Il teatro danza

Il corpo protagonista assoluto al Teatro Cassia

Che a questo spettacolo sia andato il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali è un segno che forse qualcosa nello stagnante mondo della cultura ufficiale si sta muovendo. Non solo perché è quanto di più sperimentale si possa immaginare ma anche perché i giovanissimi protagonisti sono pressoché sconosciuti forse anche al pubblico più esperto. È una piacevole sorpresa Transgression, che mette in scena quattro danzatori alle prese con la quotidianità della convivenza. Due atti, Disobedience e 4R in A room, legati tra loro dalla realtà del corpo, dai suoi limiti e dalle sue potenzialità. Nella prima parte è protagonista la volontà femminile in perenne contrasto tra l’obbedienza arcaica (e per questo ancora più difficile da infrangere) e la ribellione. Sottomissione femminile che fortunatamente non scade in accenti femministi ma che costituisce il muro portante della rappresentazione e del suo significato: obbedienza come castrazione, ribellione come unica via percorribile per raggiungere se stessi (a costo di affrontare la solitudine). In questa rivolta anche l’amore finisce per essere limitazione, in quanto perdita di autonomia e quindi dipendenza. Victoria (Camilla Zecca) è la donna dal presente pieno di frustrazioni che si sdoppia in due (Vicky, interpretata da Elisa Teodori) per ricordare tramite questo alter ego la libertà irrazionale dell’infanzia. Inizia un “viaggio verso la verità” che passerà per luoghi, sensazioni e simboli, come le mele rosse che a centinaia rotolano sul palco (in realtà unico punto debole dell’intero spettacolo, nel suo banale riferimento a un peccato originale che vista la particolarità dell’insieme poteva essere rappresentato in ben altri modi, se non proprio evitato).
La seconda parte, più leggera e movimentata, a tratti anche divertente, si incentra sulla vita di quattro persone (oltre alle due protagoniste femminili ci sono Giuseppe Insalaco e Yoris Petrillo che entra in scena direttamente dalla platea, dopo aver passato parte dello spettacolo seduto tra gli spettatori). La realtà quotidiana dei quattro personaggi è rappresentata tramite danze selvagge ma sempre perfettamente coordinate, segno tangibile di una regia attenta a ogni minimo movimento (l’impressione è quella di un tracciato invisibile cui gli attori/ballerini si attengono strettamente). Ma a chi appartiene questa mano invisibile e allo stesso tempo così invadente? Chi ha saputo realizzare una messa in scena in cui tanto la regia quanto la coreografia sono di così alto valore? Loredana Parrella è uno dei pochi casi di regista/danzatrice, esperta tanto nel primo quanto nel secondo campo. Certo, a volte la coreografa sorpassa la regista, ma è un peccato perdonabile. La compagnia di danza Cie Twain da lei fondata ha il dichiarato intento di formare giovani talenti e di portare avanti quella ricerca didattica di cui molto si sente il bisogno e che ha portato alla produzione di questo spettacolo. Si sente qui il tocco tanto della regista esperta quanto della didatta che con dedizione si occupa di formare le generazioni future. Se questi sono i frutti di tanto impegno ci auguriamo che il suo entusiasmo in questa direzione non venga mai meno.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Cassia
via Santa Giovanna Elisabetta, 69 – Roma
fino a giovedì 23 febbraio
orari: tutti i giorni, ore 21.00

Transgression
di Loredana Parrella
coreografia, regia, drammaturgia Loredana Parrella
con Camilla Zecca, Elisa Teodori, Yoris Petrillo, Giuseppe Insalaco
elaborazione musicale, scenografia Roel Van Berckelaer
riadattamento musicale Alessandro d’Alessio
luci Cesare Lavezzoli
costumi Loredana Parrella, Roel Van Berckelaer
video Gert Van Berckelaer