è il teatro, baby

Due eventi hanno segnato in modo particolare questa quarta serata a Collinarea: il primo è la messinscena de I tanghi sperduti, di Jerónimo Casas; il secondo è un imprevisto, ossia la rottura del piede destro di Roberto Kirtan Romagnoli, fatto che ha comportato un rimaneggiamento d’emergenza di Pitagora – La nascita di un uomo nuovo.

Ne I tanghi sperduti si racconta la storia di un uomo che abbandona la famiglia per diventare musicista, senza crederci, senza volerlo realmente, e la cui impresa, proprio per questo, è destinata al fallimento. Messo in scena al Circolo, lo spettacolo non ha mancato di lasciare interdetti gli spettatori, smarriti di fronte all’apparente indolenza dell’attore.

Il nostro punto di vista è, però, leggermente in controtendenza rispetto all’umore generale. Abbiamo vissuto infatti bene il senso di inutilità, l’atmosfera di desolazione pervasa da una filosofia completamente diversa dalla quella europea (caratterizzata da fredda razionalità anche in caso di fallimento).
Il quadro che emerge è uno strano miscuglio di indolenza, inerzia e indifferenza, in cui tutto si confonde: vita e morte; suonare o bere; amare, uccidersi o cantare. Alla fine che importa? Questo è il tango.

I tanghi sperduti arriva allo spettatore in forma di groviglio emotivo, che necessita di una maggiore elaborazione e definizione formale per poter essere presentato quale opera teatrale e non sembrare un borbottare indistinto, indifferente alle esigenze e alle aspettative minime del pubblico.

Alle 20.00 l’intermezzo è firmato dal Teatro dei Venti – gruppo modenese di trampolieri – che ha presentato un’anteprima del nuovo spettacolo, Pentesilea, trasposizione per due personaggi del violento e impetuoso amore fra la mitica regina delle Amazzoni e l’eroe greco, Achille, dal forte impatto fisico e visivo.

In prima serata, Teatro Comunale gremito per la prima regionale di Boxe intorno al quadrato della Compagnia Civilleri/Lo Sicco, ossia la storia nera – come si legge nelle note di sala – di un giovane addetto alle pulizie eletto “eroe del nulla”. Uno spettacolo dove, al di là della verosimiglianza, si intravede nella pantomima messa in piedi dal team di una palestra di pugilato una metafora (sic!) dell’importanza di un lavoro mal fatto e simulato (al punto da essere pagato).
La realizzazione scenica non pare sostenere appieno né le intenzioni degli autori né la resa del contrasto fra il desiderio di combattere e mettersi alla prova, da un lato, e un sistema che spinge all’inerzia, alla mediocrità, alla filosofia del fare il meno possibile, dall’altro. In effetti, ad alcune trovate e scene ben gestite si alternano momenti più deboli e meno incisivi, non necessari, mentre i personaggi paiono farsi portavoce di verità di cui non sembrano essere all’altezza.

Di seguito, saliamo al Castello per Pitagora – Nascita dell’uomo nuovo che, come accennato sopra, abbiamo visto nella forma di un rimaneggiamento quasi di emergenza.

Nonostante questo, lo spettacolo – di tutto rispetto e completo – si dimostra decisamente impegnato, innervato di una comicità che rimarca il tragico insito nell’età contemporanea, sia per la constante opera di distruzione con la quale stiamo devastando il pianeta, sia per la  radicale idiozia che renderebbe a noi tutti impossibile la comprensione di un insegnamento profondo come quello di Pitagora. E, facendo ciò, negheremmo a noi stessi la possibilità di veder nascere un uomo nuovo, in grado di cambiare le sorti dell’umanità.

Non sembra esserci speranza.

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno di Collinarea Festival 2015:
varie location
Lari (Pisa)

ore 19.00
Circolo
Teatro Cinico presenta:
Tanghi sperduti

ore 20.00
Piazza Vittorio Emanuele
Teatro dei Venti presenta:
Pentesilea

ore 21.00
Teatro Comunale
Civilleri – Lo Sicco
Boxe attorno al quadrato

ore 22.00
Castello
Roberto Kirtan Romagnoli
Pitagora – La nascita di un uomo nuovo