Suoni irresistibili

Dal 14 al 30 novembre l’Auditorium Parco della Musica di Roma ha ospitato il Roma Jazz Festival e per la serata del 19 è stato ospite Fabrizio Bosso Quartet e Paolo Silvestri Ensemble con un concerto interamente dedicato alle musiche di Duke Ellington.

Fabrizio Bosso, trombettista italiano, «vera e propria eccellenza del jazz riconosciuta a livello internazionale», ha radunato in quartetto musicisti strepitosi, affiancandosi anche all’ensemble del maestro Paolo Silvestri, che per l’occasione ha scritto «nuovi arrangiamenti del repertorio di Ellington, adattandoli appositamente per questo evento».

Ore 21 inizia il concerto. Tutti composti e seri sul palco, unico assente Fabrizio Bosso. Inizia il concerto e, sulle note sgargianti delle prime battute, ecco entrare, suonando la sua tromba con sordina, proprio il quarantenne-ragazzino protagonista della serata, con gilet e cravatta.
Sin dal primo brano si distinguono le peculiarità dei musicisti del quartetto: Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Luca Alemanno al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria. I tre sono eccezionali, s’intendono alla perfezione, suonano e (si) divertono tantissimo, con i più giovani (Mazzariello e Alemanno) che si tolgono la la giacca per avere maggiore libertà di movimento e dare sfogo a un suonare che non è solo di dita, ma vede la partecipazione di mente e ogni vertebra del corpo. Sono bravissimi e il vederli suonare così coinvolti è un piacere per il pubblico in sala, che dimostra apprezzamento con lunghissimi e sentiti applausi non solo a fine brano, ma a ogni, anche minimo, solo.

Terminata la presentazione subito ci viene proposto il secondo brano: circolare, melodico-cantabile, il lungo solo di Bosso vede la platea in estasi, e introduce il piacere di conoscere meglio il sax baritono Marco Guidolotti, che – in piedi dalla sua postazione – fa letteralmente cantare il proprio strumento. Mentre suona, balla, e – con gli altri strumenti che rispondono – il brano si chiude con la ripresa del tema iniziale declamato dallo stesso protagonista.

Con il terzo pezzo, l’orchestra inizia in pianissimo, crea lo sfondo per il solista che dopo poche battute inizia a raccontare una storia. Una soave melodia che ci invita a una passeggiata, ci prende per mano e ci fa scoprire le strade, le piazze, i sobborghi della New York degli anni ’20.

Dopo questo momento romantico, si cambia completamente genere. Al centro del palco Bosso e il sax tenore di Michele Polga cadenzano i rispettivi soli e quello che ne esce fuori è un pezzo swing allegro e divertente, con i membri del quartetto che si alternano in un vero e proprio botta e risposta.

Dal gioco si ritorna ai toni più pacati. Almeno apparentemente, perché all’inizio piano dell’orchestra segue il gioco della tromba con sordina di Bosso, producendo – mentre invita Claudio Corvini a uno scambio di battute – melodie variegate e colorate. Il trombettista dell’orchestra si presta al dialogo e, in piedi, risponde incalzante e dinamico.

Con il sesto brano, l’introduzione è affidata al pianoforte solo che con accordi dissonanti in pianissimo (sembrano provenire dal mare) prepara il tema della tromba. Melodia soave, rilassante, poi un crescendo di tutta l’ensemble con ultimo improvviso di Bosso e la chiusura finale.

Il concerto termina richiamando la felice atmosfera della serata con la band che si diverte e il maestro Gianni Oddi al sax contralto che, con tutta la sua esperienza, ci regala un improvviso jazz di tutto prestigio.

Terminato il brano, Bosso prende la parola e fa i suoi ringraziamenti: al pubblico così numeroso in sala; al maestro Paolo Silvestri che ha accettato il progetto di suonare insieme; ai musicisti dell’ensemble che presenta e ringrazia a uno a unom, ai solisti di varie orchestre jazz che si sono prestati a questo esperimento; e infine ringrazia naturalmente anche i membri del suo quartetto.
Ringraziamenti che annunciano il vero e proprio congedo, affidato a un ultimo brano capace di strappare l’ennesimo lunghissimo applauso prima dell’inchino d’insieme e delle chiusura del sipario.

Reclamato ancora una volta a gran voce sulla scena, Bosso torna sul palco e onora la platea con un ultimissimo solo, prima di venire raggiunto dal suo quartetto.

Una splendida serata, tante emozioni e musica di altissimo livello. Meravigliosa conferma della qualità del progetto Francesco Bosso Quartet – Paolo Silvestri Ensemble.

Il concerto è andato in scena:
Auditorium Parco della Musica

Viale Pietro de Coubertin, Roma
Mercoledì 19 novembre 2014
Sala Sinopoli ore 21

Fabrizio Bosso Quartet e Paolo Silvestri Ensemble
Swinging Duke
Fabrizio Bosso tromba
Julian Oliver Mazzariello pianoforte
Luca Alemanno contrabbasso
Nicola Angelucci batteria
Claudio Corvini tromba
Fernando Brusco tromba
Mario Corvini trombone
Gianni Oddi sax alto
Michele Polga sax tenore
Marco Guidolotti sax baritono
Arrangiamenti e direzione Paolo Silvestri