Amaramente romantica

Questa volta la direzione artistica del Teatro Franco Parenti ha davvero superato ogni aspettativa, portando a Milano uno spettacolo firmato da uno tra i registi più interessanti dei nostri giorni: Alvis Hermanis.

Questo è il caso in cui si può affermare: uno spettacolo a cui non manca davvero nulla, perché vi si respirano la commozione e l’ironia, la tenerezza contrapposta alla crudeltà, la delicatezza dei sentimenti puri e l’insensibilità, la gioia opposta alla tristezza. E si potrebbe andare avanti all’infinito a descrivere quante e quali emozioni si susseguono in questa preziosa messa in scena del racconto di Tatjana Tolstaja che Alvis Hermanis ha saputo rendere con grande naturalezza e ricchezza di particolari.

Proprio questa ricchezza colpisce immediatamente lo spettatore: sulla scena possiamo ammirare la perfetta ricreazione di una fatiscente casa degli anni Trenta. Ogni cosa è al a suo posto, ogni più piccolo e insignificante oggetto è parte integrante e funzionale del tutto. Un tutto che serve a calare il pubblico nell’atmosfera dell’epoca, trasportandoci sulle note di un vinile che scandisce i momenti più romantici del racconto.

La scena si apre con l’ingresso di due ladri furtivi: questi iniziano a rovistare nei cassetti, nella credenza, sotto il letto, nell’armadio, mangiano addirittura un dolce riposto nel frigo per cominciare poi a raccontare la storia di “una persona che c’era e che adesso non c’è più”; mentre uno si trasforma in una sorta di narratore diegetico e l’altro si cala nei panni della donna che ha abitato l’appartamento: Sonja.

Ma chi è Sonja? Una donna. Forse una stupida? Ebbene sì, tutti sapevano che Sonja era scema, non certo bella, anzi a tratti grottesca, ma sapevano anche che nessuno poteva cucinare né cucire come lei. Nessuno al mondo era in grado di accudire i bambini e di saziarli con leccornie e prelibatezze come lei. Eppure ciò non toglie che Sonja fosse una stupida, o meglio: una stupida romantica.

La crudeltà umana, come molti sanno e altri raccontano, non ha limiti. I vicini di casa decidono di tirarle un brutto scherzo e cominciano a scriverle lettere d’amore, fingendosi un appassionato amante platonico di nome Nikolaj. Loro non sanno che questa burla diventerà per Sonja l’unica ragione di vita perché questo amore, lei, lo vive nel corpo, nell’anima, nella sua femminilità – nascosta e rivelata solo nelle sue lettere appassionate. Fino in fondo, fino all’ultimo giorno della sua esistenza.

Uno spettacolo poetico, delicato, commovente. Un testo e una resa scenica che dimostrano conoscenza viscerale delle passioni e delle debolezze umane; uno sguardo attento e oggettivo sulla nostra contemporaneità. Perfetta rappresentazione di un’impietosa e misera esistenza. Una performance amaramente romantica.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Franco Parenti
via Pier Lombardo, 14 – Milano
Sonja
basato su un racconto di Tatiana Tolstaya
regia Alvis Hermanis
con Gundars Abolins e Jevgenijs Jsajevs
produzione New Theatre Riga

La rassegna Dentro l’Anima Russa continua:
da venerdì 21 a domenica 23 ottobre:
Idiotas
di Eimuntas Nekrosius

giovedì 1 e venerdì 2 dicembre:
Shukshin’s Stories
di Alvis Hermanis