Come un ingranaggio di alta orologeria

Il nuovo, attesissimo appuntamento con la danza del Ballet Preljocaj, al Teatro degli Arcimboldi, riscontra consenso unanime in un pubblico letteralmente ipnotizzato.

Si sono fatti desiderare – lunga attesa nel foyer prima di poter accedere alla sala, con un ritardo complessivo di 20 minuti abbondanti sull’orario di inizio – ma hanno saputo saputo ricompensare gli spettatori – armati di immensa pazienza – già al primo passo di danza. Sì, perché i ballerini del Ballet Preljocaj sono praticamente perfetti: nei movimenti, nella sincronia e nella coordinazione, nel saper esprimere l’inesprimibile, mostrando a tutti la vera essenza della danza.

Suivront mille ans de calme – ideato da Angelin Preljocaj – è formato in prevalenza da scene di gruppo, in cui lo spirito dell’insieme deve risultare massimo e così è. Una tale precisione e una meticolosità simili non si vedono nemmeno sui palcoscenici più prestigiosi, negli ultimi tempi; la voglia di perfezionismo tecnico ed espressivo traspare in ogni singola mossa e i passi a due sono sempre caratterizzati da momenti di forte lirismo, che ha il pregio di non scadere mai in sdolcinatezza.

Attraverso geometrie e giochi simmetrici i ballerini fanno in modo che lo spettatore sia pervaso da un senso di déjà vu, perché in scena c’è la proiezione delle emozioni che ognuno di noi vive nel quotidiano, dei conflitti con noi stessi e con gli altri. Se – come si legge nel programma di sala – l’ispirazione guida di questa coreografia è l’Apocalisse, in realtà al pubblico non arriva nulla che possa anche solo alludere alla “fine del mondo”, anzi: i due agnellini al centro della scena nel finale, posati su uno stuolo di bandiere che ricoprono il palco, non sono solo chiaro simbolo di speranza, ma altresì la conferma felice che questo è uno spettacolo complesso ma completo, tanto da innestare quel meccanismo ormai dimenticato che si chiama catarsi.

Le musiche composte appositamente da Laurent Garnier aiutano lo svolgimento degli episodi che presentano una bella consequenzialità mantenendo, nel contempo, tutte le caratteristiche dei numeri chiusi, ognuno con un suo significato intuibile. Per essere precisi, l’intero spettacolo è solo intuibile, potendo essere compreso unicamente da chi lo vede – impossibile cercare di raccontarlo.
Questo è anche il pregio della danza contemporanea che, tra tutte le arti performative, è quella che ha meno bisogno di spiegazioni – in assoluto – e di quel numero sempre crescente di stranezze che oggi pervadono musica, pittura e teatro. Forse perché gesto e movimento erano e sono nella nostra stessa natura.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro degli Arcimboldi

viale Dell’Innovazione, 20 – Milano
venerdì 17 febbraio, ore 21.00

Suivront mille ans de calme
Ballet Preljocaj
coreografia Angelin Preljocaj
musica Laurent Garnier (a eccezione di Les Angels di Benjamin Rippert e della Sonata al Chiaro di Luna di Beethoven)
mixaggio Scan X
scenografia Subodh Gupta
costumi Igor Chapurin
luci Cecile Giovansili