Moretti 2.0

tertulliano-teatro-milano-80x80Già vincitrice del bando Finestra sulla drammaturgia tedesca, la regista Livia Ferracchiati porta sul palcoscenico dello Spazio Tertulliano la sua versione di Nanni Moretti, nella comica tragedia Ti auguro un fidanzato come Nanni Moretti.

Se oggi, dopo aver visto Bianca, il noto film di Nanni Moretti, una sedicenne augurasse a un’amica coetanea un fidanzato come il goloso e leggermente ossessivo matematico protagonista, non so quale potrebbe essere la reazione della giovane. Probabilmente a sedici anni si riderebbe, per l’ingenuità e la leggerezza con cui si prende la vita a quell’età, non pensando che una società che si spaccia per essere pseudo liberale possa ancora contemplare una figura come il professor Michele Apicella. E invece può capitare di incontrare persone simili, anche se sono fumettisti e disegnatori di orsi.
La giovanissima drammaturga e regista Livia Ferracchiati ne porta in scena un esempio, estrapolando dal film di Moretti solo il dialogo tra Michele e Bianca in quell’attimo prima che tutto venga distrutto dalla paura.
Ed è proprio la paura, il terzo incomodo nella relazione che si vede in scena, il protagonista, in fondo, di questo quadretto. La paura di amare, dell’abbandono nell’altro, della fiducia, della delusione e anche della solitudine. «La vera essenza dell’amore consiste nell’abbandonare la coscienza di sé, nell’obliarsi in un altro se stesso e tuttavia nel ritrovarsi e possedersi veramente in quest’oblio» ci ricorda Hegel. Ma non è così facile, soprattutto se i confronti diventano dibattiti tra distinti che non vedono nell’altro se non lo specchio distorto di se stessi, se non si cerca quindi l’osmosi, ma la supremazia della personalità e dell’individualità. Nella società 2.0 questo comporta l’indipendenza anche virtuale, il poter accettare amicizie su facebook di persone incontrate per caso, il non tollerare che il compagno mangi la carne di un povero cucciolo di agnello e accettare il color carta da zucchero come una cromia normale, per quanto il termine normale non sia rimasto invariato nel tempo. Tu e Io, sul palco: Io il fumettista di orsi, un Fabio Paroni che ha retto bene il confronto con il Moretti nazionale, e Tu, la terza di una stirpe di ingegneri, interpretata da una brava e spiccatamente milanese Chiara Leoncini. Solo l’Io però racconta quello che gli passa per la testa, una descrizione in differita, trasmessa attraverso un microfono fisso, che ci guarda sul ciglio della pedana. Domande continue, anche indiscrete, su argomenti senza senso. Una volta qualcuno disse che non si è responsabili delle azioni altrui. Ma forse Apicella e seguito non erano presenti.
Se sul palcoscenico dello Spazio Tertulliano ci fosse stato un Tu-Tu o un Io-Io non avrebbe fatto molta differenza. Le risposte alle domande diventano quello che ci si vuol sentir dire, un accontentare l’altro, non si cerca una crescita comune che sfoci in qualcosa di concreto, ma una semplice botta-risposta per soddisfare le proprie velleità e far capire all’altro la superiorità intellettiva dell’interlocutore. Tutto questo in un sagace e veloce testo, che crea un giusto apice che ci coglie impreparati alla tragedia finale, proprio come in Bianca.

Lo spettacolo continua:
Spazio Tertulliano

Via Tertulliano, 68 – Milano
dal 21 al 25 gennaio 2015
da mercoledì a sabato ore 21.00 – domenica ore 16.30

Ti auguro un fidanzato come Nanni Moretti
scritto e diretto da Livia Ferracchiati
con Chiara Leoncini e Fabio Paroni
scene Chiara Bonomelli
costumi Laura Dondi
assistenza alla regia Elena Costanzi
compagnia Intus