Tra sogno e realtà

La storia di Elena, Ermia, Lisandro e Demetrio attualizzata da Maurizio Panici: al Teatro Italia di Roma va in scena Sogno di una notte di mezza estate.

Misurarsi con Shakespeare non è mai facile, tantomeno quando si tratta di un testo multiforme come Sogno di una notte di mezza estate. Ma l’allestimento di Maurizio Panici non tradisce l’opera del drammaturgo inglese e ne restituisce il significato intrinseco nonostante l’ambientazione sia più vicina ai nostri giorni.
Per trasportarci nella dimensione sospesa a mezz’aria tra sogno e realtà dell’opera shakespeariana, la scena si svuota e i personaggi sono tutti “schierati” ai limiti del palco, come a voler preparare lo spettatore sin dall’inizio a entrare in questo mondo dove finzione e verità si mescolano. Ed ecco uno dei temi presenti in molti dei testi shakespeariani, ovvero il “teatro nel teatro” reso esplicito dall’esilarante trio degli artigiani impegnati nello spettacolo di intrattenimento per il matrimonio di Teseo e Ippolita – la recita di Piramo e Tisbe – ma anticipato dalla schiera di attori che si avvicenderanno sulla scena per coprire a turno tutti i ruoli.
Il primo incontro è quello tra i giovani amanti, Elena, Ermia, Lisandro e Demetrio, ai quali si aggiungono Teseo, Ippolita ed Egeo; ovvero i rappresentanti del mondo reale. Da una situazione comune alla vita di ognuno di noi – un matrimonio imminente e un quadrilatero amoroso fra giovani amanti – veniamo quasi brutalmente trasportati in un mondo altro, il mondo del sogno, in cui ci appaiono una fata e Puck, il folletto dispettoso, rispettivamente al servizio di Titania e di Oberon, regina e re degli elfi e delle fate. Nell’immaginario di Maurizio Panici questo mondo fantastico ha una vena quasi dark, data dai costumi e dall’accompagnamento musicale che sigla l’inizio del sogno, aperto da Hey boy Hey girl dei Chemical Brothers; scelta ardita ma quanto mai efficace.
La scenografia è interamente costruita su giochi di luci e proiezioni che riproducono alberi che spuntano dal suolo e che paiono crescere all’infinito, fiori dagli steli altissimi, petali volteggianti proiettati su tutti e tre i lati del palcoscenico; il tutto è giocato sui toni del nero, grigio e viola, per dare continuità a questa sottile atmosfera dark che si coniuga perfettamente col velo di malinconia che accompagna tutta la vicenda.
Forse l’unica pecca si può rintracciare nella recitazione degli interpreti dei quattro giovani amanti che, seppur convincente per gran parte dell’interpretazione, risulta a tratti leggermente troppo urlata, quasi isterica; godibilissima è poi l’interpretazione del trio degli artigiani, con uno straordinario Rocco Piciulo nei panni di Bottom.
La storia di Sogno di una notte di mezza estate è in fondo adattabile alla vita di ogni epoca, ma forse in modo particolare alla nostra, nella quale l’amore non corrisposto e il sogno e la speranza di vederlo un giorno trasformato, occupa una fetta sempre più larga della vita degli adolescenti. Ma tanti sono i significati celati dietro l’opera shakespeariana, perfettamente rintracciabili in questo adattamento. Tocca allo spettatore il divertimento di riuscire a scovarli.

Lo spettacolo continua:
Teatro Italia
via Bari, 18 – Roma
fino a domenica 18 novembre
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.30

Compagnia dei Giovani Ar.Té presenta
Sogno di una notte di mezza estate
di William Shakespeare
regia Maurizio Panici
con Camilla Alisetta, Serena Marziale, Daniele Pilli, Mauro Bernardi, Rocco Piciulo, Pier Bresolin, Andrea Brugnera, Silvia Picciaia, Anna Chiara Mantovani, Alessandro Federico, Alba Porto
traduzione e adattamento Maurizio Panici, Marzia G. Lea Pacella
scene digitali e progetto visivo Andrea Giansanti
musiche originali Stefano Saletti
costumi Marta Genovese
luci Roberto Rocca
elettricista Roberto Rocca, Marco Scattolini
direttore di scena Valentina Zucchet