Ridi del duol

Sarcasmo, ironia, amare riflessioni: è la Stagione di Prosa 2013/14 del Comune di Viareggio.

Città radiosa, non troppo appariscente. E i negozi sulla promenade, i colori tenui degli edifici, i palmizi, l’orizzonte sgombro da qualsivoglia materia. Piace questo fascino misterioso che hanno, in inverno, le località balneari?
Orsù, finiamola e ridiamoci su. «Ridi Pagliaccio, sul tuo amore infranto! Ridi del duol che t’avvelena il cor!», tuona Canio nei Pagliacci. E questo è l’intimo volto del teatro in tempi di crisi, di tumulti e discordie: felice illusione. E ce n’è anche per te, Viareggio, non disperare.
Mercoledì 23 ottobre. La conferenza stampa è aperta a tutti, non rimane una singola sedia libera.
Beatrice Magnolfi, Presidente di Fondazione Toscana Spettacolo, è la prima a parlare. Ci racconta di un assemblamento di spettacoli vasto ed equlibrato, volto a soddisfare chiunque. E dice che ogni popolo è a sé stante e differente da qualsiasi altro. Quella che sboccerà il 3 dicembre al Teatro Politeama è, a tutti gli effetti, una Stagione viareggina, con la musica che amano tanto, le risate, la satira mordace, il limpidore delle loro idee. Ed è felice, dice, di vederci così numerosi.
Glauco Dal Pino, l’Assessore alla Cultura, sottolinea: un teatro per la crisi, un miracolo, quasi. Una Stagione che è costata fatica e tempo, ma che è riuscita. I suoi concittadini avranno lo spettacolo, la qualità che desiderano, a un prezzo ancora più basso. Un traguardo conseguito lavorando in completa sinergia con gli altri Comuni versiliani.
«Godere di quello che si è», è la citazione di Matteo Romoli, direttore artistico di IF Prana. Compare, questa frase, in una scheda artistica del teatro:  «Mi piace pensare che il teatro e la cultura possano essere la nostra occasione di riflettere su noi stessi, un’occasione per sorridere, per sentirsi parte di una comunità, e semplicemente per godere di quello che si è». E chi può rivelare, o quantomeno suggerire a un uomo quello che potrebbe egli essere?
Forse solo il teatro. Ed eccoli qui, dunque, gli spettacoli.
Come detto, cominceremo il 3 dicembre con Discorsi Alla Nazione. Uno spettacolo presidenziale, di e con Ascanio Celestini. Su un palcoscenico che potremmo anticipatamente immaginare tagliato da luci crudeli, l’uomo compie la mutazione e si fa politico, passa sotto i fasci, l’umano ammicca mordacemente al di sotto della fragile maschera democratica.
Discorsi alla Nazione racconta di un dittatore in guerra che incita il popolo alla tenacia. Si serve di un discorso truce, senza orpelli, perché potrebbe essere sicariato da un momento all’altro. Si lascia prendere la mano. Getta la maschera e rivela le brame umane. Ed è facile intravedere, attraverso la patina traslucida di questa distopia, i discorsi del nostro Parlamento, le imposture che qualunque onesto individuo strapperebbe volentieri loro di dosso. E questo è Ascanio Celestini, un solo, recalcitrante Don Chisciotte armato della parola e dell’ironia, che lotta contro il sistema.
E poi musica – perché piace la musica ai viareggini – con Pinocchio. Opera Rock, di Giovanni De Feudis, sulla ribalta del Politeama il 17 dicembre. Una favola italiana e, di conseguenza, fin troppo proposta, fin troppo sgualcita. Mai vista così prima d’ora. A voci graffianti e strumentalità dure si accompagnerà il fervore della danza contemporanea. In questa favola – quasi più che in tutte le altre – l’interrogativo sulla natura dell’io si ripropone con inaudita violenza. Certo, Pinocchio è un burattino. E cos’è il burattino – estraneo, congenito, essenziale, interiore? Collodi schernisce forse la regolarità, la comodità con le quali ci lasciamo plasmare, trascinare, attrarre da tutto ciò che è proibizione e danno? Probabile. Ma per una sera, lasciamoci rapire dal musical e non pensiamo ad altro.
E con il nuovo anno torniamo indietro, torniamo all’origine, alla Commedia dell’Arte. Proviamo: riportiamo a noi questo passato tanto amabilmente sciocco – che pure sempre incombe sull’uomo. Questo è Servo per due (One Man Two Guvnors), con Pierfrancesco Favino e la Compagnia del Gruppo Danny Rose, autori del massimo azzardo: trascinare Arlecchino e le altre maschere avanti nel tempo, oltre la linea cronologica degli eventi, sino ai nostri anni 30 – anni densi di eventi, champagne, Charleston, malavita e splendore. Scandalizzati? Sarebbe assurdo. Non è cambiato nulla. Proprio nulla. Immutabile è l’uomo, più della pietra, e il 20 gennaio, al Politeama, godremo nuovamente delle sagaci battute dell’eterno, indomito, funambolesco, caro Arlecchino.
E ancora, il 27 gennaio – dopo il debutto a Lucca di fine di ottobre – arriva La Scena, di Cristina Comencini, con Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti e Stefano Annoni. Commedia così ingenua al primo colpo d’occhio, di quelle opere che scivolano via, con un fruscio innocente. Eppure due universi si incontrano e scontrano sul palco: l’uomo e la donna. Un confronto, questo, che è una spedizione fallimentare nei reciproci misteri. Un fondo così amaro, un fondo tanto sconsolato – sotto la patina dell’ironia. Chissà se qualcuno avrà il coraggio di coglierlo.
Cogliere cosa? Se stesso? I meccanismi contorti e inavvertibili che regolano il comportamento umano? Ogni uomo culla in sé, da qualche parte nel profondo, un fattucchiere. Capire questo è la sfida massima che intraprende Romeo, anima tormentata di Non si sa come, opera pirandelliana diretta da Federico Tiezzi, in scena il 12 febbraio. La passione è colpa, il rimorso pena. Vivere serenamente malgrado ogni singolo atto, dal minimo all’immane, possegga la facoltà, in pochi istanti, di condurre alla disfatta. Come fare?
Sia l’uomo a scegliere la via della salvezza: se l’arte o la morte, la fede o la completa follia.
E l’amore? E l’amore? Che ne è stato dell’amore? Eccolo, l’amore: arriva con la brezza primaverile, il 20 marzo. È protagonista di Nuda Proprietà, scritto da Lidia Ravera e interpretato da Lella Costa e Paolo Calabresi. Sotto i riflettori si parla d’amore ma anche di libertà. Si discorre di senilità, si uccide la senilità. E via: sia l’uomo sciolto dai vincoli anagrafici. Lo stile si promette sereno, accessibile a tutti, divertente e ironico quanto commovente.
E commuoviamoci ancora, con Futura… Ballando con Lucio, un tributo al cantautore scomparso, Lucio Dalla. Un omaggio fisico e vivace. Con la regia di Giampiero Solari e le coreografie di Roberto Castello, il Balletto di Roma calcherà il palcoscenico del Politeama il 1° aprile, chiudendo con la memoria gli occhi della Stagione 2013-2014. È tutto.
Chi ha detto che Viareggio gode soltanto in estate?

Cartellone 2013/2014 della Stagione di Prosa del Comune di Viareggio
c/o Teatro Politeama
Lungo Molo del Greco – Viareggio

Discorsi alla Nazione
martedì, 3 dicembre
di e con Ascanio Celestini

Pinocchio. Opera Rock
martedì, 17 dicembre
con Giorgio Pasotti

Servo per due
lunedì, 20 gennaio
con Pierfrancesco Favino

La scena
lunedì, 27 gennaio
con Angela Finocchiaro

Non si sa come
mercoledì, 12 febbraio: Federico Tiezzi

Nuda proprietà
giovedì, 20 marzo
con Lella Costa e Paolo Calabresi

Futura… Ballando con Lucio
martedì, 1° aprile
con e di Roberto Castello