artisti armeni. Un sodalizio che dura dal 2006, nell’ambito del Progetto Armenia. Un progetto “interdisciplinare di formazione, produzione e diffusione delle arti contemporanee” che propone un “percorso di approfondimento di un territorio e culture altre” – come scrive la Compagnia stessa. Proprio da questo progetto è nata la collaborazione con Vahan Badalyan, il regista di cui si ricorda un altro spettacolo in collaborazione con Versilidanza, 7th Sense. Una collaborazione che ci auguriamo dia ulteriori frutti come SDD Shakespeare dead dreams.

Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito della Stagione Danza del Teatro Verdi di Pisa:
Teatro Sant’Andrea
via S. Bibbiana
giovedì 10 marzo, ore 21.00

VersiliaDanza con direzione artistica Angela Torriani Evangelisti presenta:
 
SDD Shakespeare dead dreams
regia e ideazione Vahan Badalyan
coreografia Angela Torriani Evangelisti
interpretazione Arsen Khachatryan, Leonardo Diana e Angela Torriani Evangelisti
video Vahram Manukyan
scene Vahan Badalyan in collaborazione con Narek Minassyan
disegno luci Vahan Badalyan in collaborazione con Gabriele Termine
scenotecnica Aram Khloyan, Eva Sgrò
produzione Versiliadanza in collaborazione con Small Theatre/NCA con il supporto di MIBACT – Direzione Generale Spettacolo dal Vivo, Regione Toscana – Sistema Regionale per lo Spettacolo dal Vivo, Ministero Armeno della Cultura