Shakespeare in joke

Il grande autore inglese si lascia strapazzare da una irresistibile combriccola. Fanciullesca ma non infantile, l’interpretazione ricorda a tutti la nostra innata capacità di sognare.

Divertente, brioso, coinvolgente, colorato. Ecco come si può definire il Sogno di una notte d’estate di Carlo Cecchi e dei suoi ragazzi. Come in una brillante tesi di laurea, nella prova finale del terzo corso di attori dell’Accademia Silvio D’Amico, l’idea originale viene espressa in modo acerbo e l’elevata competenza si mischia all’inesperienza di chi è arrivato all’apice di un percorso ma si trova solo all’inizio di un altro ben più lungo.

Così è questa interpretazione di Sogno di una notte d’estate, una prova originale e sfrontata e, come ogni prodotto giovanile, impulsiva e ricca di energia.

I giovanissimi attori non lasciano fuori dalle scene la loro età – con tutto quanto comporta. Anche il rapporto con il mostro sacro, Shakespeare, risulta così dissacrante, privo del consueto timore reverenziale compassato con il quale troppo spesso gli interpreti maturi si approcciano al più grande drammaturgo di tutti i tempi. Come i bambini non si lasciano intimorire dagli anziani ma giocano con tutti, così questi giovani non hanno paura di Shakespeare e vi si cimentano con entusiasmo.

L’allestimento accende i riflettori sulla fatica del fare teatro: il “lavoro sporco” dei cambi d’abito, degli attori che – all’occorrenza – si trasformano in musicisti o sistemano la scenografia. Una finzione nella finzione. Uno spettacolo d’altissimo livello che vuole sembrare la recita della scuola. Il tutto, sotto la sapiente regia di Carlo Cecchi – che si è mescolato alla giovanissima compagnia in modo naturale e privo di saccenza.

Colpiscono la spontaneità del gesto, le parti recitate perfettamente fuse con le movenze armoniose, gli attori che smettono gli abiti di scena per alternarsi agli strumenti senza turbare l’atmosfera d’insieme. Colpisce, ancora, l’omogeneità complessiva, “democratica”, nella quale non emerge un protagonista, ma ogni singolo è valorizzato al meglio.

La scenografia quasi assente – fatta eccezione per un tappeto che funge da prato e per qualche grande cuscino – lascia agli interpreti il compito di tratteggiare l’ambiente nel quale si svolge la vicenda e sono loro, infatti, a trasportare gli spettatori da Atene al bosco e viceversa, senza ulteriori indicazioni.

La musica costituisce uno tra i tanti aspetti pregevoli dei quali è costellata la pièce: intermezzi brevi e puntuali, curati da Nicola Piovani, accompagnano i movimenti, sottolineano le tensioni emotive e appongono un apostrofo ironico sulle situazioni più improbabili.

L’allegra compagine scherza con Shakespeare – con brio e freschezza – mettendo in risalto la componente giocosa del testo e regalando due ore di leggiadra eleganza.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Comunale
via Rozzi, 3 – Teramo
martedì 8 e mercoledì 9 novembre, ore 21.00
Teatro Stabile delle Marche con il Patrocinio dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico presenta:
Sogno di una notte d’estate
di William Shakespeare
regia Carlo Cecchi
con Carlo Cecchi, Gabriele Portoghese, Davide Giordano, Sofia Pulvirenti, Barbara Ronchi, Cecilia Zingaro, Federico Brugnone, Valentina Ruggeri, Giorgio Musumeci, Silvia D’Amico, Vincenzo Ferrero, Luca Marinelli, Dario Iubatti e Fabrizio Falco
L’ensemble:
pianoforte e diamonica Valentina Rosati
batteria Alessandro Marmorini, Luca Marinelli
basso elettrico e melody horn Valentina Ruggeri
clarinetto Dario Iubatti
flauti Silvia D’Amico, Fabrizio Falco
chitarra Gabriele Portoghese